Facciamo luce sulle rivoluzioni silenziose
Ci sono rivoluzioni annunciate e discusse, come l'AI, ed altre che invece arrivano silenziose, e pur molto vicine alla fotografia, sembra che nessuno gli presti attenzione. La luce, per esempio...
Nel panorama della fotografia professionale contemporanea, mentre le discussioni si polarizzano su sensori sempre più performanti, sul passaggio da reflex a mirrorless o sull'integrazione dell'AI nei flussi di lavoro, una trasformazione fondamentale sta avvenendo quasi inosservata. I principali produttori di flash fotografici da studio – nomi storici come Profoto, Elinchrom, Godox e Broncolor – stanno progressivamente virando verso sistemi di illuminazione continua a LED, ridefinendo l'approccio all'illuminazione professionale.
Questa evoluzione rappresenta molto più di un semplice aggiornamento tecnologico; è il riflesso di un cambiamento profondo nella pratica fotografica professionale. Al suo centro troviamo la convergenza tra fotografia e produzione video, che ha trasformato molti fotografi in creatori di contenuti multimediali, richiedendo attrezzature capaci di adattarsi fluidamente a entrambi i mondi. Anziché abbandonare completamente la tecnologia flash, i produttori stanno sviluppando sistemi ibridi intelligenti. Dal punto di vista tecnico, i LED offrono vantaggi sostanziali rispetto ai flash tradizionali. Il controllo dell'intensità luminosa diventa straordinariamente preciso, con modulazione fluida dal 100% allo 0%, superando le limitazioni dei flash convenzionali. La temperatura colore regolabile permette adattamenti immediati alle condizioni ambientali e alle esigenze creative, offrendo una flessibilità prima irraggiungibile.
Il principio WYSIWYG (What You See Is What You Get - ciò che vedi è ciò che ottieni) rappresenta forse il vantaggio più significativo dell'illuminazione LED continua. Eliminando la necessità di immaginare il risultato finale o affidarsi a lampade pilota approssimative, i fotografi possono vedere esattamente l'effetto luminoso in tempo reale, riducendo drasticamente i tempi di sperimentazione e aumentando la precisione, particolarmente in situazioni complesse.
In termini di efficienza, le lampade LED stabiliscono nuovi standard. Con una durata operativa che può raggiungere le 50.000 ore, riducono significativamente il costo totale rispetto ai flash tradizionali. Il risparmio energetico e il minor impatto ambientale aggiungono ulteriore valore in un'epoca sempre più attenta alla sostenibilità. Per le sessioni prolungate, i migliori modelli LED riducono le preoccupazioni legate al surriscaldamento o ai tempi di ricarica tipici dei flash.
Questa transizione non è però priva di sfide. Nonostante i continui progressi, la potenza delle luci LED non ha ancora universalmente eguagliato quella dei flash più potenti, specialmente in condizioni di forte illuminazione ambientale. Le caratteristiche della luce emessa possono inoltre differire sottilmente da quella dei flash tradizionali, richiedendo un periodo di adattamento tecnico e creativo. Al tempo stesso, il miglioramento della resa dei sensori, e specialmente dei software di elaborazione/miglioramento delle immagini, l'integrazione di strumenti di correzione della qualità grazie all'AI portano a richiedere meno potenza, e quindi tutto va a vantaggio di esigenze di potenza inferiori (non ultimo il tema ambientale)
Le diverse strategie adottate dai produttori – dallo sviluppo di sistemi ibridi all'ampliamento delle linee di prodotto con soluzioni LED dedicate – testimoniano la complessità di un mercato in rapida evoluzione. Per i fotografi professionisti, questa trasformazione rappresenta contemporaneamente un'opportunità di espansione creativa e una sfida che impone l'aggiornamento di competenze tecniche consolidate.
Ma c'è un altro segnale evidente: la luce LED risulta molto più vicina ad un approccio alla fotografia e al videomaking di un pubblico di content creator che trovano spazio sempre più importante nel mercato, la vera sfida per i fotografi e i produttori di immagini (fisse o in movimento) non sta nella tecnica, quanto nell'approccio: chi ha un approccio più moderno, fluido, privo di stereotipi del "come si producono le immagini" sta vincendo e lascia l'approccio tradizionale in un angolo. Beninteso, gli angoli, le nicchie, l'andare controcorrente, l'approccio indie... vanno benissimo purché sia ben chiaro che sono spazi piccoli, per pochi e ci si confronta solo tra "grandi", non c'è spazio per altro. La luce e la sua evoluzione l'abbiamo usata come metafora, a dimostrazione che ancora facciamo parte di questo mondo, che conosciamo bene, anche se lo vediamo molto distante dal dove dovrebbe posizionarsi sul mercato. In tante (qualcuno dirà “troppe”) occasioni parliamo di evoluzione legata all'intelligenza artificiale, e lo facciamo nella speranza di mostrare una via inevitabile, che richiede grande impegno e maturazione tecnica e creativa da parte dei professionisti che arrivano da altre esperienze. Abbiamo parlato di luce per far capire che se anche nel campo più puro della fotografia (non stiamo a ricordare che fotografia significa scrivere con la luce... è fin troppo banale fino al momento in cui vediamo la cura della luce nella fotografia sempre più di rado), allora ci preoccupiamo ancor di più nel vedere che sembra che ci sia un blocco dell'evoluzione, un tentativo di trattenere un passato che non tornerà più.
E, per concludere, ne abbiamo parlato perché alcune delle aziende più meravigliosamente impegnate nella luce flash da studio, sono aziende europee (Profoto è svedese, Broncolor e Elinchrom sono svizzere) e visto che il mercato più importante in questo settore sono gli USA, c'è un grande pericolo che con i dazi previsti da Trump queste aziende possano soffrire molto, e magari qualcuna potrebbe non sopravvivere: proprio la presentazione delle nuove luci LED di Elinchrom ha dimostrato una differenza di prezzo dei prodotti in Europa e negli USA; voi direte: è un problema dei fotografi americani che dovranno pagare di più. Ma se guardiamo bene, è un problema anche per l'Europa. Cosa c'entra tutto questo? C'entra, perché le tempeste che abbiamo di fronte a noi (tecnologiche, geopolitiche, culturali) dobbiamo imparare ad affrontarle, comprenderle, combatterle.
Criticare gli atteggiamenti di immobilismo della maggior parte dei professionisti del nostro settore non è da vedersi come una critica, ma come un tentativo disperato di aiuto. Non certo l'effetto placebo di chi cerca di dirci che va bene così, che alla fine tutto finirà per rimanere immobile. Pensateci.