La fotografia che vuole continuare a vivere (e noi con lei)
Ad esclusione degli stolti che dicono che la fotografia è morta, al contrario noi siamo dell'idea che non sia mai stata così "viva". Ma spesso a trattarla da "morta" sono proprio i fotografi...
Sono tanti anni che ci occupiamo di “innovazione” nel settore della fotografia, e abbiamo sempre lottato contro chi, dimostrando grande ignoranza culturale e cercando in modo malevolo di guadagnare qualche secondo di attenzione, dichiarava “la fotografia è morta”. Prima perché era arrivato il digitale nella post produzione, poi in ripresa, poi gli smartphone, poi il 3D e poi, in questi ultimi due anni, l’intelligenza artificiale.
Per noi, parlare di quello che “sta succedendo e succederà” in questo settore è sempre stata una dimostrazione di amore per il preservare questo mondo, fatto di arte, di linguaggio, di persone, di professione. Siamo nati, cresciuti, diventati grandi e persino invecchiati (chi l’avrebbe detto? Noi no...) con la fotografia, e speriamo di avere accompagnato, stimolato, aiutato qualcuno in tutti e forse troppi anni.
La cosa che un po’ ci rattrista è che molti che vivono all’interno della fotografia, e che di fotografia vivono, cercano di congelarne la storia, di portarla indietro, di negare l’evidenza dell’evoluzione. Cercando di definirla come un’interpretazione rispettosa della tradizione, e invece ne decretano la sua morte. Non perché la fotografia rischi di morire sul serio, ma perché se le persone che devono difenderla insisteono a credere iche non si debba adattare ai tempi, alle stagioni, alle esigenze... allora vuol dire che che “la difende e tutela così” in realtà (anche inconsciamente) sta cercando di ucciderla.
Da anni vediamo come quasi tutti gli sforzi di tante fasce di mercato stiano puntando sul sapore del vintage, dei “bei tempi passati”. Ovviamente tutti hanno il diritto di vivere, di pensare, di interpretare qualsiasi cosa come meglio credono, ma personalmente non crediamo che chi porta a celebrare il passato della fotografia ne vuole davvero il suo bene, il suo futuro, il suo ruolo nella società e nel linguaggio umano. La fotografia è viva e continua ad essere viva solo perché ogni giorno è diversa, pur non rinunciando e pur non ripudiando nulla del suo passato, della sua storia, della sua cultura. In questi giorni, Instagram ha raggiunto i 3 miliardi di utenti attivi, e cosa propone questa piattaforma? Fotografie e video…
Un anno di innovazioni e rivoluzioni
Domani saremo a Milano, a mostrare cosa è successo, in quest’anno di “fotografia con l’AI”, un excursus che permette a tutti di mettersi in pari, di guardare al futuro con competenza, professionalità, coscienza. In questi giorni abbiamo raccolto quello che è successo in un anno, e le innovazioni, i passi in avanti sono stati incredibili ed incalcolabili come evoluzione. Nell’immagine l’uscita delle soluzioni evolute prima di ChatGpt, poi di Midjourney V7, di recente di Nano Banana e di Seedream; nel video, prima Sora ha impressionato tutto il mondo della produzione cine e video ad altissimo livello, poi è esploso con potenza Veo3 di Google che ha aggiunto oltre alla qualità del movimento anche l’audio e un sistema che si propone di gestire il processo di produzione di un video/film lavorando con l’estensione e l’unione di clip che però.... vengono generate in tempo reale e non semplicemente “montate”; poi ancora Midjourney che ha aggiunto all’altissima qualità dell’immagine fissa anche il movimento, rendendo fluido il passaggio da “foto” a “foto animate”. E poi l’audio, la musica, la produzione di suoni che hanno raggiunto un livello da produzioni musicali di alto livello, guadagnando l’attenzione di tutti i professionisti (non i dilettanti) del mondo della musica che sono entusiasti di potenziare il loro lavoro con l’AI. Non parliamo in questa sede delle evoluzioni delle intelligenze artificiali basate su testo e nell’ambito del mondo office e della programmazione, perché magari pensate (e il bello è che non è così... anche su questo mostreremo cose super interessanti domani) che non facciano parte del vostro lavoro, ma da quando, quest’anno, è possibile creare codice per sviluppare app, siti, contenuti interattivi e quindi creare nuove potenzialità per la fruizione delle immagine (fotografie e video), allora è evidente che anche queste rivoluzioni si sono aggiunte... in meno di un anno.
E cosa è successo nel mondo della fotografia “tradizionale”?
E il mondo della fotografia, cosa può ricordare di questo ultimo anno? Abbiamo fatto una ricerca, e purtroppo spiccano più i nomi di protagonisti di questo settore che ci hanno lasciati (Gianpaolo Barbieri, Oliviero Toscani, Sebastiao Salgado, Berengo Gardin, Maurizio Rebuzzini di cui abbiamo parlato settimana scorsa); dal punto di vista delle novità (prodotti e tecnologie), sono uscite alcune belle macchine, per molte delle quali sarebbe bello avere le risorse per acquistarle per passione e il tempo per poterle usare, come la nuova Hasselblad X2D II 100C, le Fujifilm GFX100S II e X-E5 (e io che ho una E1 che è tanto carina e fa “foto bellissime”...), la Canon EOS R50 V, la Sony RX1R III, la Nikon RZ che usa tecnologia RED, GoPro, Insta e DJI che si fanno la guerra scambiandosi i ruoli tra fotocamere 360 e droni. Sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa, in entrambe le timeline... ma il senso è: un mondo avanza, l’altro mondo gira attorno a sé stesso senza trovare una dimensione evolutiva.
Come detto, ognuno vive il proprio mondo, ma qui non stiamo parlando e non parliamo mai di “approcci personali”, ma di orientamenti professionali, di strategie e di sviluppo economico di questo mestiere. E le occasioni nascono dal rendere “vivo” quello che si fa, ogni giorno, e viva allora tutto quello che ci offre nuove strade.
Due segnalazioni interessanti per voi.
Due cose vi segnaliamo: una è una anteprima, la lanceremo domani: una collezione di cartoline, belle immagini (sono 100 immagini: 50 fotografiche e 50 illustrate) che propongono stili che si possono “sposare” (o modificare, unire, mixare, personalizzare) per creare immagini di fortissimo impatto. Praticamente 100 ricette “magiche” che permettono di abbracciare l’AI con un approccio artistico e personalizzante, e proporre ai clienti immagini che hanno lo stile adatto ad ognuno di loro, oppure individuare il VOSTRO stile unico e usarlo come firma creativa. Basterà usare “gli ingredienti” scritti come didascalia sotto ogni immagine, e otterrete VOSTRE immagini che hanno quello stile, oppure come dei veri chef artistici, potrete come detto creare un mix tutto vostro. Il tutto stampato su carta preziosa, perlata, con qualità fineart, un prodotto di altissimo valore anche “da tenere tra le mani”, da conservare, per cercare e trovare ispirazione. Qui vi mostriamo qualche immagine in anteprima, la vendita partirà domani e verrà offerta ad un prezzo super speciale per coloro che parteciperanno al corso; da marted’ì sarà disponibile sul nostro sito per tutti.
La seconda segnalazione arriva da un banale prompt che abbiamo trovato questa mattina in rete, che permette a tutti di “giocare” con la creazione di ritratti “professionali” per Linkedin o per altro usando la tecnologia di Nano Banana. Ci eravamo appena svegliati, spettinati (non che di solito siamo molto pettinati...), occhi gonfi e assonnati, una pessima luce che arrivava dallo schermo del computer.
Questo era il prompt (provate voi stessi, usando Nano Banana)
“Per favore crea un ritratto verticale in formato 1080x1920, preservando esattamente i lineamenti del viso del soggetto. L’immagine deve presentare un’illuminazione cinematografica intensa con elevato contrasto. Inquadra il soggetto da una prospettiva leggermente bassa, puntando verso l’alto, per enfatizzare la linea della mascella e il collo, evocando un senso di calma dominante ed eleganza scultorea. Utilizza uno sfondo blu intenso e morbido che valorizzi il colore degli occhi del soggetto, creando un contrasto marcato con la luminosità della pelle e un vestito scuro.”
L’immagine originale la vedete, davvero orribile, se finisse così sul nostro profilo probabilmente porterebbe tutti a non prenderci in considerazione dal punto di vista della nostra reputazione e competenza. Abbiamo aperto Gemini (app di Google per l’AI) e abbiamo inserito il prompt, i risultati sono quelli che vi mostriamo. Forse un po’ estremi, ma oggettivamente ideali per lo scopo. È un “Luca falso”...? Sì, no... forse. Ormai la riproduzione del vero con l’AI è quasi eccezionale, e se queste immagini sembrano un po’ false, è solo che assomigliano alle immagini che tutti i giorni vengono manipolate su riviste, social, giornali grazie a Photoshop (e tutti i trucchi, fluidifica, curve, preset…e questo lo chiamate “vero”?), filtri AR e AI che fanno proprio questo: ci rendono “super cool” per apparire come vogliamo essere, e non per quello che siamo. Ci ha pure fatti passare dal parrucchiere! Ah, ovvio: possiamo poi convertire tutto in un video, nel caso serva…
Le immaginette che pubblichiamo sono figlie del contemporaneo, e questo ci porta ad una riflessione: la loro “qualità percepita” (non parlateci di Arte... parliamo di prodotti vendibili per favore) è adeguata, di solito si richiedeva competenza tecnica, in ripresa, illuminazione, andava forse fatta in uno studio, si richiedeva un certo impegno relazionale per mettere la persona a proprio agio. Oggi è un prompt e se pensate che tutto questo renda tutto “troppo facile”, la risposta è proprio sì, avete ragione. Conseguenza?
- Tutti possono farlo (quasi tutti)
- Quello che offre un/a professionista deve essere superiore (qualità percepita dal vostro cliente, non quella che “percepite voi”)
- Per essere superiori servono cultura, idee, storytelling, ma anche competenze sugli usi delle innovazioni, perché non possiamo combattere con armi spuntate. Se oggi l’AI ci permette di cambiare luce, espressioni, location, fondere immagini insieme, trovare mille strade creative in modo semplice, ha DECISAMENTE SENSO usarle e non con un approccio amatoriale, ma professionale
- Non finisce la fotografia, non finisce la professione, ma serve portarci ad un altro livello, perché quello che forse fino adesso abbiamo occupato potrebbe non avere più margine (o molto poco).
Per questo speriamo che anche all’ultimo molti di voi vogliano VENIRE e partecipare al nostro corso che vi apre - con un approccio tecnico, culturale e strategico studiato per i fotografi professionisti - a sapere cosa potete fare, come potete farlo, come orientarvi in questo mondo che corre. Se vi abbiamo fatto pensare,
Se invece non riuscite a venire, aquistate l’abbonamento ad AiwayMagazineLAB (trimestrale o annuale) in modo da avere
RICORDATEVI:
La fotografia muore solo se la farete morire voi,
smettendo di alimentare curiosità e interesse.