Il tempo, questo sconosciuto?
Siamo ancora capaci di regalarci del tempo? Siamo ancora in grado di attendere qualcosa, per vivere l'emozione di qualcosa che non possiamo avere subito? Chissà, domandarselo è già un inizio...
Siamo ancora capaci di fare qualcosa con calma, regalandoci il tempo necessario per poter assaporare il “vero valore” di quello che stiamo facendo? Il tempo davvero è un bene che abbiamo perso? Oppure che non sappiamo più come gestire? Che non sappiamo più come usare?
Qualche giorno fa è apparsa nel nostro flusso di notizie l’arrivo della (tanto.... tanto?) annunciata versione replica di una fotocamera leggendaria, la Rollei 35. Una proposta di questa azienda che storicamente ha lavorato nel riproporre fotocamere a sviluppo immediato e che più di un anno e mezzo fa ha proposto il progetto di “rinascita” di questa fotocamera piccolissima e bellissima, dotata originariamente di ottica Carl Zeiss.
Non ci siamo iscritti alla lista per il pre-ordine per molti motivi, ma il principale è che quella fotocamera, quella originale, la possediamo: nello specifico, parliamo della Rollei 35S con ottica Sonnar 2,8/40 mm, nata esattamente 50 anni fa, un vero gioiellino tutto di metallo, dalla compattezza all’epoca rivoluzionaria (è stata per anni la fotocamera 35 mm, quindi per “i rullini” 24x36 standard, più piccola al mondo, superata solo successivamente da un’altro gioiellino, la Minox 35 GT). Qui sotto, un confronto con le minuscole AirPods e con la nostra mano (che già è piccola).
L’abbiamo recuperata dalla scatola di “vecchi ricordi fotografici” e attualmente è appoggiata sulla nostra scrivania, accanto alla tastiera, agli AirPods, all’iPhone (che ormai da anni svolge esattamente il ruolo di questa e di altre fotocamere che sono prive di vita in casa) e ad altre mille cose tecnologiche. E la voglia di dire... beh, ma perché non usarla, per qualche progetto speciale?
Abbiamo pensato alla magia che si poteva portare avanti, passando magari una giornata in attesa della foto giusta, del ritratto giusto da catturare. Una soluzione che non sarebbe possibile consumare subito: premesso che la pellicola caricata disporrebbe di 24 o 36 scatti, quindi finire un rullino richiederebbe comunque del tempo, poi ci sarebbe la fase di sviluppo, poi quella di stampa. Per curiosità abbiamo fatto un giro per vedere chi sviluppa ancora bianco e nero a Milano, e abbiamo trovato lui, che è una vecchia conoscenza, di sicuro ce ne sono altri, così come si potrebbe poi mandare per lo sviluppo e stampa fotografica ad un negozio che fanno parte della rete Rikorda oppure Photosì o i molti (si, ce ne sono ancora parecchi) servizi di sviluppo rullino e stampa, per esempio questo.
La domanda è se sappiamo cosa farcene del tempo, se abbiamo voglia di regalarcelo, del tempo. Se possiamo ancora accettare l’attesa. È buffo perché in certi casi, l’attesa è diventata normale, per esempio nell’e-commerce: si compra su Amazon e non c’è un trasferimento immediato tra soldi spesi e oggetto/prodotto ricevuto, bisogna aspettare un giorno, o anche diversi giorni. Siamo animali strani, corriamo e non capiamo verso dove stiamo correndo, abbiamo forse paura che se ci fermiamo iniziamo a pensare, e questo è sempre meno accettato, desiderato. Se si corre, non serve pensare, nemmeno chiedersi dove si sta andando e ancor meno perché andare.
Sappiamo solo che in queste settimane abbiamo tirato fuori una penna (una “quasi stilografica”) che abbiamo tanto amato, e stiamo provando a riusarla, su un blocco di carta bella e levigata. Abbiamo questa Rollei 35S che ci guarda, sul tavolo pieno di ingredienti digitali, e ci sta dicendo qualcosa... che non capiamo ancora, anche se ci ha portato a scriverlo. In bagno abbiamo messo un libro cartaceo (non c’era una versione digitale, ma non ci è dispiaciuto comprarlo cartaceo). È in bagno perché speriamo almeno lì di poter avere qualche minuto per leggerlo, non ci siamo ancora riusciti, ma almeno è un tentativo.
Domandiamoci, in un mondo che corre, non tanto perché si corre (lo sappiamo bene tutti perché si corre, inutile che facciamo i radical chic... si corre perché se non si corre in questo mondo difficilmente si riesce a sopravvivere), ma cosa sia il tempo, se possiamo regalarcelo, ogni tanto, se possiamo pensare che ci possono essere idee, soluzioni, e anche servizi che proprio dall’attesa traggono il maggiore beneficio. Forse ci aiuta a capire qualcosa di più: di noi, di questo mondo, e anche della sua evoluzione, se troviamo un equilibrio, forse sarà più facile anche affrontare l’innovazione e le urgenze. Se tutto è sempre e solo urgente, allora tutto diventa privo di senso, e il senso è forse l’unica cosa che non possiamo perdere.
Ok, fa caldo, siamo tutti stanchi, abbiamo bisogno di vacanze. Ma questo è un pensiero che va oltre alla situazione del momento... regalatevi un momento per rifletterci, se volete.
Buona settimana, ci vediamo domenica prossima con il Sunday Jumper ,-)