La solitudine di un’Europa in cui il futuro sembra non poter arrivare
Dietro gli annunci e gli entusiasmi sull'AI, si stanno combattendo battaglie molto impegnative che già oggi stanno cambiando gli assetti economici, politici e sociali. Specialmente a casa nostra...
Il mondo che abbiamo di fronte è complicato, da tanti punti di vista. Stiamo rischiando (oppure, abbiamo un’opportunità, valutate voi da che lato prendere la questione) di tornare all’era della pre-globalizzazione, che forse in questi anni ha generato di sicuro un appiattimento culturale, ma ha anche consentito un accesso più ampio, democratico e inclusivo al sapere universale permettendo a chiunque - a prescindere dal luogo di provenienza e residenza - di poter essere protagonista ovunque, di avere occasioni laddove c’erano delle idee perché si poteva accedere appunto globalmente a tutte le risorse, che erano (sono) scalabili e quindi accessibili a tutti.
L’intelligenza artificiale è un mondo più complesso, e quello che lo sta rendendo tale non è solo l’impatto che sta avendo in tutte le aree del lavoro e della professione, ma anche la politica che sta mettendo mano a questa opportunità (o rischio, come detto, valutate voi da che parte tende la vostra opinione) per creare dei blocchi geolocalizzati che impediscano l’uso di alcune piattaforme o soluzioni, per questioni di protezionismo. Per esempio, Apple in questo momento si trova in un ginepraio molto complesso: dopo avere promesso l’integrazione della sua “Apple Intelligence” sugli iPhone, iPad e Mac, ora viene fuori che in Europa non potrà arrivare a breve (non si parla di settimane... ma di un blocco ben più complesso da superare).
Questa azienda ha infatti annunciato che le sue nuove funzionalità basate sugli strumenti di intelligenza artificiale generativa Apple Intelligence, ma anche quelle di mirroring dell'iPhone e le funzionalità di condivisione dello schermo SharePlay, potrebbero non essere disponibili nell'Unione Europea quest'anno. Questo ritardo è dovuto al Digital Markets Act (DMA) dell'UE, che impone requisiti rigidi ai "gatekeeper" (sistemi o software che controllano e filtrano l'accesso a una rete, ad un sistema o a una risorsa) che controllano le grandi piattaforme online per prevenire comportamenti anti-concorrenziali.
Apple ha espresso preoccupazioni riguardo alle esigenze di interoperabilità del DMA, che potrebbero costringerla a compromettere la privacy e la sicurezza degli utenti. L'azienda ha dichiarato di essere impegnata a collaborare con la Commissione Europea per trovare una soluzione che permetta di offrire queste funzionalità ai clienti dell'UE senza compromettere la loro sicurezza.
Un portavoce dell'UE ha risposto affermando che il mercato europeo è aperto a qualsiasi azienda disposta a rispettare le regole che garantiscono una concorrenza leale.
Il problema poi si è spostato in Cina, perché ChatGPT, che sarà presto integrato in Siri proprio tramite Apple Intelligence, è vietato in Cina, uno dei primi paesi al mondo a regolamentare la tecnologia dell’AI generativa, richiedendo alle aziende di ottenere l'approvazione prima del lancio. Finora, l'ente di controllo internet cinese ha approvato oltre 100 modelli di intelligenza artificiale, tutti creati da aziende cinesi.
Secondo un rapporto del Wall Street Journal, Apple sta cercando un partner cinese per l'intelligenza artificiale in vista del lancio dell'iPhone previsto per settembre, ma non ha ancora raggiunto un accordo. La necessità di trovare rapidamente questo partner arriva in un momento in cui le vendite di smartphone di Apple sono crollate del 10% nel primo trimestre di quest'anno, principalmente a causa del calo delle vendite di iPhone in Cina.
Problemi simili saranno sempre più evidenti, in questa battaglia che ci vede tra l’altro, come europei, tra due fuochi e dove rischiamo di non avere una “nostra opzione”, visto che di giganti dell’AI nel nostro continente non ce ne sono e quindi non riusciamo ad essere rappresentati nelle nostre esigenze, semmai dovremo subire quelle degli altri (principalmente USA) oppure comunque finiremo con l’essere snobbati come nel caso di Apple. E non solo, perché immaginiamo che i problemi che stanno venendo alla luce riguarderanno anche le piattaforme degli altri grandi (Google, Meta, Microsoft).
Saremo colonizzati, oppure saremo portati verso una dimensione da terzo mondo? L’apertura universale e democratica che ci ha fatto conoscere il web in questi 30 anni abbondanti, rischiamo di poterla vivere - d’ora in avanti - solo parzialmente? Proprio in un momento in cui si sta trasformando in realtà una comunicazione davvero universale, in cui le barriere linguistiche ed economiche stanno crollando, con conseguenti incredibili opportunità economiche, sociali, culturali?
E chi potrà aiutarci? Siamo probabilmente in mano ad una generazione di politici che spesso nemmeno hanno conoscenza della tecnologia, ma che vogliono controllarla? E che tra l’altro saranno interessati a ricevere voti da una popolazione impreparata, come abbiamo in Italia, da tutti i punti di vista (formazione, cultura, abitudine)?
Gli scontri che si vivranno nei prossimi mesi e anni, tra il potere eccessivo dei giganti della tecnologia che hanno soldi per combattere guerre per guadagnare spazi immensi (anche nella capacità persuasiva) delle persone, e - dall’altra parte - una legislazione che non riesce a mettersi d’accordo su nulla che possa avere anche solo minimamente a che fare con la tecnologia, lasciano solo una speranza, per noi che la viviamo sulla nostra pelle, che rischiamo di essere confinati in periferia, di perdere occasioni per essere concorrenti sui mercati e quindi di essere dominati anche dal punto di vista commerciale da realtà esterne che possono muoversi con maggiore flessibilità. La speranza è quella di puntare sulla formazione, sul far crescere il nostro sapere, non come massa (purtroppo, la formazione allargata, ancora una volta, è legata alla politica, che non sembra per nulla o molto poco interessata alla formazione) ma come singoli.
Dobbiamo salvarci e salvare una persona alla volta. Non possiamo essere sballottati, non possiamo essere lasciati alla mercé di forze che lottano tra di loro e non per noi. Non possiamo lasciarci guidare delle opinioni che ci facciamo e che leggiamo sui social senza controllo. Le fake news, sulle quali gran parte delle persone si basano per “farsi un’idea”, sono in crescita per svariati motivi, ma principalmente per un fattore che si chiama confirmation bias, che consiste nell'abitudine di cercare, interpretare e ricordare informazioni che confermano le proprie credenze o opinioni preesistenti, senza considerare l'informazione contraria. Questo fenomeno si verifica quando le persone selezionano solo le informazioni che supportano le proprie convinzioni, ignorando o respingendo quelle che le contraddicono.
È quasi un anno che abbiamo iniziato a pubblicare la nostra rivista Aiway Magazine, che è uno spazio specifico per approfondire la cultura, le problematiche, le evoluzioni dell’AI nel nostro mondo, quello dell’immagine, della fotografia e specialmente tra i professionisti che vivono realizzando questi prodotti. Sempre più ci accorgiamo che serve formazione, prima ancora che informazione, approfondimento più che “trucchi”, e lo stiamo facendo rafforzando l’area della formazione, all’interno di questo progetto. E ne vediamo la grande importanza anche nelle scuole, dove insegniamo, dove vediamo quanta difficoltà hanno i giovani e i giovanissimi a capire come usare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per fare qualcosa di meglio e non solo per “farsi la vita semplice”. E vediamo, sempre tra i giovani e giovanissimi, quanto sia difficile anche per loro superare dei bias che li portano dalla parte sbagliata. Figuriamoci per chi ha più anni, che ha vissuto così distante da quello che è il mondo attuale, che ancora non ha pienamente digerito la rivoluzione digitale (che invece è totalmente assorbita dai giovani) e che ora si trova ad affrontare quella dell’Intelligenza Artificiale.
A questa difficoltà di accettare il futuro, di questo rischio del sentirsi alla periferia di un mondo che corre e ci lascia indietro dedicheremo sempre più spazio, sempre più formazione, e vi invitiamo quindi a crescere in questa consapevolezza abbonandovi ad Aiway Magazine: stiamo lavorando al numero 4 che uscirà prima delle vacanze, ma avete così tanto da recuperare leggendo i tre numeri precedenti, e poi così tante occasioni di sfruttare le nostre lezioni online che vi permettono di passare alla pratica, di provare con le vostre mani con il nostro supporto. Unitevi a questo sapere, per farvi una vostra opinione e, specialmente, per non essere gestiti e controllati dall’esterno. La vostra opinione, ben formata, ben informata, ben supportata, vi porterà verso la vostra strada giusta. La vostra… non quella degli altri, non quella dei “potenti”.