Fotografia vs Promptografia: la battaglia che definirà il futuro dell'immagine
Una mostra a Berlino ci da' l'occasione di riflettere sul presente e futuro dell'immagine
La fotografia è arrivata ad uno di quei punti di svolta che ne segneranno la storia. A Berlino, dal 2 al 30 marzo 2025, la mostra "RIVALS: Photography vs. Promptography" si pone al centro dell'acceso dibattito tra tradizione e innovazione. Non è solo un'esposizione, ma un vero manifesto di come stiamo affrontando il cambiamento epocale portato dall'intelligenza artificiale nel mondo dell'immagine.
La Photo Edition Berlin, in Mittelstrasse 53, ospita quello che potremmo definire un confronto diretto, dove i membri della Deutsche Fotografische Akademie dialogano - o forse si scontrano? - con i pionieri della promptografia, questa nuova forma espressiva che sta trasformando radicalmente il concetto stesso di creazione visiva.
E di scontro si tratta, perché da una parte troviamo la fotografia tradizionale, con la sua storia, il suo linguaggio, la sua capacità di catturare l'attimo e trasformarlo in eterno; dall'altra la promptografia, che non ha bisogno di un momento da catturare, ma solo di un'idea da trasformare in pixel. Boris Eldagsen, con la sua opera "The Electrician" del 2022, rappresenta perfettamente questa nuova avanguardia (immagine, che pubblichiamo qui sotto e che ha suscitato grande attenzione internazionale quando ha vinto nella categoria creativa dei Sony World Photography Awards del 2023, ma Eldagsen ha rifiutato il premio per sottolineare che le immagini generate dall’AI non dovrebbero competere con la fotografia tradizionale), mentre dall'altra parte Laurence Chaperon, con il suo storico ritratto di Joschka Fischer del 1999, incarna la tradizione fotografica più pura (la trovate nel carosello di immagini all’inizio di questo articolo, è la quarta immagine).
Qualcuno potrebbe ancora dire che è solo una moda passeggera, ma gli esperti sono di un'altra opinione (e noi, inutile dirlo, siamo tra questi). Questo confronto va ben oltre la tecnologia: mette in discussione cosa significhi davvero "creare un'immagine" nell'era digitale.
La mostra si sviluppa attraverso percorsi tematici che esplorano le diverse anime della fotografia contemporanea. Si parte dalla "fotografia come scuola di visione" con i lavori di Torsten Schumann e Kurt Buchwald, per arrivare all'intimità del ritratto come momento di connessione umana, magistralmente interpretata da Ursula Kelm. Ma è nella sezione dedicata alla fotografia documentaristica che la tensione si fa palpabile: le opere di Patrik Budenz e Thomas Knoefel ci costringono a chiederci cosa significhi "autenticità" quando un algoritmo può generare qualsiasi scenario con un realismo impressionante.
Ed è proprio nella sezione dedicata alla promptografia che troviamo forse gli spunti più interessanti. Artisti come Clint Enns e Merzmensch non si limitano a replicare la realtà con l'AI - sarebbe troppo banale - ma creano nuove dimensioni visive che sfidano i confini tra reale e artificiale. Siamo sicuri che questa non sia la strada giusta? O forse è semplicemente un'evoluzione inevitabile del linguaggio visivo?
La vera domanda è:
cosa rimane dell'essenza fotografica quando la tecnologia permette di generare immagini indistinguibili dalla realtà?
Perché è già così, le immagini fotografiche “vere” possono essere indistinguibili da quelle generate con l’AI (chi dice di no è perché non ha abbastanza sperimentato con sufficiente impegno o, peggio ancora, senza una sufficiente onestà intellettuale). L’altro giorno, abbiamo trovato una bella frase, che fa riflettere, secondo noi:
Il valore umano risiederà sempre più "nella capacità di navigare le ambiguità, non di risolvere problemi ben definiti”.
L'esposizione, ad ingresso gratuito e aperta tutti i giorni dalle 12 alle 20, si propone come laboratorio di riflessione sulla "verità del momento" fotografico. Non si tratta di stabilire se sia meglio il vecchio o il nuovo, ma di capire come la tecnologia stia effettivamente ridefinendo i confini della creazione artistica. La presenza di opere che spaziano dalla fotografia analogica alle più recenti sperimentazioni con l'AI testimonia la volontà di costruire un dialogo costruttivo tra tradizione e innovazione.
Per citare un dato significativo, un sondaggio del 2024 ha rivelato che il 60% delle persone ha incontrato un deepfake nell'ultimo anno e il 72% teme di essere ingannato quotidianamente da immagini manipolate. In questo contesto, l'invito degli organizzatori a "mantenere reale l'illusione" assume un significato profondo sulla necessità di preservare l'autenticità dell'espressione artistica, pur abbracciando le infinite possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
La mostra "RIVALS" non documenta semplicemente un confronto tra mezzi espressivi, ma si pone come catalizzatore di un dibattito fondamentale. Oggi, acquisire coscienza di quello che significa essere creatori di immagini è fondamentale per garantire un futuro alla fotografia. Non come la conosciamo, forse, ma come si evolverà nei prossimi anni.
Se siete a Berlino in queste settimane, non potete perdere questa occasione di riflessione. Una riflessione che facciamo costantemente, tutti i giorni, negli spazi che dedichiamo all'informazione e alla formazione dell'immagine AI, all'interno dei nostri progetti legati alla piattaforma Aiway LAB.
Ci vediamo settimana prossima, buona domenica a tutti!