I fotografi saranno sostituiti dall'AI? Si, ma non voi...
Le macchine e le tecnologie sembrano sempre pronte a sostituirci, a metterci in un angolo. Ma poi, chi non si fa mettere in quell'angolo, ne esce sempre bene. Qui vi spieghiamo come riuscirci...
I fotografi stanno perdendo il loro lavoro? Rischiano di dover chiudere le fotocamere in un armadio, perché tra breve non serviranno più fotografie? Ci sarà qualcuno che, in ambito legislativo, potrebbe riuscire a proteggere o difendere questa categoria che rischia di rimanere priva della natura stessa della propria sostenibilità?
Parliamo di numeri. Secondo le ultime stime (Confartigianato), i fotografi nel 2021 in Italia erano solo 13.740, ma possiamo essere sicuri che, al netto delle attività “in ombra”, il numero in questi ultimi due anni sia sceso ulteriormente, e con l’evoluzione dell’AI generativa ci sarà un’ulteriore e netta involuzione.
Quale può essere l’interesse della politica nei confronti di un numero così esiguo di professionisti “a rischio”? E, specialmente, cosa potrebbe fare una legge, o quale tipo di minimo contributo potrebbe offrire ad una categoria così “periferica” in un momento persino le promesse che sono state fatte nei confronti di categorie decisamente più popolari ed importanti sono fortemente ridimensionate (come il “bonus mamma” per incentivare la natalità delle mamme lavoratrici che, pur approvato, è stato inserito solo in ottica sperimentale, e con valori molto più circoscritti e limitati, ovviamente per mancanza di risorse economiche)?
Non speriamoci, non è lì che si trova una soluzione, ne siamo convinti.
La preoccupazione della perdita del lavoro a causa dell’AI invade tutti i settori, ma ovviamente si sente ancora di più nelle aree del lavoro che già subisce una forte contrazione e, addirittura, una perdita di identità e di ruolo come per la fotografia. Quello che suona come una campana a morte, però, non corrisponde al vero, almeno quanto - e parliamo degli anni ‘30 - l’economista britannico John Maynard Keynes scriveva:
Siamo afflitti da una nuova malattia chiamata disoccupazione tecnologica. I progressi che risparmiano il lavoro stanno superando il ritmo con cui possiamo trovare nuovi usi per il lavoro.
La tecnologia in questo caso - fa sorridere - era quello che portava alla commutazione meccanica adottata dalla rete telefonica della nazione Americana, che stava cancellando la necessità di operatori telefonici locali, uno dei lavori più comuni per le giovani donne americane all'inizio del XX secolo. Nella storia, ci sono state tante rivoluzione che hanno portato a trattare le “macchine” come dei Frankenstein pronti a fagocitare gli esseri umani e prendere il loro posto. Eppure, tutto questo non è mai successo, e oggettivamente è difficile pensare che sarà così in futuro, anche se ovviamente l’impatto dell’AI sarà molto più devastante rispetto al cablaggio della rete telefonica negli anni ‘30: ma ogni evoluzione/rivoluzione apre occasioni, non le chiude. Anzi.
Quello che serve, con urgenza, è capire come trasformare in vantaggio e valore quello che matura come innovazione, e lo si può fare in un solo modo: informandosi, studiando, accettando di affrontare il futuro con un approccio costruttivo e non distruttivo, ci sono strade sia per trasformare il “nemico” in alleato, oppure nell’essere una “alternativa” al dove tutti si stanno dirigendo.
Abbiamo dedicato al tema “Come farsi pagare un’immagine AI?” un lunghissimo articolo su Aiway Magazine 2, che vi consigliamo di leggere (la lettura richiede un abbonamento, ma oggi potete anche iscrivervi un solo mese a una cifra irrisoria per avere tante informazioni e formazione sul come muoversi in questo nuovo mondo). In questi mesi, stiamo vedendo come il mercato si sta muovendo, le occasioni che si stanno aprendo, e sapete qual è la più interessante parte di questo discorso? Che stiamo sempre più vedendo l’integrazione tra fotografia e AI, tra video e AI, tra 3D e AI, tra immagini “reali” e immagini “virtuali”. C’è tantissimo da costruire, da scoprire, da “usare” per disegnare il futuro di una professione che è tutt’altro che “finita”, anzi: si espande, cresce, si evolve, e trova spazi nelle tecnologie che sembrano “allontanarci” dalle esigenze delle “fotografie vere”, e invece è proprio l’opposto.
L’ AI apre i confini, non li chiude, l’AI alimenta nuove esigenze fotografiche, ma se rimanete fuori e le vedete solo dalla finestra, non potrete usarle, non potrete sfruttarle. E ancor meno potrete contrastarle.
Vi facciamo uno spoiler che abbiamo proprio letto oggi: Samsung, una delle aziende che più ha sviluppato le tecnologie della fotografia sugli smartphone (e quindi in gran parte responsabile della “battaglia” con la fotografia scattata dai professionisti con le “fotocamere vere”) sta guardando all’AI come una soluzione per arginare i profitti in calo. Il nuovo Galaxy S24 invece che spingere su altri e nuovi livelli fotografici, punta al creare nuova attenzione, spostandosi dalla fotografia all’AI, e ha attivato anche servizi che “per un anno saranno gratuiti” ma poi verranno fatti pagare. Crediamo che questo sia un segnale per capire che forse la fotografia interesserà meno in futuro a questi grandi gruppi, e questo potrebbe dare invece nuovi spazi da occupare ad una visione del settore più verticale, più professionale, più “vicina” al pensiero dei fotografi. Ma, torniamo a dirlo, solo una profonda presa di coscienza del potenziale, delle integrazioni, dello studio dell’AI, in termini di generazione ma anche di tecnologia pura, aprirà queste porte e queste occasioni. Per esempio, guardate questo video che abbiamo pubblicato qui, e che mostra il potenziale dell’AI per ingrandire immagini.
La fotografia non è superata, i fotografi non sono superati. Ma potrebbero essere superati da chi integrerà l’AI nel proprio flusso fotografico. Pensateci, se volete siamo qua ad aiutarvi, come abbiamo sempre fatto, in questi decenni ;-)
Se hai trovato interessante questo articolo, condividilo con chi vuoi