Immersione totale, il futuro diventa realtà... oggi.
Dopo tanto parlare, è arrivato il momento in cui il futuro diventa realtà, ed entra nella vita delle persone. Con quello scetticismo che poi verrà deriso quando il quadro sarà ormai stato svelato.
In questi giorni, negli USA, è partita la fase di pre-acquisto di uno degli oggetti al momento meno compresi, meno apprezzati, di sicuro il più deriso e quello che tutti si aspettano sarà un grande flop.
Spoiler:
Se appartenete a alle persone che pensano questo (o almeno parte di questo) in relazione al VisionPro di Apple, non fermatevi andando oltre, visto che considererete tutto questo qualcosa di privo di interesse, e ascoltateci (leggeteci).
Togliamo subito il dente: alla domanda:
Quanti saranno i “pazzi” che spenderanno attorno ai 3500 dollari (anche più a seconda delle configurazioni) per un gadget che si userà per un’ora e poi finirà in un cassetto?
La risposta è, sinceramente: pochi. Anche se siamo sicuri che questi “pochi” non saranno i numeri che forse vi aspettate, perché saranno di più: si stimano infatti 350/400 mila unità vendute, quest’anno, che dovrebbero arrivare a quasi un milione e mezzo per l’anno 2025, ed oltre 12 milioni nel 2028, secondo le stime di Statista.
Che senso ha, quindi, occuparsi di un “giocattolo” che anche tra 5 anni avrà un impatto, in termini di numeri, davvero molto esiguo? Il senso non è legato all’oggetto, ma al fatto che l’oggetto in sé unisce in modo incredibile centinaia di tasselli che, finora, abbiamo visto maturare e che ci accorgiamo solo ora essere parte di un disegno più completo, dove al centro ci siamo noi, esseri umani. È impressionante vedere che il disegno generale ci fa capire che, da oggi in avanti, questi singoli tasselli guadagneranno, di colpo, una dimensione più importante, addirittura un senso. Proviamo ad esplorare questi “tasselli”:
Pensate allo scanner LiDAR, presente in sordina negli iPhone da diversi anni, che ora diventa lo strumento per poter unire i mondi fisici e virtuali creando una mappa 3D che si fonde con l’ambiente circostante, per riprodurre con precisione ed accuratezza i contenuti digitali nello spazio. E viverli insieme.
Pensate all’Audio spaziale (quello che ci sta accompagnando all’interno delle cuffie che stiamo usando per ascoltare la musica mentre scriviamo questo articolo), sono un paio di anni che se ne parla per la musica, ma ora non rimarrà più confinato nell’esperienza musicale isolata tramite una cuffia, per propagarsi invece nello spazio integrandosi con il suono “esterno”. Le “casse” audio a doppio driver posizionate accanto a ciascun orecchio offrono infatti nel VisionPro un suono personalizzato che permette di sentire ciò che ci circonda. L'audio spaziale ora potrà far percepire i suoni come se provengono dall'ambiente circostante. Il ray tracing audio analizzerà le proprietà acustiche della stanza per adattare e abbinare il suono allo spazio.
Pensate agli schermi, tanto si è parlato della qualità dei micro‑OLED ma, alla fine, quanto hanno cambiato la nostra vita nell’uso sui device “normali”? Poco. Ora, però, li avremo a distanza ridottissima dagli occhi, e la loro qualità di colpo acquisirà un senso: oltre 23 milioni di pixel (più di un 4k di altissima qualità, per ogni occhio), una risoluzione e colori straordinari.
Pensate ai sistemi di eye-tracking che abbiamo imparato a conoscere negli anni, anche dentro le fotocamere ed ai loro sistemi di messa a fuoco, che ora però acquisiscono una precisione tale da diventare dei puntatori delle azioni e ci permettono di interagire completamente con un computer e con un sistema operativo; grazie al sistema di tracciamento oculare ad alte prestazioni di LED e telecamere a infrarossi che proietta fasci di luce invisibili su ciascun occhio, è possibile infatti un input ultrapreciso senza la necessità di tenere in mano alcun controller, basta guardare per “dire” al sistema quello vogliamo fare, quasi quello che stiamo “pensando”.
Pensate al come “vedere” la realtà, non più direttamente dall’ambiente attorno a noi al nostro cervello tramite l’occhio, ma tramite un “filtro” intermedio che è rappresentato da fotocamere ad altissima risoluzione, che trasmettono sullo schermo micro-OLED appena citato scene da 1 miliardo di pixel al secondo.
Pensate alle discussioni che sono state fatte sulla capacità di reazione degli schermi elettronici delle fotocamere mirrorless, ed amplificate questo all’ennesima potenza. Perché adesso il concetto è che non dobbiamo usare questo filtro digitale semplicemente e solo per scattare una foto, ma per “interagire” con il mondo reale attorno a noi e la velocità è essenziale, perché il cervello umano non tollera un ritardo tra quello che percepisce e quello che “vede”. Apple segnala che la soglia per il cervello umano per notare qualsiasi tipo di ritardo in ciò che vediamo e ciò che il nostro corpo si aspetta di vedere (che è ciò che causa problemi con il VR noti come giramenti di testa) è di 12 millisecondi, ed è quello che il VisionPro garantisce. Ciò è particolarmente notevole dato che il tempo in cui il sensore d’immagine riesce a catturare ed elaborare di ciò che sta vedendo richiede soli 7-8 millisecondi, e che il tempo necessario per “catturare” la scena è ancora inferiore: circa 4 millisecondi. Per evitare poi che l'utente abbia le vertigini, il tempo di elaborazione deve essere inferiore a 0,01 secondi. Il ritardo percepito viene ridotto combinando i dati di più sensori e la tecnologia di compensazione della latenza.
Tutto questo è possibile grazie ad un processore che si occupa SOLO di questo. No, non è il processore che è, di fatto, quello dei Mac e degli iPad, ovvero l’M2, che serve per il sistema operativo che gestisce tutto il processo di calcolo; è, invece, un SECONDO processore chiamato R1 che gestisce un sistema operativo in tempo reale (RTOS). Sapete a cosa servirà, anche e probabilmente, questo tipo di approccio? Per quelle realtà che richiedono, ancor di più, una sicurezza in tempo reale del controllo della reattività delle macchine all’interno di uno spazio fisico... se vi stanno venendo in mente le automobili e il loro futuro di guida autonoma, bene... non siete molto lontani (e non è un caso che i rumours di una futura automobile targata Apple ci sono da anni).
Quello che è contenuto all’interno del progetto VisionPro non è un’esperienza di un visore per la realtà Virtuale, o Aumentata, o Mista. Non è quello che è stato ed è Oculus, o altri visori simili. È, invece, quello che è definito un “computer spaziale”. Qualcuno, gente esperta, dice che non è banalmente un nuovo tipo di informatica, ma piuttosto la prima vera informatica, suggerendo che questo potrebbe essere il modo in cui gli esseri umani dovrebbero sempre interagire con le informazioni digitali.
In un momento in cui molte aziende (Hu.ma.ne, Rabbit, la stessa OpenAI, quella di ChatGPT) stanno cercando di trovare strade per “inventare” nuovi device, che sembrano qualcosa di simile ai cerca persone di 30 anni fa, solo più “intelligenti”, o versioni “indossabili” dei vari assistenti vocali, diventati ormai cosi stupidi, come Alexa o Siri, per poter interagire con un’intelligenza artificiale che non sarà più da “interrogare” a richiesta, ma che interagirà con noi in tempo reale, e sempre, in ogni momento, la strada globale e totale ci arriva dalla “visione” del VisionPro, che è tutt’altro che perfetto: troppo grande, troppo goffo, con troppa poca autonomia, troppo costoso. Ma ci mostra la strada che sarà quella della totale integrazione tra umani e macchine.
Non dobbiamo (non dovete) “occuparcene” ora, se non lo vogliamo (se non volete), a meno che non si voglia capire come sarà il futuro, a meno che non non si voglia fare tesoro di quello che il 2023 che ci ha mostrato, di quanto veloce può essere l’accelerazione dell’innovazione, a meno che non si voglia fare una considerazione seria sul fatto che questa velocizzazione finora abbia usato solo parzialmente la potenza dell’AI per sviluppare i processi di ricerca, di progettazione, di sviluppo. A meno che non non si voglia fare finta che le prossime versioni di AI (già si parla dell’arrivo di ChatGPT5 che avrà questo tipo di approccio) useranno un approccio che sarà quello della multimodalità che permetterà di andare oltre il testo, integrando funzionalità come il riconoscimento vocale e l'output, l'elaborazione delle immagini e il video, migliorando significativamente l'interazione con l'utente ed aprirà nuove strade per le applicazioni di intelligenza artificiale in vari campi delle professioni e della vita degli umani.
No, non è importante il VisionPro, non consigliamo a nessuno di comprarlo, oggi, a meno che non venga considerato un ponte per capire il futuro, e di conseguenza capire come muoversi nel presente. A meno che non lo si interpreti come lo strumento per capire cosa progettare, inventare, come comprendere nuovi servizi, nuovi ruoli, nuove rappresentazioni della realtà attuale.
Non è e non sarà una sfera di cristallo, anche perché il cristallo è stato sovrastimato negli anni nella sua teorica capacità di poter esplorare il buio e trovare una luce; per riuscire a mostrare il futuro, una sfera dovrebbe essere fatta di led, di pixel, di sensori. Dovrebbe essere qualcosa che assomiglia molto alla sfera (The Sphere) di Las Vegas che è in questo momento IL posto all’interno del quale ci piacerebbe essere per avere attorno a noi la sensazione di un universo luminoso, ricco di stimoli, di movimento. Speriamo di non essere solo noi a vedere, sulla base di questa ispirazione, le mille cose che si potrebbero fare, con l’immagine (video, fotografie, interazioni, animazioni, interfacce, mondi virtuali, videogiochi)? Si stanno aprendo orizzonti, esperienze, emozioni da vivere incredibili, che cambieranno tutto, perché una volta che ci si immergerà in questa realtà davvero spaziale, non si tornerà più indietro e ogni rappresentazione bidimensionale apparirà limitata.
La formula sarà (è) quella di unire AI, immersione nello spazio, interazione comandata dal cervello, dagli occhi, dal corpo e non da pulsanti, bottoni, penne o mouse, il tutto in tempo reale, il tutto che unisce tutti i sensi, combinati. Ed è un percorso che si può (deve) iniziare ora, perché è difficile da affrontare, da progettare, da inventare. Tutti questi puntini che si uniscono, proprio ora, stanno facendo intuire quanto entusiasmo possiamo impegnare e dedicare a questo futuro.
Buon futuro, speriamo solo di riuscire ad avere sufficiente tempo per vederlo.