

Scopra di più da Sunday Jumper
Il Cyberpunk, la relazione tra umani e macchine e la metafora del pulcino
Nell'evoluzione della relazione tra uomini e macchine, nell'era in cui l'intelligenza artificiale sembra portare via il lavoro dei creativi, è importante fare il punto: lo facciamo in un evento online
"L'indifferenza è molto più difficile da correggere della semplice ignoranza"(Cory Doctorow)
Da anni, troppi, cerchiamo di combattere l’ignoranza (intesa in senso non offensivo, intendiamo il “non sapere”) e sappiamo bene che la vera battaglia riguarda invece l’indifferenza. Per questo, abbiamo apprezzato tantissimo la frase qui sopra, citazione da un libro di una delle persone che più apprezziamo nel mondo della cultura digitale, Cory Doctorow (che è uno scrittore, giornalista, attivista e come scritto sul suo biglietto da visita “Internet User”, per giocare con l’insensatezza delle definizioni e dei ruoli che si stampano sui biglietti da visita… compreso il concetto stesso dello stamparli, i biglietti da visita, noi da tempo siamo passati a soluzioni digitali).
La mancanza di conoscenza si può superare, non è nemmeno difficile: basta un po’ di pazienza, di impegno, qualche tutorial, un orientamento, un briciolo di capacità nel fare formazione da parte di chi deve “aprire la mente” delle persone. L’indifferenza, invece, è terribile, non si può combattere, servono armi potenti e spesso nemmeno quelle riescono ad avere effetto.
Rimanere indifferenti significa non accettare di mettersi in gioco, di esplorare terreni sconosciuti, essere curiosi, porsi nell’ottica di voler capire di più e meglio quello che si trova davanti ai propri occhi. Siamo in un’era in cui l’accesso a tutto è così semplice che viene dato per scontato, e ancor di più si pensa che sia sufficiente rimanere in superficie, per sapere tutto. C’è indifferenza e si evita, sempre di più, di andare in profondità, di capire e di creare connessioni più ampie e più profonde. Lo vediamo negli occhi sia dei professionisti che dei giovani che ancora studiano, il bello è che ormai diventa facile identificare quelli/e che invece meritano maggiore attenzione e aiuto: sono quelli e quelle che hanno gli occhi che brillano, che scavano, che non si accontentano. Nel guardare questi occhi, alimentiamo la speranza che supera anche il qualunquismo che fa di ogni erba un fascio (i giovani non sono interessati, i vecchi non vogliono capire l’innovazione, eccetera… luoghi comuni che non sono mai assoluti, anzi).
Tutto questo ci viene in mente, e lo vogliamo provare a mettere sul tavolo in questa occasione, perché è ormai evidente che la sfida per mantenere il proprio spazio e ruolo lavorativo (presente o futuro) si sta scontrando con la velocizzazione degli sviluppi dell’intelligenza artificiale, ma al tempo stesso ci permette proprio di parlare del fatto che le dichiarazioni che sentiamo in giro in questo periodo - dove si esaltano i risultati eccezionali dei sistemi che permettono di generare contenuti (immagini, testi, video, interfacce) tramite intelligenze artificiali e sembra che ormai le macchine stanno raggiungendo la capacità del cervello umano (o manca poco) - sono totalmente sbagliate: le macchine più potenti non riescono ancora ad avvicinarsi all’intelletto di un insetto, prima di arrivare ad un animale come può essere il nostro gatto o canarino passerà tanto tempo, figuriamoci per avvicinarci all’essere umano, e ancor più a un umano “intelligente”, dal QI elevato (già, perché poi tra umano e umano c’è una bella differenza di intelligenza…).
Eppure, qualcuno potrà citare esempi in cui la macchina ha già superato, ripetutamente, il migliore giocatore di scacchi al mondo e simili altre sfide che abbiamo potuto documentare… bisogna essere ben intelligenti per vincere su un campione di scacchi? No, non serve essere intelligenti, basta avere memorizzato tutte le possibili combinazioni di mosse, ed avere un enorme bagaglio che confronta ciascuna mossa in una probabilità di successo, semmai rafforzata dalla libertà “non umana” di seguire strade diverse da quelle già tracciate dall’essere umano, che spesso considera tali mosse “sbagliate”. Già, seguire strade apparentemente sbagliate è una forza che possono avere le macchine, molto meno gli umani. E, comunque, in tutti i lavori ci sono tante procedure che non richiedono “intelligenza”, ma solo capacità operativa, automatizzazione di flussi sempre uguali, che le macchine possono svolgere, molto meglio, con maggiore precisione ed efficienza, e a costo quasi pari allo zero: gli umani che guarderanno al futuro con indifferenza rischiano, tanto, di rimanere senza un ruolo e un mestiere.
Per capire meglio cosa significa confrontarsi con l’intelligenza, quella artificiale e quella umana, serve capire come funziona la mente e come funzionano le macchine, accettare che il confronto tra questi due estremi deve portarci a non basarci - come le macchine - sull’allenarsi su degli specifici e limitati data-set pre impostati e definiti da dei recinti ben nitidi, ma sulla capacità di guardare oltre. E torniamo, quindi, al confronto tra ignoranza (la sensazione del “non sapere”, che è meravigliosa se si ha la voglia di sapere, quindi di capire, quindi di crescere costantemente) e indifferenza, che fa credere di non avere bisogno di informarsi, e nemmeno di rimanere connesso con la mente.
Martedì 21 febbraio, parleremo di questi temi, partiremo dalla metafora del pulcino, una storiellina che ci ha colpito moltissimo quando eravamo giovanissimi, e che pensiamo sia calzante. Sarà una chiacchierata gratuita di un’oretta all’interno degli eventi organizzati dagli amici di Tau Visual (formalmente Associazione Nazionale Fotografi Professionisti), però è dedicata in esclusiva ai soci iscritti. Il titolo è Fotografi Cyberpunk, e in sintesi si parla di come la cultura che arriva dai libri che per primi hanno "raccontato" il futuro con incredibile nitidezza si ritrova oggi in una realtà che possiamo costruire. Un viaggio tra reale e virtuale, dove si proporrà una filosofia di fondo che ci porterà a capire chi siamo e cosa saremo.
Se siete dei fotografi (o volete diventarlo, parliamo in questo caso ai giovani, studenti o agli appassionati che vorrebbero entrare in questo mondo professionale) potete iscrivervi, rinnovare la vostra tessera (ne vale la pena, specialmente in questo periodo di incertezze ed evoluzioni: sono pochi centesimi al giorno per avere un intero anno di supporto e occasioni di dialogo e incontro) o tornare a voler considerare il concetto che l’unione fa la forza, e che le forze sono necessarie, potete contattare l’associazione qui [LINK]. Ci vediamo? ;-)
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