Le persone vinceranno sulle macchine, se ci ricorderemo dell'importanza delle persone
Una tempesta al cuore della più importante realtà dell'AI fa riflettere sul valore delle persone, ben superiore ai loro miliardi. Di questo parleremo sabato a TedX Trento, anche in diretta streaming.
Il lato più interessante ed importante della rivoluzione che ci impone (o ci propone) l'AI è di confrontarci in ogni momento con il rapporto con il nostro essere umani, su cosa questo significhi, su quanto abbiamo perso molti valori e approcci di umanità, per diventare senza accorgercene sempre più simili a macchine, o quantomeno vicini a confondere il mondo "vero" con quello "virtuale". E a considerare inevitabile il farsi sovrastare dagli automatismi e dalla perdita di ruolo e di identità "umana".
Nel nostro settore della creatività e dell’immagine, si parla (ci si emoziona, ci si spaventa, ci si arrabbia) della crescente capacità delle "macchine" di generare immagini sempre più perfette; nel mondo del lavoro ci si domanda quali saranno i "mestieri" che saranno (sono) sostituiti dalle macchine, nella sanità, ci si interroga se le diagnosi fornite dall'intelligenza artificiale renderanno inutili i medici (mentre, al contrario, non gli infermieri), nel settore legislativo e governativo la questione porta a cercare di comprendere se potremo affidare all'intelligenza artificiale i compiti di valutare, con previsione, la migliore e la più corretta strada per essere "giusti" ed imparziali.
Il fatto che, però - e lo hanno predetto, scritto ed evidenziato già moltissimi prima di noi, anche in un passato molto remoto, visionari che hanno affrontato la questione quando ancora non si era manifestata in tutta la sua onda violenta che abbiamo subito in questo ultimo anno - l'intelligenza artificiale non è altro che la sintesi di quello che siamo noi, umani, con tutte le nostre caratteristiche, difetti, errori, visto che tutto quello che sanno glielo abbiamo raccontato ed insegnato noi, porta a rendere fallace anche quello che sembra essere all'apparenza perfetto, perché nel semplificare e rendere oggettive le scelte (qualsiasi esse siano), spesso l'AI cade in errori di valutazione, quelli che tecnicamente vengono chiamati anche bias cognitivi, che influenzano in modo determinante le risposte: negli esseri umani l'effetto è di influenzare lo stato emotivo e il comportamento, nelle macchine il "sapere cose sbagliate" porta a risposte sbagliate.
Quello che dobbiamo comprendere è che comunque, dietro tutta questa rivoluzione, nel bene e nel male, ci sono sempre e comunque esseri umani, che preferiamo chiamare persone. A volte non riusciamo a notarlo fino a quando qualcosa succede e ci fa riflettere. Venerdì è scoppiata una “bomba” che ha colpito il centro più profondo del mondo dell’AI, quel centro da cui molto è partito per sconvolgere il mondo: Sam Altman, co-fondatore insieme ad Elon Musk di Open AI (quella di ChatGPT e di Dall-E per la generazione delle immagini), è stato estromesso dal board dell'azienda che non solo ha creato, ma della quale era l'immagine e il punto di riferimento. Ricorda, per molti versi, la storia di Steve Jobs, cacciato da Apple e se qualcuno non comprende il paragone, è perché forse non ha molto idea dell'importanza di Altman in questo mondo, di sicuro non inferiore a quello che rappresentava Steve Jobs all'epoca della nascita del Macintosh. Ci sono un paio di citazioni/frasi che aiutano a capire meglio quello che era accaduto all'epoca del "licenziamento" di Jobs.
1) In un’intervista, anni fa, Sculley, formalmente all'epoca Amministratore delegato di Apple, disse che non aveva ancora capito quale fosse il vero ruolo dei fondatori come Jobs: quello di «rompere le regole».
2) Durante il suo mitico discorso ai neolaureati di Stanford, Steve Jobs disse:
«... quando Apple si sviluppò assumemmo una persona (Sculley, ndr) – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro consiglio di amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante».
Dell’estromissione di Altman da OpenAI ancora non si conoscono bene le cause, si parla di una perdita di fiducia da parte dell'azienda, di poca "trasparenza": può sembrare poco interessante per noi "semplici umani", ma fa capire qualcosa che ci preme: non il futuro di Altman, ma il fatto che le "persone" possono portare al successo e al crollo di giganti che sembrano incrollabili e "troppo grandi per fallire", e questo riporta tutto ad una dimensione più accettabile e di valore, di maggiore speranza: non sono le macchine che diventano così poderose da diventare incontrollabili, sono le persone che accendono e spengono le macchine, che possono farle brillare e portarle verso il buio. E poi le persone sono legate ad altre persone: dopo il licenziamento di Altman, anche Greg Brockman, il presidente e leader tecnico che ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo di ChatGPT mell'azienda, si è dimesso, poche ore dopo, seguito da altri tre ricercatori senior: Jakub Pachocki, direttore della ricerca dell'azienda; Aleksander Madry, capo di un team che valuta i potenziali rischi derivanti dall'intelligenza artificiale, e Szymon Sidor, ricercatore da sette anni presso OpenAI. Cosa vale, un’azienda che ha nel suo team principale di sviluppo la sua forza, se queste "teste" vengono estromesse o se ne vanno via in massa? Le persone sono le aziende, non il contrario; le persone, e non le aziende, fanno le rivoluzioni e cambiano il mondo, ma spesso questo dettaglio viene dimenticato.
Leggendo un commento su quello che è probabilmente il più autorevole giornale online dedicato alla tecnologia (a pagamento, e costa tanto... ma quanto sono avanti!), The Information, vi riportiamo qualche stralcio:
Sono trascorse meno di 24 ore da quando il co-fondatore e CEO di OpenAI Sam Altman è stato improvvisamente licenziato dal consiglio di amministrazione dell'azienda e stiamo iniziando a percepire le ramificazioni più ampie di quella decisione nell'ecosistema tecnologico.
Una vendita pianificata di azioni dei dipendenti di OpenAI che varrebbe sulla carta la startup a circa 86 miliardi di dollari è ora in bilico.
Diversi rappresentanti delle società di venture capital impegnate economicamente in OpenAI hanno espresso sostegno ad Altman, suggerendo che alcuni lo seguirebbero in una potenziale nuova startup. Potrebbero non dover aspettare a lungo.
Abbiamo appena dato la notizia che Altman ha detto agli investitori che sta pianificando di lanciare una nuova attività. Si prevede che l'ex presidente di OpenAI Greg Brockman, che si è dimesso da OpenAI poco dopo la cessazione di Altman, si unirà allo sforzo.
Ripetiamo: non sappiamo quali siano le "colpe" eventuali di Altman, e nemmeno ci sta umanamente simpatico, non ci viene naturale "tifare" per qualcuno che a 38 anni è di sicuro un miliardario di successo che potrebbe ritirarsi, comprarsi un'isola e vivere felice (mica come noi), ma prendiamo questo fatto come un elemento determinante per inquadrare - ed aiutarvi ad inquadrare meglio - questo mondo pazzo che sembra correre verso un futuro che non ci appartiene più, e che non comprendiamo. Vale pensare alle persone, al loro valore e, di conseguenza, al NOSTRO valore. E, semmai, a come piegare questa macchina che corre alla velocità della luce verso strade più giuste.
Sabato, 25 novembre, saremo a Trento, a parlare al TedX di un tema che è molto legato a questo. In anteprima assoluta, vi segnaliamo il titolo:
Se un'immagine vale mille parole, miliardi di immagini quanto valgono?
Parleremo di come pensiamo che la grande onda dell'AI nella generazione dell'immagine, possa diventare una poderosa arma per l'umanità, per quelle "persone" che sembrano essere messe da parte, dimenticate, sostituite dalle macchine, perché sembrano ora inutili, prive di valore, di importanza. Ma che, al contrario, saranno quelle su cui basare il futuro di tutto, del nostro pianeta, del nostro voler continuare a credere ai valori dell'esistenza che ci tiene ancora legati a questo mondo.
Chi ci conosce avrà magari avuto occasione di sentirci parlare in diversi eventi, ma questo è probabilmente il più emozionale, più intenso, più a lungo preparato talk che abbiamo mai fatto, anche grazie (nel senso che lo ringraziamo sentitamente, non è un modo di dire) alla collaborazione di Massimo Carnevali che è il curatore che ci è stato assegnato per consigliarci su tutti i dettagli, in generale e poi quelli specifici che fanno parte del format di TedX (molto rigidi, perché parte di un progetto che ha anche nella sua perfetta formula il suo successo) e poi al lavoro che abbiamo svolto internamente a Jumper per affinare ogni dettaglio (dal contenuto, al messaggio, alle immagini, alle animazioni) che hanno reso possibile questo risultato, al quale siamo molto legati ed orgogliosi.
Se volete vivere l'evento, ovviamente non solo il nostro intervento (che dovrebbe essere il primo, poco dopo le ore 15.00), perché la bellezza di TedX è proprio l'alternanza di tanti speaker, tanti argomenti, tante occasioni di riflessioni, sappiate che ci sono ancora alcuni biglietti disponibili direttamente a questo link. Al tempo stesso, se non vi è facile passare da Trento, ma se volete comunque partecipare "in tempo reale", potrete collegarvi alla LIVE in in streaming, dal link che troverete sulla home page dell'evento, qui. Quindi bloccate sull’agenda il pomeriggio di sabato prossimo, ci farà molto (molto) piacere avervi vicini: all'Auditorium Santa Clara di Trento (ci saranno circa 800 persone), oppure online, per farci sentire la vostra presenza. E per capire, insieme a noi, come mettere davanti a tutto non la tecnologia, non i soldi, non gli interessi speculativi, non le innovazioni senza controllo... ma le persone. Sembra ovvio, ma a volte è importante poterlo ribadire e ricordare.
Vi aspettiamo, vogliamo fare questo passo insieme a voi tutti. Grazie, e speriamo di potervi raccontare qualcosa di importante.