200 anni di fotografia: strategie per garantirle un futuro
Ma specialmente, per garantire un futuro ai professionisti di questo settore. Ci sono armi da considerare: sfruttare il nuovo valore percepito dal mercato, stimolare la nostalgia, puntare sull'AI.
Ciao a tutti e bentornati nel nostro appuntamento settimanale del SundayJumper.
Dopo la pausa estiva, abbiamo dedicato un'uscita (e un reminder)alle nostre iniziative che abbiamo presentato e che hanno avuto un enorme successo: per informazione, vi segnaliamo che il corso REWIND è sold out per le presenze "live" e sono tantissimi i professionisti che hanno prenotato il corso in versione video (se volete, potete ancora acquistarlo, ve lo consigliamo!), e anche le nostre Card sono andate a ruba, e abbiamo ancora pochissimi mazzi della prima "tiratura esclusiva", quindi se le volete correte!
Superate queste informazioni di servizio, oggi vorremmo insieme a voi addentrarci su una delle questioni che riguardano più propriamente il futuro della fotografia, oggi di fronte ad un'evoluzione che spesso non viene compresa pienamente dalle persone che di fotografia vivono. Ed è un momento storico che ci deve far riflettere, proprio dal punto di vista della storia della fotografia stessa. Qualche giorno fa, infatti, sono stati celebrati i 200 anni dalla sua nascita, anche se le date della nascita della fotografia sono sempre abbastanza discusse. Il percorso che ha portato alla vera invenzione ha varie tappe, tutte importanti, ma anche non uniche, anche nell'identificazione del suo inventore, e del Paese. Non stiamo a perderci in questo tipo di recupero della storia e ancor meno della sua interpretazione, ma prendiamo per buoni, in questo caso e per utilità, il 16 settembre del 1824 quando Nicéphore Niépce (uno degli inventori/Francia) scrisse a suo fratello di aver finalmente riuscito a fissare un'immagine, dopo anni di esperimenti.
Come è cambiata la fotografia in questi 200 anni? Le tappe sono state tante, chissà quanto ci vorrebbe per ripercorrere (dalla tecnica complessa e lunga delle lastre, alla rivoluzione del "premi il bottone e noi facciamo il resto" di Kodak, al colore, alle prime grandi fotocamere compatte che partendo da Leica hanno proposto un approccio totalmente diverso del catturare le immagini, seguite dall'esplosione della produzione giapponese di Nikon, Canon, Olympus, eccetera), per poi arrivare al periodo più redditizio per l'industria fotografica, quella delle compatte, poi l'avvento della fotografia digitale, degli smartphone, per arrivare oggi all'immagine generata con l'intelligenza artificiale.
Queste evoluzioni, oltre che tecnologiche, fanno parte del cambiamento culturale della nostra società, perché la fotografia è un bene che viene vissuto socialmente, è un potente mezzo e medium per unire le persone, per raccontare storie, per garantire il ricordo e la condivisione. I professionisti hanno una fetta piccola di questo fenomeno, ma di sicuro non possono che tenere conto del fatto che la fotografia che è il loro strumento è anche, in diversa modalità ed intensità, lo strumento di tutti.
In quest'ottica, è utile capire che proprio a livello sociale, la percezione della fotografia deve essere compresa, prima di tutto dai suoi professionisti. E cosa succede, in questo specifico momento del mercato? Per esempio che per la prima volta, il mercato delle fotocamere si sta riprendendo. Non in generale, ma nello specifico nella categoria della fascia alta. Un articolo sul "The Economist" uscito qualche giorno fa segnala che sebbene gli smartphone abbiano ovviamente dominato e tutt'ora dominino il mercato fotografico, le fotocamere di fascia alta sono diventate anche un simbolo di status tra i giovani trendsetter e il fatturato complessivo del settore fotografico è previsto in aumento per la prima volta dal 2017.
Questa opinione e visione viene condivisa anche dal presidente di Nikon, Muneaki Tokunari, che ha assunto questo ruolo ruolo nel 2024 dopo aver ricoperto posizioni di responsabilità all'interno del gruppo Mitsubishi UFJ Financial. In questo articolo (in giapponese, ma ormai nulla ci ferma più, grazie all'intelligenza artificiale che risolve ogni limite di comprensione), il presidente di Nikon segnala la recente ripresa delle vendite di fotocamere reflex di fascia media e professionali, un fenomeno sorprendente considerando la diffusione degli smartphone. Aggiunge anche che Nikon, nello specifico, sta investendo 1000 miliardi di yen per modernizzare i suoi stabilimenti produttivi, con l'obiettivo di migliorare la precisione e la qualità dei propri obiettivi ottici. Questo investimento mira a garantire una produzione di alta qualità, in risposta alle crescenti aspettative del mercato. Inoltre, ricorda che Nikon ha acquisito la società americana Red, con l'intento di entrare nel mercato del video professionale. Questa mossa strategica riflette l'ambizione di espandere le vendite di fotocamere Nikon, in particolare in India, un importante mercato cinematografico in crescita. L'articolo sottolinea quindi come la combinazione di innovazione tecnologica e strategie di mercato stia permettendo a Nikon di ritagliarsi un ruolo significativo in un settore in continua evoluzione. Ma non è solo Nikon: un altro fenomeno è quello di Leica, che non riesce a stare dietro agli ordini di fotocamere e ben si conoscono le liste d'attesa per la Q3, rilasciata nel 2023, che sono state all'inizio del lancio anche lunghe sei mesi, contribuendo con le sue vendite al record per l'azienda.
E Fujifilm, a sua volta, sta vivendo un rinascimento grazie al successo della sua fotocamera X100, particolarmente apprezzata dai giovani utenti di social media. Questa fotocamera, sintesi eccellente del suo design retrò e grazie alle sue funzioni avanzate, ha catturato l'attenzione degli influencer su piattaforme come TikTok, trasformandosi in un vero e proprio status symbol. Nonostante l'azienda abbia tentato di aumentare la produzione in risposta alla crescente domanda, quest'ultima continua a superare le previsioni, evidenziando un forte interesse per prodotti che evocano nostalgia e un'esperienza fotografica più autentica. Ovviamente, dietro questo allungamento delle consegne, c'è anche una strategia di voler mantenere un'offerta limitata per preservare il valore del prodotto, ma questo è solo uno degli aspetti di una storia davvero dovrebbe insegnarci qualcosa.
C'è un altro aspetto, interessante ed opposto (o, forse, complementare): il pubblico più giovane ama le compattine e la loro resa "terribile" che considerano più "autentica", o addirittura le fotocamere usa e getta a pellicola, che hanno oggi dei costi davvero privi di senso e che si comprano nei concept store più esclusivi delle metropoli di tutto il mondo. Non è un caso che una società che da anni è impegnata nel mondo delle app "vintage" per scattare fotografie dal gusto retrò, Hipstamatic, ha presentato un'interessante novità, si chiama Disposable Camera, un'app standalone che riprende l'esperienza nostalgica delle classiche fotocamere usa e getta, combinandola con la comodità del digitale. L'app è progettata per eventi come i matrimoni: gli ospiti possono scattare foto che vengono raccolte in un unico album privato condivisibile solo tra i partecipanti, che al tempo stesso offre alcune funzionalità sociali come la possibilità di mettere like e commentare le foto all'interno della galleria privata. Il prezzo dell'app è variabile in base alle opzioni scelte: si scarica gratis, ma poi sono previsti pacchetti per eventi e matrimoni a partire da $99 e $200 (chi aveva detto che nel digitale e nel mondo delle APP tutto è gratis?). Guardate il video, dal punto di vista emozionale può essere interessante da valutare:
In ultima analisi, dopo avere segnalato i punti cardini sui quali studiare - secondo noi - una strategia di marketing per la fotografia per i suoi professionisti - ovvero:
Puntare sul fatto che la fotografia viene percepita come un bene di altissima qualità e costo da una fetta consistente del mercato: bisognerebbe essere punti di riferimento di questo mondo
Puntare sulla forza del vintage, dell'esclusività sia in forma analogica che in modalità digitali ancora tutte da inventare (vedere l'app nuova di Hipstamatic)
Arriviamo al fatto che, inutile dire, la fotografia dopo 200 anni entra in conflitto (o si può rafforzare) con l'intelligenza artificiale. In questo, è interessante come alcune aziende si stanno muovendo per proporre nuovi percorsi per la fotografia "VERA". In questo ci sono mosse come quella di Google che sta integrando la tecnologia di autenticità del contenuto C2PA di CAI nei suoi sistemi di ricerca e pubblicità per aiutare gli utenti a identificare se un'immagine è stata scattata dalla fotocamera, modificata o generata dall'IA, e questo apre un orizzonte sempre più interessante per vedere (e vendere, e proporre) la fotografia come mezzo di autenticazione e certificazione della realtà. Grandi sono le differenze di interpretazione che i produttori di smartphone stanno portando avanti nei confronti degli scatti fotografici con i loro apparecchi: da una parte Google e Samsung che spingono per "interventi AI" che già in ripresa modificano, stravolgono, manipolano la realtà, e Apple che invece sembra vedere l'integrazione con l'AI sulle sue fotocamere/iPhone come un gioco che usa emoji, disegni chiaramente non realistici, forse per tutelare la fotografia come strumento per "raccontare una storia vera".
Abbiamo di fronte grandi sfide, grandi evoluzioni, grande crescita della cultura della fotografia. Il nostro ruolo di osservatori, di analisti, di narratori, di formatori di questo mondo, da dentro e al tempo stesso guardando da tutte le prospettive, anche esterne, continuerà. Come speriamo anche la vostra attenzione per quello che facciamo e proponiamo nei nostri contenuti settimanali.
Buona settimana, a presto!
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