Che fotografi siete? E che tipo di fotografia volete vendere?
Sempre più si delineano gli aspetti evolutivi di un mestiere, quello del fotografo professionista, che deve recuperare un ruolo, una missione, ma anche l'appeal che ha perso. Vediamo queste opzioni...
Nel vedere le evoluzioni delle fotocamere (e di conseguenza gli utenti che le acquistano), appare un segnale evidente, il mercato punta verso due mercati:
Il primo è quello delle nicchie che hanno bisogno di specifiche esigenze tecniche
Il secondo è quello che va a ricercare le emozioni del passato.
Oggi chi ha effettivamente bisogno di una nuova fotocamera ad alto profilo tecnologico, sul quale si combattono tutte le grandi aziende, magari per primeggiare sul mercato, ma non per rispondere alle reali esigenze degli utenti?
La risposta è chiara: queste innovazioni e record tecnologici, che riempiono le riviste (se ci sono ancora), i siti, i blog e le communities di esperti, servono realmente e concretamente a chi si deve occupare di riprodurre situazioni per cui qualsiasi sistema più “generalista” non riesce a garantire la qualità sufficiente. Pensiamo all’astrofotografia, pensiamo a riprese macro molto ravvicinate, in condizioni di illuminazione estreme (concerti, per esempio), risoluzioni elevatissime - foto o video, e così via. Per tutto ciò che rappresenta invece un’attività più “standard”, sempre di più la tecnologia degli smartphone si consoliderà, e con l’intelligenza artificiale sarà possibile ottenere qualsiasi resa ed esigenza immaginabile.
L’altro motivo per scegliere una fotocamera “tradizionale” (non uno smartphone, per capirci) è legata invece alle emozioni, alle sensazioni che si provano e che si fanno provare alle persone con le quali interagiamo nel fare fotografie. Puntando, con decisione, verso il vintage.
Il vintage è un fenomeno che è molto chiaro nella testa delle generazioni più giovani, in tutti i campi: vestiti, musica con i vinili, libri cartacei e fotografia, appunto. I giovani amano le “macchinette”, quelle compattine digitali totalmente superate in tutto dagli smartphone di ultima generazione, meno che... nella bassa qualità. Le “macchinette” hanno una qualità bassa, fanno sparare sempre il flash, distruggendo tutto l’equilibrio luminoso della scena, non hanno una buona risoluzione (intesa come pixel e come resa degli obiettivi), non intervengono con delle correzioni migliorative, permettono di fare “foto mosse”... tutto questo è considerato molto cool, molto artistico, molto alternativo. Generano immagini brutte, imprecise, quindi meravigliose, perché diverse dalla perfezione che li annoia…
Ancora una volta, i professionisti della fotografia non si accorgono di questi trend, perché rimangono così concentrati nel proprio passato e quindi non riescono a vedere come questo “passato” può di fatto diventare un’arma, creativa e commerciale. Non conosciamo fotografi professionisti che propongono servizi con delle “macchinette” come dimostrazione di contemporaneità, che propongono a dei clienti (privati ma anche aziende) shooting che hanno in questo approccio il punto di forza. Magari ci sono, ma non ne conosciamo, specialmente tra i fotografi meno giovani.
L’altro giorno leggevamo discussioni sulla “morte” delle reflex, ormai soppiantate nel business e nel cuore degli utenti, dalle mirrorless. Non sappiamo se i grandi usciranno ancora con una DSLR in futuro, probabilmente ancora qualcosa sulla fascia bassa, ma in realtà nel mondo dell’usato si trovano meravigliose macchine del passato (sia corpi che obiettivi) che pur ancora validissimi, sono offerti a costi molto bassi e hanno anche molto più fascino. È un’occasione, è una strada…
Per non parlare poi delle analogiche, che sono ancora più affascinanti agli occhi di tutti, mettono in evidenza la “difficoltà” di realizzare immagini corrette perché ovviamente richiedono maggiore controllo da parte di chi scatta le fotografia, e quindi si può dimostrare competenza ed esclusività. E poi proporre un coinvolgimento nella post produzione... ovvero camera oscura, vivere la tecnica della trasformazione dell’immaginazione in immagini stampate.
Le fotografie non si fanno con le fotocamere, ma con la testa…
Qualcuno dirà (con ragione) che non è lo strumento che conta, ma le idee, il messaggio, la creatività, la capacità di vedere. Già, proprio così... siamo da sempre convinti di questo, ma allora, se è così, perché ad ogni occasione i fotografi mettono in evidenza la propria fotocamera - davanti all’occhio per un selfie da mettere sul profilo di Linkedin o di Instagram, oppure appoggiandola sul tavolo, usandola come tema di discussione perenne per mettere in luce la propria opinione: “io sono quello che usa le attrezzature professionali, mica gli smartphone come tutti i dilettanti”. E poi dimostrano tanta diffidenza dai sistemi di generazione dell’AI, che permette di fare addirittura a meno dello “strumento di ripresa”, che consente di creare quelle immagini che si immaginano e che “non sono certo create dalla fotocamera”...
Il futuro del mercato della fotografia, per come lo vediamo noi, ha queste aree:
Foto come strumento per documentare e certificare la realtà (dove è proibito l’uso di qualsiasi trucco, Photoshop incluso);
Capacità di creare immagini tecnicamente ineccepibili in situazioni limite (quindi specializzazione totale per rispondere a delle esigenze di un mercato di nicchia);
Capacità di offrire un approccio innovativo, originale, che segue (anzi, anticipa) i trend del mercato, usando fotocamere, obiettivi e soluzioni tecniche davvero affascinanti;
Proposta Vintage, quindi uso di processi e attrezzature davvero del passato per coinvolgere i clienti in un approccio che ha un sapore tutto speciale;
Lavorare con l’AI e aprirsi ad un orizzonte che può integrare e in certi casi sostituire la fotografia “scattata” per offrire una varietà di opzioni pressoché infinite sia dal punto di vista creativo che da quello del mercato.
In tutti questi settori, vincerà la specializzazione e la capacità, anche di marketing oltre che tecnica, perché non c’è spazio per l’improvvisazione (se non è un’espressione artistica riconosciuta... e pagata). Voi a quale categoria appartenete o pensate di voler appartenere per garantirvi un futuro in questo settore? Come dicono sui social… fatecelo sapere nei commenti LOL (di fatto, potete rispondere a questa mail, rimane tra di noi il dialogo e forse è anche meglio).
Per quello che possiamo fare noi per voi, è consigliarvi di spingere ed investire nel vostro aggiornamento professionale (tecnico e marketing, ancora una volta), e stiamo lavorando su una serie di lezioni per aiutarvi in alcune di queste aree, quelle in cui noi crediamo di più. Non per noi, ma per voi. Abbiamo iniziato con questo corso, altri ne seguiranno dopo le vacanze estive, ma noi vi consigliamo di non perdere tempo ;-)
Buona domenica, e buona settimana!