La verità non è sempre quello che si vede
Da sempre si producono immagini per proporre delle "interpretazioni" della verità che non corrispondono all'oggettività reale, ma abbiamo sempre accettato che questo fosse "normale", Eppure oggi...
Immagine AI realizzata da AiwayLab
Per l'ennesima volta, è partita una causa in corso da parte di qualcuno che accusa Burger King di promettere con le fotografie promozionali delle dimensioni e qualità del suo panino più famoso, Whopper, che poi di fatto, nella realtà, sarebbe (è... oggettivamente) più piccolo, meno farcito e... meno bello.
Fa sorridere, perché si sa che l'immagine può raccontare, anzi quasi sempre racconta, una bugia, una interpretazione della realtà, una visione di chi la realizza e che vuole, tramite il proprio lavoro e la propria sensibilità, trasmettere un messaggio specifico; altrimenti, si tratterebbe di un mero lavoro tecnico di qualcuno che sta riproducendo qualcosa, non certo un lavoro creativo (quindi nemmeno tutelabile dal diritto d’autore). Eppure, si continua ad insistere con questo dialogo sterile e senza sosta, dove non ci sono vincitori ma solo vinti: se dovesse mai passare una legge che imporrà a tutti - proprio a tutti - di mostrare e proporre solo una visione "della realtà" (sempre che ce ne sia una e una sola), forse potremmo smettere di fare comunicazione, di sognare e far sognare, e vivremmo in un mondo molto più triste, vuoto, senza visioni e senza prospettive.
In questi mesi si è parlato tanto di fake news che saranno causate e generate dall'AI, e sappiamo bene invece che la falsità viene creata dagli esseri umani, e non le macchine, e questo dialogo di critica nei confronti di questa innovazione (l’AI), al contrario, dovrebbe e potrebbe permettere di mettere in luce l'esigenza urgente e definitiva di imparare a distinguere e separare quello che "si vede" da quello che "è", realmente. E' arrivato il momento di dare un concreto valore e ruolo alla verità, oppure (anche) accettare la finzione per quella che è: un modo per staccare la testa, per guardare oltre all'ovvio e magari al "grigio" che ci avvolge. La finzione non è negativa di base, basta capire la differenza tra apparenza e realtà, basta magari creare delle regole che aiutano a non cadere nell'ingenuità di credere a qualsiasi cosa che ci viene proposta, forse bisognerebbe fare formazione, a tutti i livelli (nelle scuole, nelle università, ma anche nel mondo del lavoro e anche e soprattutto tra coloro che pensano di sapere tutto e di essere i più furbi), e dovremmo ricordarci di questa esigenza di analisi non solo quando vediamo l'immagine patinata di un panino con un hamburger, ma specialmente e soprattutto quando ci informiamo su qualsiasi cosa davvero importante: politica, relazioni con le persone, atteggiamenti sociali, promesse, slogan. Invece che affidare la nostra conoscenza, e addirittura le nostre opinioni, ad un feed di un social che, per sua natura, è privo di autorevolezza,
In questi giorni si è parlato molto di AI, durante il 49° Forum di Cernobbio, momento importante in Italia dal punto di vista del dibattito sui temi socio economici, ed è stato rilasciato un corposo documento da parte dello Studio Ambrosetti che organizza il Forum, ed è stato pubblicato con la collaborazione/sponsorizzazione di Microsoft . Questo documento si intitola: Al 4 ltaly - Impatti e prospettive dell'Intelligenza Artificiale Generativa per litalia e il Made in ltaly e lo potete scaricare integralmente se volete da [QUI]. Si parla di AI come elemento centrale dell'evoluzione economica nel nostro Paese, a tutti i livelli (quindi anche al nostro livello).
Uno dei punti di questo documento ha catturato in modo particolare la nostra attenzione ed è pubblicato proprio all'inizio, come uno dei punti chiave di tutta la ricerca, la riportiamo:
L’Italia ha bisogno dell’IA Generativa per sbloccare la produttività e contrastare gli effetti avversi di una popolazione che invecchia. Nel nostro Paese, l’IA Generativa può diventare la chiave per mantenere alto il livello di produttività e benessere in un contesto di crescente scarsità del talento e di generale invecchiamento della popolazione. L’Italia entro il 2040 perderà infatti circa 3.7 milioni di occupati: un numero di lavoratori che, con gli attuali livelli di produttività, contribuiscono alla produzione di circa 267,8 miliardi di valore aggiunto. Le nuove tecnologie consentiranno di mantenere invariato lo stesso livello di benessere economico.
La nostra preoccupazione è non solo quella oggettiva che riguarda l'Italia nel suo complesso, ovvero l’evidente invecchiamento "fisiologico" del nostro Paese che rischia di compromettere la nostra economia nazionale e la nostra competitività sui mercati internazionali, ma anche la questione dell'invecchiamento mentale: abbiamo un rapporto quotidiano e profondo con moltissimi giovani, che occupano i banchi delle nostre classi, dei nostri corsi universitari. Sono giovani, ma spesso percepiamo in molti di loro una visione già invecchiata, stereotipata, apatica nei confronti del futuro,o un modo di trattare le evoluzioni usando un approccio che non riesce ad analizzarne la sua vera portata.
La questione non è essere a favore o contro l'AI, la questione è usare questa innovazione - la più importante che la specie umana sta affrontando da secoli - per capire come essere "umani" da qui in avanti: nel lavoro, nella vita, nella creatività. Lo sappiamo: è un discorso che abbiamo già fatto molte volte, ma insistiamo perché ci preoccupiamo che il messaggio sembra perdersi nella sua importanza: dobbiamo tutti confrontarci con l'evoluzione che è già partita e sta correndo, e non c'è tempo e motivo per rimanerne fuori.
Domani, lunedi, invieremo la prima newsletter settimanale dedicata in esclusiva agli abbonati di Aiway Magazine, e ci sono spunti che pensiamo potranno essere molto importanti per tutti voi per capire, nella pratica, quali sono e saranno i campi in cui riuscire a far "rendere" la vostra esperienza (magari di tanti anni e di sicuro di alta qualità) nel campo della fotografia e dell'immagine: segnaliamo, già in questo primo numero, incredibili stimoli per realizzare immagini AI che fanno uso di questa profonda cultura che accomuna molti di voi, nuovi campi lavorativi dove orientare il proprio futuro professionale, oltre a garantire informazioni di prima mano che non solo sono state selezionate con cura, ma che specialmente vengono contestualizzate nel vostro contesto, lavorativo e culturale. Approfittate di questa segnalazione per iscrivervi ad Aiway, è la vostra occasione per essere protagonisti del vostro futuro.
La newsletter di Aiway è parte integrante dell'abbonamento alla rivista Online, e ai momenti di incontro che svilupperemo per fare formazione, per consigliare, per aiutare tutti a prendere coscienza e per guadagnare esperienza nel mondo dell'immagine che si apre davanti a noi.
Siamo convinti che in breve non si parlerà più di Immagine reale, e immagine AI, come oggi non ha senso parlare di fotografia analogica e digitale, ma SOLO di fotografia, poco importa con quale tecnica venga realizzata: ci auguriamo che vorrete essere protagonisti tutti, di questo futuro. Quindi vi aspettiamo tutti, magari prima dell'invio di domani della prima newsletter, che è davvero imperdibile.