Gestire la corsa all'oro dell'innovazione
L'intelligenza artificiale ci avvolge sempre di più, proponendoci l'opportunità di disporre di nuove competenze e competitività, ma bisogna attrezzarsi con metodo e con investimenti da calcolare.
Buona giornata a tutti,
bentornati a questo nostro appuntamento settimanale: il Sunday Jumper è tornato e siamo felici di ritrovarci.
Quante cose sono successe in questo mesetto di assenza da questi schermi? Guardando indietro, l'impressione è che tutto stia correndo a due velocità diverse. Da un lato, la nostra vita normale, quella "fisica", quella "tradizionale". Dall'altro, quella dell'innovazione, che si basa sulla cavalcata dell'intelligenza artificiale, che giorno dopo giorno fa passi da gigante, che fa capire che ogni anno è considerabile una "era".
Visto che il nostro lavoro si pone a metà tra queste due realtà (intendiamo ormai per “realtà” molte sfaccettature di quello che ci circonda, perché se c'è una parola che ha perso davvero quasi totalmente un valore, questa è "virtuale": ormai nulla è “virtuale”, tutto è una realtà ibrida, e quello che non è fisico non significa che sia meno "reale", quello che è “immaginato” non è necessariamente non reale), quindi proviamo a prendere il meglio di entrambi: non farci fagocitare dall’eccesso di velocità e dalla quantità di informazioni, e al tempo stesso seguire la corsa dell'AI, per raccontarla in tutte le iniziative che riguardano questa innovazioni (la nostra rivista, la nostra newsletter settimanale, i nostri corsi). È un lavoro così impegnativo seguire tutte le novità, aggregarle, unirle in una visione e non solo trasferirne la cronaca; per questo, abbiamo passato questa estate a rivoluzionare il nostro modo di raccogliere ed organizzare le informazioni e abbiamo deciso di investire tanto sforzo per trovare questo metodo. Con orgoglio, possiamo dire di averlo trovato, ed è un mix di strumenti, ma al centro abbiamo individuato il centro assoluto per la "nostra conoscenza": si chiama Obsidian, è meravigliosamente gratuito, open source ma specialmente aperto. È una soluzione ideale per salvare link (qualcuno di voi utilizza ancora la soluzione anni '90 del "preferiti nel browser”?), ma ancor di più per salvare contenuti, poterli ricercare, organizzare e connettere tra di loro. Siamo degli appassionati dell'idea che non esistono idee "originali", che tutto quello che possiamo "inventare" è già stato inventato, ma la grande opportunità per tutti noi è quella di "unire i puntini" e Obsidian permette proprio di organizzare i contenuti creando connessioni tra i vari tasselli di "sapere". Per fare un po' di storia - magari utile per chi come noi sente il peso di gestire quello che sappiamo, che abbiamo trovato, il cui valore può permetterci di essere più organizzati e specialmente più creativi in futuro (e nel presente) - segnaliamo che questa nostra ricerca in questi anni è passata da Evernote, a Notion che magari qualcuno usa, e ora ad Obsidian che ci sembra davvero la "nostra" soluzione. Insomma, per gestire tanto, serve un aiuto concreto, un luogo dove trovare e gestire quello che “sappiamo”.
Visto che abbiamo a che fare con molti fotografi, segnaliamo rimanendo nel campo dell’organizzazione dei contenuti, un altro strumento per organizzare le immagini, in particolare ideale per chi genera immagini AI, ma ovviamente disponibile per tutti i tipi di immagini. Si chiama Kive e diciamo che è particolarmente utile per le immagini AI perché permette di salvare tutti i metadati del prompt, degli stili (Sref), per poi riutilizzare queste componenti per generare altre immagini simili, per ricercarle, per aggregarle, per condividerle. E poi lo stesso strumento ci permette di fare una serie di interventi di correzione ed editing (ingrandimento, taglio, eliminazione del fondo, eccetera). Kive permette di fare molte altre cose, tra queste una funzione che troviamo davvero interessante, ovvero di poter salvare un frame anche di un video, per poterlo archiviare e poterne riutilizzare lo stile, complice anche la registrazione della palette colori. Ovviamente, questo sistema non sostituisce un sistema di gestione di immagini con la logica usata finora in fotografia, ma apre un nuovo orizzonte per trovare ispirazione, per lavorare con l’approccio dell’immagine AI che non è quella "analogica” di “recuperare il già scattato”, ma di trovare nuove fonti di ispirazione e di processi di creazione. Purtroppo, in questo caso, a parte la versione di prova che permette di sperimentare e di salvare fino a 300 immagini, c'è un costo da pagare, e questo è un altro tema che appare sempre più evidente in questo mondo che si evolve verso l'intelligenza artificiale di cui forse dovremmo parlare e che crediamo sia interessante.
Siamo infatti stati abituati da anni di web e di servizi digitali offerti gratuitamente, si è creata la cultura che "è tutto gratis" e questo ci porta al sorriso quando siamo clienti e pretendiamo di avere tutto senza pagare nulla, ma anche alle lacrime quando vediamo questo concetto da fornitori perché ci porta a subire questa mancanza di rispetto per quello che viene fatto (fotografi, autori, scrittori, formatori... tutti sono in questa barca che va alla deriva). Da quando si parla di intelligenza artificiale, tutto sembra essere migrato sulla stessa deriva, e tutti dicono "ormai con l'AI si può fare tutto gratis". Bene, non è così: l'AI crea grande entusiasmo nel mondo del business... perché genererà tantissimi soldi. Non solo in ottimizzazione, non solo in riduzione dei costi (se sarà così), ma perché gli utenti pagheranno questi servizi, e sarà impossibile non farlo: il conto dell’AI lo pagheremo noi, noi tutti.
Un interessante articolo su The Information (sito di informazione a pagamento che siamo molto contenti di pagare, malgrado il costo elevato) parlava proprio di questo. In pratica segnalava che OpenAI (la mamma e il papà di ChatGPT) sta considerando abbonamenti più costosi per il suo chatbot AI, ChatGPT appunto, con prezzi che potrebbero arrivare persino (nelle sue versioni più evolute) a $2,000 al mese, ma in ogni caso se questo è un estremo, è probabile che dovremo abituarci ad abbonamenti mensili che possono e potranno essere di diverse decine di euro, se non di centinaia. Questo riflette i costi elevati di gestione e sviluppo dei nuovi modelli di linguaggio avanzati come Strawberry e Orion di cui si sta parlando da qualche settimana con insistenza, ovvero un nuovo traguardo nell'AI che arriverà, ma anche la questione dei consumi elettrici, il costo dell’hardware, la ricerca e lo sviluppo. La decisione sui prezzi influenzerà OpenAI, che è leader di questo settore, ma anche i concorrenti come Google e Anthropic, quest'ultima è quella che propone l'AI concorrente a ChatGPT che si chiama Claude e che ha come principale investitore Amazon che ha già detto che integrerà Claude all'interno di Alexa, e che probabilmente offrirà questo servizio a pagamento. Anche Apple, che domani presenterà i suoi nuovi iPhone con l'intelligenza artificiale a bordo (che però in Italia e in Europa arriverà più tardi a causa di problemi di carattere burocratico) dice che all'inizio questo servizio integrato a Siri "evoluto" sarà gratis, ma poi costerà. Per quello che riguarda Google, si prevede che le ricerche che verranno sempre più eseguite con la "comoda" AI non saranno gratis, come finora, ma verranno offerte a pagamento. Samsung, altro grande player del mondo degli smartphone e in generale dell'elettronica, ha lanciato la filosofia AI per tutti, e ancora una volta la visione non è quella di "regalare" queste funzionalità, ma di proporle a caro prezzo. In tutto questo, aspettatevi costi a parte per sfruttare l’AI di Adobe (Firefly), Figma, e altri… insomma… iniziamo a fare i conti, perché per ora ci stanno promettendo l’oro gratis, ma si sa che non sarà affatto così in futuro.
Cosa significa tutto questo?
Non certo che possiamo allontanarci dall'innovazione dell'AI, tutt'altro, ma che dobbiamo capire che prima di tutto l'intelligenza artificiale è una risorsa potente, ma costosa, ed è una risorsa che però dobbiamo poterci permettere, perché se è vero che non sarà l'AI a "rubarci il lavoro", professionisti ed aziende che la usano (bene), anche investendoci e comprendendo ovviamente su cosa investire e in che modo usarla, potrebbero farlo, domani e anche oggi. Abbiamo un percorso che ci impegnerà tanto, per capire - come dicevano all'inizio - come trovare un equilibro tra la corsa forsennata e il trovare il proprio spazio. Le due cose non sono in contrasto, ma ciascuno di noi deve impegnarsi per trovare la strada, sapere quando correre e quando rallentare, quando buttarsi e quando fermarsi.
Ci vediamo settimana prossima, buona ripartenza a tutti ;-)