Le fotocamere entrano nel mondo dell'AI (difendendo la fotografia, o re-inventandola)
È uscita la prima fotocamera in grado di certificare la veridicità degli scatti e combattere le fake news Dal lato opposto arriva l'AI generativa in camera. Il vostro futuro professionale dove va?
Nel turbinio della rivoluzione dell’immagine generata dall’intelligenza artificiale, c’è una categoria di persone, alcuni di questi professionisti fotografi o dell’immagine in generale, che proseguono nel reputare tutto questo un processo distante dal loro “mestiere”, e dal loro futuro. Forse per una posizione prevenuta, oppure per un’analisi personale basata concretamente (e anche giustamente) sul proprio mestiere, visto e proiettato sulla concretezza del presente dell’attività e sul suo prossimo futuro; molti, forse giustamente, non si preoccupano del “futuro” più distante, considerando il fatto che se è appunto distante non deve, o non dovrebbe, condizionare le scelte del presente, e che semmai può essere legato ad un filosofico concetto del “ci penserò domani”, con tanto di riferimento alla leggendaria conclusione di Via col Vento.
Nessuno ovviamente dice che tutta la fotografia verrà sostituita dalle immagini generate dall’AI; non tutti dicono (chi lo fa mente, probabilmente sapendo di mentire), che la fotografia sia ormai morta, ma se anche una buona parte di voi continuerà a scattare immagini (fotografie) come è stato fatto finora, forse dovrebbe comunque pensare a difendere questo patrimonio, l’essenza di quello che si sta facendo, collocandosi sul mercato con una propria visione precisa e nitida - trovando così anche una propria isola felice e serena, che auguriamo a tutti - usando un approccio che, pur rimanendo fermi e stabili nella propria convinzione e convincimento, costruisce un valore differenziante in un futuro in cui l’AI sarà sempre più dominante. Questo approccio potrebbe partire dal riflettere sugli strumenti (le fotocamere) che si stanno usando, e quelle che si potrebbero utilizzare da adesso in avanti per arricchire la propria produzione nell’ottica del presente (quello su cui si lavora oggi e si fattura oggi) e quella del futuro (il prodotto che si arricchirà nel tempo proprio perché ci stiamo pensando ora). In quest’ottica, osservare e controllare il panorama evolutivo e le presentazioni nell’ambito delle attrezzature fotografiche può aiutare a percepire in anticipo questa possibile strada.
Ecco, la novità, lo sappiamo che più volte abbiamo segnalato questa evoluzione in arrivo, ma oggi è possibile acquistare la prima fotocamera al mondo realmente disponibile sul mercato, che permette di scattare fotografie che possono “certificare” la provenienza, la realtà, e tutte le eventuali modifiche che verranno eseguite su quegli scatti. È davvero una rivoluzione in ambito fotogiornalistico, ma anche per poter trasformare in testimonianza reale tutto quello che viene mostrato come fotografie: ad un evento, in un’occasione importante, e addirittura per tornare a far credere in quello che “si fa vedere”.
Ok, questa fotocamera è forse al di fuori dei budget della maggior parte dei fotografi, perché è la nuova Leica M11-P, che ha un costo, solo corpo, di 9100 euro (iva compresa), e che si può ordinare in un click sul sito ufficiale di Leica. Ma, al tempo stesso, è bene segnalare che iniziative del genere non solo sono già state annunciate da Canon e da Nikon (la differenza è che queste ultime non sono ancora disponibili sul mercato per l’acquisto), ma arriveranno, e siamo pronti a scommettere che altri brand entreranno in questa avventura. È interessante la dichiarazione del Dr. Andreas Kaufmann, Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Leica Camera AG, che anche il sito di Leica enfatizza:
Le fotocamere Leica sono sempre state testimoni di momenti iconici della storia mondiale. Tuttavia, determinare l’autenticità dei contenuti visivi è diventato sempre più difficile e importante nell’era della fotografia digitale. Ora, con la capacità di fornire questa prova, stiamo rafforzando ancora una volta la fiducia nei contenuti digitali e ristabilendo le fotocamere Leica come strumenti autorevoli nella documentazione degli eventi mondiali.
Chiaro, c’è marketing dietro tutto questo, ma è un marketing che potrebbe essere considerato anche da chi scatta (e vende) fotografie, da chi pensa che questa potrebbe essere una chiave interessante per sviluppare, oggi e nel futuro, un business legato alla “realtà”. Chiaro che poi deve cambiare tutto dal punto di vista della produzione fotografica, perché non ci si può dichiarare dalla parte “della verità” e della “realtà” se poi ogni scatto lo si ritocca pesantemente con Photoshop o con altri tool. Questo vuol dire che se si vuole proporre un senso di assoluta realtà (che tra l’altro è anche al centro di uno dei fenomeni più forti degli ultimi due anni in ambito social, ovvero l’app BeReal, particolarmente apprezzata dalle nuove generazioni così vicine al digitale da essere anche le prime che provano a combatterlo), allora bisogna accettare il fatto che la fotografia perfetta, bellissima, che crea emozione e che racconta bellissime storie, deve essere frutto di una capacità fotografica che non fa uso di “manipolazione”. Forse, questa strada farà tornare il senso della cura dello scatto, che si deve creare in camera e non “dopo”… una magia e al tempo stesso una responsabilità che chi ha usato la pellicola per anni conosce bene e che però ha pigramente messo progressivamente da parte.
C’è però una visione alternativa, che è altrettanto interessante: quello dell’ingresso della tecnologia AI (che non è il male del mondo, al contrario è un’eccezionale occasione da sfruttare con intelligenza umana) in fase di ripresa. Questa è la seconda opzione, fortissima, che si può abbracciare da fotografi per poter conquistare nuovi livelli di qualità di immagine, e non punta alla “realtà” ma anzi alla fantasia, alla nuova creatività, allo stupore. In questo ambito si stanno muovendo aziende molto diverse da Leica (e da Canon e da Nikon, che portano avanti giustamente una loro visione di fotografia “tradizionale”), come per esempio Qualcomm, una delle aziende leader nel settore dei processori che sono il motore dei più importanti e prestigiosi smartphone in ambiente Android, ha presentato lo Snapdragon 8 Gen 3 che, citiamo le dichiarazioni di Chris Patrick, senior vice president and general manager of mobile handsets at Qualcomm:
"Snapdragon 8 Gen 3 introduce l’intelligenza artificiale ad alte prestazioni in tutto il sistema per offrire prestazioni di livello premium ed esperienze straordinarie ai consumatori. Questa piattaforma sblocca una nuova era di intelligenza artificiale generativa che consente agli utenti di generare contenuti unici, aiutare con la produttività e altri casi d'uso rivoluzionari”
Tra le innovazioni AI che sono possibili con i telefoni che adotteranno questo processore, ci sono funzioni come la "Photo Expansion", che è fondamentalmente simile al Generative Expand di Photoshop e di altre piattaforme di AI, che consentono di "ampliare” e fare uno zoom-out inventando l’area attorno all’immagine ripresa, oppure l’acquisizione di più video contemporaneamente, il tracciamento degli oggetti e zoom 2x e 4x, il tutto in 4K, o ancora la funzione di eliminazione/rimozione di soggetti da una ripresa video, o ancora la Vlogger's View, che utilizza contemporaneamente le telecamere frontali e posteriori, in tempo reale.
Queste innovazioni, che appunto vediamo all’interno delle piattaforme AI più complesse e potenti, possono entrare (ed entrano) già in fase di ripresa, unendo elementi reali a quelli generati dall’AI in un solo colpo. Sono strumenti potenti che cambiano e cambieranno sempre di più il modo di pensare all’immagine, ovviamente mettono in discussione quello che può fare un professionista con la sua cultura e capacità di “raccontare” qualcosa di efficace, rispetto agli appassionati che, magari dotati delle stesse attrezzature, potranno giocare con queste funzioni con soddisfazione ma non certo con esperienza sufficiente per proporle in un contesto realmente professionale (a meno che non diventino, anche loro, dei professionisti, acquisendo non solo le capacità tecniche ed espressive, ma anche caricandosi delle responsabilità dell’ottenere un risultato perfetto per i clienti).
Qualunque sia la scelta che ciascuno farà, sia andare “controcorrente” all’AI, sia sposarla addirittura in fase diretta di ripresa, pensiamo sia fondamentale approfondire la conoscenza e la cultura dell’AI, che si sta muovendo alla velocità della luce. È proprio il percorso di cultura e aggiornamento che affrontiamo costantemente con la nostra rivista AIWAY, con la relativa newsletter settimanale dedicata esclusivamente agli abbonati (non questo SundayJumper, ma quella esclusiva di AIWAY), e specialmente con il laboratorio dove si testano le tecnologie, si confrontano i risultati, si individuano le strade per il futuro, dell’AI ma in un contesto legato alla cultura fotografica.
Non bisogna essere esperti ma desiderosi di affacciarsi all’AI per conoscere, studiare, approfondire questo mondo che ormai è immerso in tutto il mondo dell’immagine e in tutta l’umanità. Conoscere significa anche "difendersi” e trovare una strada alternativa, evitare l’approfondimento e allontanarsi dalla conoscenza non porta invece che pericoli.
Per questo, vi invitiamo tutti ad entrare in questo esclusivo percorso di conoscenza: non per abbracciare l’AI, necessariamente, ma almeno per sapere come trovare il proprio spazio in un futuro in cui, inevitabilmente (e già è così nel presente) questa evoluzione diventa la normalità. Settimana scorsa abbiamo fatto la seconda live dove abbiamo parlato di come ottenere la massima qualità, in termini di nitidezza, dalle immagini AI ingrandite comparando vari strumenti e software, oltre ad un approfondimento sul come si sta evolvendo il fare prompting, cioè il linguaggio da usare per comunicare con l’AI.
Se vi iscrivete al nostro LAB entro ottobre (quindi avete un paio di giorni ancora) avrete diritto a ricevere il video registrato dove si parla di questi temi molto importanti (fondamentali ed esclusivi) per il vostro lavoro. Il link di iscrizione, per un intero trimestre, comprese quindi le LIVE mensili successive, il numero attuale di Aiway Magazine e i successivi, le newsletter settimanali, è questo. Vi aspettiamo tutti.
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