

Scopra di più da Sunday Jumper
Fotografia computazionale: quando la foto della Luna diventa "falsa" e si avvicina alle immagini create dall'AI
Il discusso"Moongate", foto "vere" che però diventano false perché "potenziate" dall'AI in ripresa, fa riflettere sul futuro del ruolo della fotografia, per (ri)trovare un suo spazio nel futuro.
Synthography realizzata da Jumper con la nuova versione V5 di MidJourney
Lo abbiamo scritto diverse volte: siamo in un’era in cui i cambiamenti sono epocali. Siamo tornati al 1839, anno di nascita della fotografia, ma in questo caso noi - che ci occupiamo di fotografia da sempre (un “noi” che include tutti, o quasi, che leggono con pazienza e simpatia da tanti, tanti anni, ma anche quei “noi” che magari sono arrivati da poco qui, che non necessariamente si definiscono “fotografi”, ma che nell’immagine si rispecchiano e che di immagine si occupano) - dicevamo…. noi dobbiamo ricordarci il vero DNA della fotografia, che in questi anni abbiamo un po’ perso per strada. Quando è nata, la fotografia si è proposta come alternativa “realistica” migliore della pittura, creando un subbuglio, professionale e artistico, che poi ha portato ad una reazione evidente da parte della pittura che ha trovato in alcune tendenze delle nuove prospettive e visioni:
L'Impressionismo (1860-1880 circa) - gli impressionisti cercavano di catturare le sensazioni visive dell'esperienza, piuttosto che la realtà oggettiva. Utilizzavano pennellate veloci e spezzate e colori brillanti per creare un effetto di luminosità e movimento. Artisti di questa tendenza: Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas
Il Post-Impressionismo (1880-1905 circa) - i post-impressionisti erano interessati all'espressione emotiva e alla struttura formale delle immagini. Usavano colori vivaci e motivi decorativi per creare una sensazione di movimento e di astrazione. Artisti di questa tendenza: Vincent van Gogh, Paul Cézanne, Georges Seurat
L'Espressionismo (1905-1920 circa) - gli espressionisti cercavano di rappresentare la realtà attraverso l'emozione e la percezione soggettiva. Usavano colori vivaci e distorti per creare un senso di angoscia e tensione. Artisti di questa tendenza: Edvard Munch, Ernst Ludwig Kirchner, Wassily Kandinsky
Il Cubismo (1907-1920 circa) - i cubisti cercavano di scomporre la realtà in forme geometriche e di rappresentare l'esperienza visiva da più punti di vista contemporaneamente. Usavano colori tonali e spesso lavoravano in bianco e nero per creare una sensazione di profondità e di astrazione. Artisti di questa tendenza: Pablo Picasso, Georges Braque, Juan Gris
Oggi, la fotografia si trova nella situazione di tornare a difendere la sua posizione, professionale, creativa, artistica, tornando al suo punto di forza: il realismo, che vorremmo definire meglio come “realtà”. Siamo entrati, prepotentemente, in un’Era che sta correndo verso una capacità di produzione nel campo dell’immaginazione che è “letteralmente inimmaginabile”, che è quella dell’intelligenza artificiale, che si evolve alla velocità che spaventa, entusiasma, lascia senza fiato. Sono decenni che ci occupiamo di innovazione, e abbiamo anticipato, intuito, affrontato, spiegato, insegnato rivoluzioni che hanno davvero cambiato il mondo, ma questa rivoluzione corre alla velocità che si misura in mesi, non in anni, ma forse addirittura in giorni. In questa settimana due meteoriti si sono schiantati sul pianeta Terra, Chat GPT-4 (che è già entrato nel nostro flusso di lavoro) e la versione V5 di MidJourney all’interno della quale ci siamo già immersi con mente, anima e cuore dal primo minuto del suo annuncio in diretta: entrambi hanno fatto fare un balzo in avanti che ha trasformato in “vecchiume” le rivoluzioni delle versioni precedenti che ci avevano fatto gridare al miracolo meno di tre mesi fa con la V4, e un abisso rispetto alla versione 3 che ha sconvolto il mondo SOLO sei mesi fa. Siamo, come “esseri umani”, capaci di gestire un ritmo di evoluzione come questo?
In questo contesto, non scendiamo eccessivamente nelle rivoluzioni di GPT-4, che è stato integrato, alla velocità della luce, dentro Microsoft Office tramite il sistema Co-Pilot, che consente nell’ambito del lavoro di ufficio, di rivoluzionare i flussi di lavoro (dentro Word per creare relazioni, sommari di riunioni e di documenti complessi, dentro Excel per indicare flussi di conti ed analisi economiche semplicemente “parlando”, di creare delle slide partendo dal testo di un discorso per una presentazione, eccetera), ma è ovvio che i dubbi sulle competenze che davvero serviranno nel mondo del lavoro, nella sua globalità, sono all’ordine del giorno. ma vogliamo rimanere sul tema “veridicità”, “realtà”, “certificazione della realtà” che sono e saranno l’arma per garantire a chi vuole (giustamente) proseguire il proprio percorso di fotografia “pura”, perché non c’è dubbio che ci sarà strada anche per questo, anzi: ancor di più perché molti invece migreranno verso la generazione delle immagini usando l’AI, e si apriranno spazi per gli altri. La cosa che davvero va evitata è la “lotta priva di cultura”, quella che Kevin Kelly chiama Tech Panic Cycle e che dice:
ALLA SUA NASCITA, ogni nuova tecnologia innesca un Tech Panic Cycle.
Ci sono sette fasi:
Non mi annoiare con queste sciocchezze. Non funzionerà mai.
OK, sta accadendo, ma è pericoloso, perché non funziona bene.
Aspetta, funziona troppo bene. Dobbiamo azzopparlo. Fate qualcosa!
Questa roba è così potente che non è giusta per coloro che non possono accedervi.
Ora è ovunque e non c'è modo di sfuggirgli. Non è giusto.
Ho intenzione di rinunciare. Per un mese.
Concentriamoci sul vero problema, che è la prossima novità.
Non sappiamo in quale fase, tra queste sette, siete voi in questo momento, ma se volete contrastare questa rivoluzione, bisogna mettere da parte le frasi e gli atteggiamenti di circostanza, non funzioneranno… come diceva qualcuno:
Non si può fermare un’onda con la mano (ancor meno con le parole)
Questo articolo è nato partendo da un fatto che ha creato una forte discussione questa settimana: usando uno smartphone Samsung Galaxy S23, un utente di Reddit ha dichiarato che alcuni scatti fatti alla Luna risultavano “falsi”, perché la funzione Scene Optimizer (attivabile a piacimento, quindi anche disattivabile) lavora con la tecnologia computazionale, applicando sulle immagini scattate dettagli per ottimizzare la resa, facendo riferimento a librerie di un immenso numero di immagini e all’intelligenza artificiale che individuano all’interno della scena degli elementi, li analizzano, li migliorano. Ed ecco che la nostra Luna, che sarebbe riprodotta - senza una raffinata tecnica fotografica - come un brutto puntino luminoso mosso, sfuocato, sovraesposto, privo di dettagli di colore e di forme, di colpo viene “potenziata” per ottenere una fotografia “vera” che è stata “migliorata”.
La discussione che è nata è questa: si tratta di “deepfake”? di “fotografie false”? Difficile dare una risposta semplice, questo “Moongate” deve far riflettere. Poco importa, sinceramente, in questo caso, lo stesso trucco potrebbe essere effettuato in post produzione con Photoshop, inserendo una bellissima foto della luna scaricata da un sito di immagini free, oppure scattata in altro contesto, più controllabile, ma nel gioco del futuro, crediamo che la fotografia dovrà liberarsi - per risultare “vera fotografia” - trovare una dimensione dove anche i mezzi, le tecnologie, la documentazione, dovrà essere garantita: nessuna manipolazione, nessun uso di fotografia computazionale, nessun filtro, nessun preset. E questo ridisegnerà un ruolo professionale e artistico. Un’evoluzione che solo i più bravi potranno perseguire, perché senza trucchi, o si fanno magie vere, oppure si cade nella banalità, nella semplicità eccessiva, nella mancanza di impatto. Si dovrà tornare a parlare di ottica, luce, ma ovviamente di capacità narrativa, empatia, semiotica, sincerità, trasparenza, fiducia, etica.
Se non si sapranno raccontare storie, concetti ed emozioni, se si farà uso di trucchi, di soluzioni computazionali, di post produzione, allora… perché “scattare” delle “vere” fotografie? La Synthography - neologismo che vedremo sempre più presente, e che parla di questa nuova forma di comunicazione e di arte che usa l’intelligenza artificiale generativa - toglie la componente realizzativa pratica, per lavorare sull’immaginazione, e se il mestiere di chi realizza immagini è “immaginare qualcosa che non esiste”, allora… perché usare la fotografia, con tutte le sue complessità produttive (compresi i costi)? Meditiamo su cosa è la fotografia, se vogliamo parlare di fotografia e, specialmente, se vogliamo parlarne in futuro. E del suo ruolo, quello vero… non dire e non produrre bugie, e dimostrarlo con i fatti.
MESSAGGIO IMPORTANTE
Settimana scorsa abbiamo iniziato a chiedere: chi è interessato ad un laboratorio di informazione e di sperimentazione nel campo delle immagini generate dall’intelligenza artificiale? Ci avete risposto davvero in tantissimi, ma ora apriamo ancora di più il concetto: ANCHE voi che, magari, non trovate ancora affascinante questo mondo, che magari vi preoccupa o vi spaventa, che pensate che questa sia una strada negativa per il vostro futuro e per la vostra professione, non trovate che sia fondamentale conoscere meglio questa rivoluzione, per comprenderla, trovarne utilità o, addirittura, dopo averla conosciuta e compresa in profondità, trovare alternative che ne fanno totalmente a meno? Anche a voi, vogliamo parlare, perché stiamo realizzando un progetto davvero bellissimo, e sentiamo il bisogno di creare, evolvere, potenziare una cultura collettiva, e magari creare un dialogo costruttivo con chi invece a questo futuro crede e ha voglia di conoscere meglio (ovviamente, siete i primi con cui vogliamo coinvolgere). Scriveteci a questa email, e diteci se siete interessati ad approfondire, studiare, testare, metterci la testa e anche un po’ l’anima. E presto vi racconteremo tutti i dettagli, ma per ora abbiamo bisogno di sapere chi è interessato a salire con noi in questo futuro.
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