

Scopra di più da Sunday Jumper
Guardami, capirò chi sei (ma non solo io)
L'immagine è sempre più usata nell'AI per analizzare, tracciare e interpretare le azioni e il pensiero delle persone. Saperne di più è un dovere, ancor più per chi si occupa di comunicazione visiva.
Photo by Amanda Dalbjörn on Unsplash
In un mondo governato dall’immagine, c’è una specifica area di questo settore che non viene abbastanza percepita da chi di immagine si occupa, ci vive e pensa di conoscerne i confini. Questa area dell’immagine è direttamente legata a delle applicazioni di intelligenza artificiale.
Siamo ancora forse convinti che la nostra condizione di esseri umani non sia poi così diversa da quella dei nostri genitori, forse anche dei nostri nonni. Certo, tutti ci accorgiamo delle innovazioni, ma scendendo ai minimi termini a volte non è semplice percepire grandi evoluzioni. Eppure, quello che succede è che la nostra vita, la nostra identità, il nostro “essere sulla Terra” ci mette di fronte ad una serie di interrogativi, ma anche ad una serie di rischi che, per fortuna, qualcuno - specialmente in Europa - cerca di decodificare e su cui cerca di legiferare, per evitare problemi gravi nel prossimo futuro.
Qual è il problema con l’intelligenza artificiale?
Molto semplice: le applicazioni che usano queste tecnologie, questi algoritmi (tra l’altro generati in partenza dall’essere umano, per natura imperfetto, ma che poi si evolvono senza che chi ha “scritto” questi algoritmi possa di fatto prevedere tali evoluzioni al 100%) sono sempre più utilizzate per prendere decisioni importanti sulla vita degli esseri umani, riducendo fortemente, o addirittura eliminando in molti casi, la supervisione o la responsabilità all’uomo. Le conseguenze possono essere devastanti: si parla di arresti illeciti, di voti errati nell’ambito scolastico o di analisi rovinose nella finanza. Il problema riguarda tutti, ma ci sono delle fasce più a rischio: le donne, i gruppi emarginati e le persone di etnia diversa da quella caucasica, molti studi hanno infatti evidenziato che addirittura negli algoritmi (lo ripetiamo, nati dall’essere umano), ci possono essere tracce di razzismo o di mancato rispetto delle uguaglianze.
Una delle armi più forti per alimentare gli studi e le evoluzioni dell’AI è legata al tracciamento del viso, ormai una consuetudine in tutte le città, in tutti i luoghi “ad alto rischio” e comunque in tutte quelle situazioni in cui qualcuno (il decisore, un potere forte) può permettersi di controllare una massa di persone, che sono quasi sempre ignare, e quindi impotenti. Queste installazioni sono spesso non dichiarate, nemmeno se ne segnalano le intenzioni (a cosa servono, che tipo di dati catturano, dove vengono conservati, come vengono utilizzati) e aprono di fatto al rischio di una sorveglianza di massa incontrollata e non motivata.
È quindi importante sapere che si sta discutendo una legge, in Europa, per controllare e limitare queste azioni, siamo ancora lontani dalla sua possibile approvazione (si ipotizza un anno, ancora), che da un lato potrebbe limitare di molto questo controllo senza controllo, dall’altra ovviamente rischia di limitare, se non bloccare l’innovazione, che come sempre porta anche (non solo) elementi positivi. A questo link, se vi interessa, trovate interessanti approfondimenti su questa legge e sulla sua visione, siamo sicuri che troverete spunti importanti da valutare, specialmente se siete in quella categoria di persone che reputa che tutto questo non è interessante o che possa riguardarvi, che tutto questo è un problema solo per chi “ha qualcosa da nascondere” (e, no: al contrario, riguarda tutti).
Ma oltre al riconoscimento facciale, usato per identificare e tracciare i movimenti e le azioni delle persone, ci sono altri fattori che riguardano l’intelligenza artificiale e che come abbiamo detto sopra riguardano la corretta analisi dei temi sul genere, il sesso, il percorso e le azioni analizzate dagli algoritmi, l’etica, la religione, ma addirittura si interviene per provare a comprendere le emozioni, addirittura a pretendere di comprenderle. Ci sono algoritmi che sono stati infatti creati per intercettare le espressioni del viso, i micro comportamenti, i gesti, l’inflessione della voce al fine di intuire quello che le persone pensano, anche nelle loro sfere più profonde ed intime. Per esempio, Zoom - la piattaforma che ormai tutti abbiamo imparato ad usare durante la pandemia e che non ha abbandonato le nostre abitudini quotidiane - ha annunciato di avere sviluppato una tecnologia che può essere integrata nelle sue video call e a causa di questo si è prima creata una discussione accesa (ne parlano qui) e poi è stata scritta una lettera aperta firmata da 27 associazioni per i diritti umani che chiedono di non integrare tale tecnologia, ora e mai).
L’immagine e la rappresentazione del nostro viso e del nostro corpo è sempre più un mezzo per capire chi siamo, cosa pensiamo, cosa compriamo (altro che l’apparenza non non è importante!). Al tempo stesso, l’analisi algoritmica ci permette ancora di districarci tra reale e falso: nel settore del porn deepfake (usato per far “apparire” delle persone all’interno di scene di carattere sessuale a scopo di molestia o di discreditamento) si sta usando queste tecnologie di intelligenza artificiale per dimostrare che i personaggi “inseriti” non erano in quel momento coinvolti in quelle scene. Come detto, non tutta l’innovazione è malevola.
Ma siamo appena agli inizi perché fino ad ora (forse) siamo ancora capaci di distinguere gli esseri umani dai non umani, ma per quanto ancora?
Ci sono aziende come PantheonLab che sta lavorando su progetti che sostituiscono gli esseri umani con forme così credibili da crearci davvero delle titubanze e dei dubbi. Da quando le relazioni passano sempre di più da uno schermo, tutte le certezze su quello che vediamo o pensiamo di vedere cambiano.
Forse qualcuno ha sentito le discussioni che riguardano le installazioni delle antenne 5G Huawei che hanno portato al bandirle da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e di recente Canada (tutte facenti parte dell’Alleanza dell'intelligence Five Eyes) può comprendere che ci sono concrete ipotesi che la nostra privacy possa essere a rischio. Si è parlato anche di una possibile partnership segreta tra Huawei e il governo serbo che starebbe trasformando Belgrado in una distopia digitale, qui sotto un video di un gruppo che si sta preoccupando di mappare tutte le videocamere che - nascoste tra quelle che si occupano di monitorare il traffico delle auto nelle strade - sono in realtà anche in grado di catturare e tracciare il volto dei passanti.
Cosa possiamo fare, noi normali esseri umani, magari specializzati nella comunicazione visuale e che quindi ogni giorno creiamo immagini e ci interfacciamo con esse?
Prima di tutto, cercando di capire - aldilà della tecnologia - la componente etica, e magari cercare di comprendere meglio questi aspetti cercandoli in quelle realtà che si sono mosse già in questo senso da anni, per esempio Equal AI, che cerca una strada per guidare un movimento per un'intelligenza artificiale innovativa, responsabile e inclusiva. E poi guardandoci attorno, cercando di non essere chiusi in noi stessi e concentrati solo sul nostro piccolo mondo, magari quello che ci viene proposto da un piccolo schermo di uno smartphone. Qualche giorno fa sentivo dire che ormai se vediamo qualcuno che è fermo in strada, su una panchina, appoggiato ad un palo che non sta guardando il proprio smartphone e magari si guarda in giro, finisce che pensiamo che “sia uno strano, chissà perché si guarda in giro”… Bene, anche a rischio di apparire “strani”, guardiamoci attorno, perché attorno a noi il mondo inizia (prosegue) a fare di noi dei generatori di dati e di informazioni, che poi verranno usate quasi mai a nostro vantaggio e, talvolta, anche contro di noi.
I JUMPERlinks per approfondire questi argomenti
Ci siamo accorti che spesso i link inseriti nel testo vengono poco utilizzati dai lettori, ma in ogni caso è comodo comunque avere le fonti che vengono citate nei nostri articoli, visto che non tutte vengono citate al loro interno. Da questa settimana, vi forniamo questo elenco qui di seguito, vi sarà più facile recuperarli, nel caso possano servirvi, ora o in futuro.
https://www.technologyreview.com/2022/05/13/1052223/guide-ai-act-europe/
https://www.technologyreview.com/2022/05/13/1052223/guide-ai-act-europe/
https://www.protocol.com/enterprise/emotion-ai-sales-virtual-zoom
https://www.fightforthefuture.org/news/2022-05-11-letter-to-zoom/
https://www.technologyreview.com/2021/02/12/1018222/deepfake-revenge-porn-coming-ban/