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Buoni motivi per essere ottimisti sul futuro dei giovani
Pensieri sulle nuove generazioni, quelle che stanno studiando per diventare professionisti in un mondo della comunicazione visiva, e che vogliono e devono entrare in un mercato complicato...
Photo by Lidya Nada on Unsplash
Siamo di ritorno da Mestre, dove abbiamo partecipato ad un evento [LINK] che metteva in competizione oltre (ben oltre) 1000 studenti di scuole superiori del settore grafico, una sfida a livello nazionale che ha coinvolto 27 Istituti di tutta Italia per realizzare progetti proposti da aziende che hanno voluto partecipare attivamente diventando i Briefer (quelli che hanno proposto un brief) e seguendo, valutando, giudicando questi lavori come se fossero stati dei veri progetti commissionati a delle agenzie di comunicazione.
Per fare chiarezza, i “giovani” erano davvero tanto giovani, dai 17 ai 18 anni, e anche se erano sotto la protezione dei professori e professionisti che hanno garantito il loro supporto, di fatto hanno proposto loro progetti credibili, originali, ben realizzati anche tecnicamente, e hanno addirittura presentato con una adeguata padronanza le proprie idee, davanti al pubblico che li seguiva, dal vivo e in diretta via YouTube, e specialmente davanti ai loro “clienti”.
È stato emozionante vederli tutti impegnati, seri (ma non seriosi, la miccia dell’allegria e della spensieratezza esplodeva in ogni instante), a prendere il loro spazio nel mondo del lavoro. Non sono ovviamente ancora completamente pronti (al lavoro), ma sono prontissimi a prendere la loro posizione in questo mondo. Insomma, la rampa di lancio è pronta, e allora non è un caso che l’intervento che abbiamo fatto, preparato e proposto a loro, era centrato: abbiamo parlato del futuro del lavoro.
Mi è venuta in mente, una decina di anni fa, la “festa” di chiusura di un anno di un corso fatto, a Trento [LINK] (ci sono posti dove ancora queste ricorrenze hanno e difendono un valore aggregativo) dei genitori si sono rivolti a me, in quanto “professore”, chiedendo, un po’ preoccupati:
“ma chissà se ora i nostri ragazzi troveranno lavoro”
Ricordo di avere risposto con certezza: si, sicuramente lo troveranno, perché il mondo là fuori è pronto per includerli, e poi li avevamo formati bene (o, quantomeno, avevamo fatto di tutto per riuscirci), forti, preparati. Era un periodo in cui si percepiva che quello che si stava insegnando loro era davvero rivoluzionario, una decina di anni fa li stavamo preparando alla progettazione sui device mobili, al comunicare sugli schermi, al lavorare con l’interattività e ai contenuti da trasmettere sulle reti digitali. Stavamo allevando marziani, che avrebbero conquistato il pianeta Terra.
Certo che avrebbero trovato spazio, nel mondo del lavoro, senza dubbio.
Se mi rifacessero questa domanda, oggi, quale risposta sincera potremmo dare? Siamo partiti da questo, da un punto fondamentale di analisi per fare il nostro intervento, una trentina di minuti molto “densi”: abbiamo detto:
Cari ragazzi, siamo davvero in un periodo pessimo, difficile, tutto in salita. Recessione, crisi economica, sociale, rivoluzioni in atto molto violente.
In effetti, proprio in questi giorni si sono bruciati decine di miliardi con il crollo del secondo più grande exchange delle criptovalute, FTX [LINK], creando un vero e proprio terremoto; solo qualche giorno fa Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp) ha dichiarato tagli per 11 mila dipendenti, che sono stati informati da un messaggio pubblico di Mark Zuckerberg [LINK], ma i problemi riguardano anche Twitter che dopo l’uragano che ha creato per acquisirlo, Elon Musk ha iniziato a dichiarare che vuole cambiarlo totalmente, e che non reputa lontano il rischio del fallimento [LINK] e la reazione dei dipendenti è davvero molto agitata. Amazon ha ottenuto un altro primato, questa volta negativo: è la prima società pubblica al mondo a perdere un trilione di dollari di valore di mercato, le cause sono l’aumento dell'inflazione, l’inasprimento delle politiche monetarie e utili deludenti [LINK], e diciamocelo: Amazon non ha certo problemi, figuriamoci le aziende che “i problemi ce li hanno sul serio”… la lista potrebbe essere molto più lunga e riguardare anche situazioni molto più vicine a noi, anche dietro l’angolo.
Considerando questa prospettiva, queste nuvole che abbiamo di fronte al futuro (presente), possiamo avere lo stesso ottimismo che avevamo anni fa? Il mercato sarà in grado di assorbire, e ancor più proporre un lavoro soddisfacente e di ispirazione per questi ragazzi e ragazze?
Nel nostro intervento, abbiamo dato 10 buone (speriamo) motivazioni che dicono che, sì, bisogna essere ottimisti, ci sono tante occasioni che si aprono davanti a loro, purché questi ragazzi e ragazze facciano uno sforzo di vedere quali sono i percorsi giusti da seguire, che non sono quelli tracciati dalle generazioni che li hanno preceduti.
Siamo di fronte a cambiamenti sociali, economici, strutturali immensi che imporranno delle regole nuove, e per di più le nuove generazioni non sono quelle che - magari dopo qualche tentativo di ribellione, come sempre è stato il giusto atteggiamento dei giovani - alla fine si adatterà al non cambiare nulla. Questi giovani hanno idee chiare, non è detto che siano necessariamente quelle “giuste” (chi può dirlo?), ma hanno maturato una netta percezione di quello che è giusto per loro, e quello che non lo è, e se non lo è… semplicemente dicono no. Ed è proprio dai no che si può costruire qualcosa, anche se non si tende ad insegnarlo, e non è mai stata una dottrina accettata e “sponsorizzata” nel passato. Non era giudicato un atteggiamento educato, dire di no… quante occhiatacce ci hanno rivolto i nostri genitori, quando abbiamo in modo evidente, a muso duro, detto un “no” di troppo?
Ma poi è arrivato un mondo (questo mondo, e ancor di più il mondo futuro) dove ci sono infinite possibilità, un’offerta così variegata, miliardi di sfaccettature che bisognerebbe prendere in seria considerazione il consiglio di una persona che stimiamo molto per quello che ha fatto (e per come l’ha fatto), si chiama Derek Sivers e ieri ho parlato proprio di un suo libro [LINK], e che dice:
Un sì non basta: o è un sì entusiastico oppure è un no
Ecco, siamo ottimisti sul futuro di questi ragazzi, perché forse saranno più bravi di noi a dire dei no, oppure a dire dei sì entusiastici, rispetto a noi, a cui hanno insegnato che “poi, alla fine, bisogna adeguarsi”. Forse sarà più difficile, per loro, perché i “no” non piacciono a nessuno, ma ottimizzeranno il tempo che hanno, e lo potranno dedicare a quello che vorranno, e che sarà più giusto. Si richiederà a loro più responsabilità, perché decidere di dire NO richiede l’accettare delle conseguenze, anche complesse… ma siamo ottimisti: ci riusciranno!
Infine, oltre ad essere ottimista, per loro… lo siamo anche per chi ha alcuni o molti anni in più, perché non si smette mai di crescere, mai di imparare, mai di essere studenti… a meno che non si voglia passare alla dimensione di “vecchi”, che ormai non hanno nulla da attendere dalla propria vita, se non aspettare l’ultimo, inevitabile giorno.
Ah, a proposito: se qualcuno è interessato, qui sotto c’è il video con l’intervento che abbiamo fatto ;-)
Notizie della settimana, a cura della redazione di Jumper
BMW ha creato una brand experience di Mixed reality [LINK]
L’intelligenza artificiale per generare immagini partendo dalle parole arriva su Canva (come dire… ormai è un fatto acquisito a tutti i livelli, la sfida è farne un buon uso) [LINK], e lo stesso aveva fatto qualche giorni fa Picsart [LINK], che di fatto è un clone/concorrente di Canva.
Cosa pensa la Gen-Z della moda virtuale? È uscito un rapporto di Roblox e della Parsons School of Design che espone la miriade di opportunità per i designer tradizionali e digitali che creano per il metaverso. Molto interessante, Pdf da scaricare: [LINK]
Volete una Leica in uno Smartphone? [LINK]
MidJourney [LINK], quello che è probabilmente il più evoluto sistema per generare immagini con l’intelligenza artificiale, è “finalmente” arrivato alla sua versione 4, che propone
- Molta più conoscenza (di creature, luoghi e altro)
- Migliore per ottenere piccoli dettagli corretti (in tutte le situazioni)
- Gestisce richieste più complesse (con più livelli di dettaglio)
- Crea migliori scene multi-oggetto/multi-personaggio
- Supporta funzionalità avanzate come prompting di immagini e multi-prompt
Ma voi lo sapevate che Second Life. il primo esempio di “metaverso” ha ancora 64,7 milioni di utenti attivi sulla sua piattaforma? Che produce un lordo annuo di 650 milioni di dollari e che elabora 345 milioni di transazioni all'anno per beni virtuali, immobili e servizi? Beh, interessante, per un mondo che sembrava ormai dimenticato [LINK]
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