Comprendere la fotografia, leggendo ed analizzando i suoi numeri
Il mercato della fotografia si è evoluto tantissimo in questi ultimi anni e guardare con precisione i dati ci aiuta a comprendere meglio i trend, e il futuro che ci aspetta. Leggete fino in fondo...
Una statistica dice che nel 2024 verranno “scattate” 1,93 trilioni di immagini, il che vuol dire che ogni giorno ne vengono realizzare 5,3 miliardi, numero che traducendolo in secondi ci porta a 61.400 immagini nel tempo di un battito di ciglia.
Altri dati interessanti dicono che, negli USA, le persone scattano in media 20 foto al giorno, e che sono 136 miliardi le immagini che sono state indicizzate, al momento, su Google Images, anche se questo dato non è confermato perché solo stimato e non ufficiale (e ci sembra, oggettivamente, inferiore alle aspettative. Si sa solo che nel 2010 le immagini erano 1 miliardo).
Sui social media, ogni giorno vengono condivisi 14 miliardi di immagini... ma sapete quale è il social all’interno del quale ne vengono pubblicate il maggior numero? Forse non azzecchereste mai: Instagram (1.3 miliardi di foto/giorno)? Facebook (2.1 miliardi di foto/giorno)? Snapchat (sì, in Italia non lo diremmo mai, ma su questa piattaforma si pubblicano 3,8 miliardi di immagini, quindi più che Instagram e Facebook, ma nemmeno questo è il social che pubblica più fotografie)? No, il social che stravince è Whatsapp, con un numero impressionante 6,9 miliardi di immagini al giorno.
Ci sono altri elementi che in queste statistiche appaiono interessanti: negli anni del Covid, si sono scattate meno fotografie all’anno rispetto a quelle che sono state scattate nei tre anni precedenti (2017,18,19), mentre nel 2022 il numero è tornato a crescere.
Divise per posizione geografica, ci sembra molto naturale che gli USA siano il Paese dove si scattano più foto al giorno (come detto, circa 20 fotografie al giorno), ma forse con stupore scopriamo che l’Europa (4.1 foto/giorno) è l’ultima in classica, superata anche dall’Africa (8.1). Lo avreste mai detto? Come sempre, però, i dati vanno interpretati: bisogna infatti tenere presente che questi numeri sono superiori alla media globale di tutte le persone e riguardano le persone che scattano foto attivamente. Molte persone in tutto il mondo non hanno accesso a fotocamere o scelgono di non scattare foto per vari motivi. Questo dato, interessante in assoluto, non dice però che in Africa si scattano in totale più fotografie che in Europa, ma che chi fa foto in questo continente ne produce di più al giorno.
Con quali apparecchi vengono prodotte queste fotografie? È chiaro che tutti diranno che la larghissima maggioranza delle immagini sono state scattate con uno smartphone, ma forse anche in questo caso lo stupore dei numeri sarà forte: il 92.5% di tutte le fotografie provengono da uno smartphone... pazzesco, no?
Ultimo dato, poi facciamo qualche considerazione finale. Secondo le stime di Gigaom, nel 2015 l'utente medio aveva 630 foto e 24 video archiviati sul proprio telefono. Quindi, l'utente medio utente iPhone (iOS) ha scattato 182 foto al mese, mentre l'utente medio Android ha scattato 111 foto al mese. Da allora, il numero di foto che le persone scattano ogni giorno è aumentato drasticamente anche perché gli smartphone hanno aumentato la memoria interna e hanno così permesso di produrre e salvare molte più immagini rispetto al passato. Nel 2024, l’utente medio ha circa 2.000 foto sul proprio smartphone, con gli utenti iOS che si avvicinano a 2.400 foto e gli utenti Android a circa 1.900 foto.
Che conclusioni possiamo tratte da questo elenco di dati sulla “fotografia”?
Questi dati ci permettono di comprendere meglio qual è il mondo all’interno del quale viviamo: come professionisti dell’immagine e come “persone”. C’è un’esigenza di creare immagini, per comunicare, per ricordare, per “essere” da parte di tutti, in tutte le parti del mondo. Spesso, sempre di più, viviamo le esperienze per fotografarle e meno per viverle realmente; usiamo la fotografia per indagare come appariamo (i selfie) e di conseguenza usiamo la fotografia per confrontarci, e non è un caso che c’è tanta ansia perché questo confronto crea tensione: ne sanno qualcosa gli psicologi. Quando viviamo “meno”, scattiamo meno foto, e questo arriva dai dati della pandemia, che hanno visto una riduzione del numero di immagini scattate nel mondo: meno occasioni, meno viaggi, meno incontri, meno uscite al ristorante... meno fotografie.
C’è il fenomeno di crescita della messaggistica privata, dove le immagini sono molto più condivise, e questo fa riflettere sul futuro dei social, che sono sempre meno luoghi per parlare di emozioni reali e sempre più per apparire, per provare ad essere “famosi/e”, per vendere qualcosa, anche solo la propria persona o la propria immagine.
Il mondo, poi, sta cambiando ulteriormente, e questo ovviamente a causa dell’Intelligenza artificiale generativa, che è arrivata e sta portando il mondo a vivere in modo diverso l’immagine, la fotografia, la rappresentazione della verità. Abbiamo dedicato a questo tema, a questo confronto, una parte della prossima newsletter di Aiway, in uscita martedì.
Ci piacerebbe una mano da parte vostra nel raccogliere info e dati sulla vostra percezione e considerazione dell’AI.
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Grazie e buona domenica!