Quando il rosso si fonde con il giallo si crea ben più che l'arancione
Nikon acquisisce RED: un'operazione importante per entrambi questi brand ma offre una visione sul futuro di questo settore da comprendere, capire, adottare: è un momento per rafforzarsi e unirsi
La notizia è arrivata dirompente nel mondo della fotografia e del video: Nikon ha acquisito RED, la mitica società di telecamere digitali fondata nel 2004 da Jim Jannard... un personaggio altrettanto mitico, a metà strada tra Tony Stark (Iron Man) e Elon Musk, ha fondato la società di occhiali Oakley, famosa per la sua innovazione tecnologica e poi ha creato attorno a RED un alone di azienda che seguiva linee di progettazione, addirittura di invenzione, di sviluppo totalmente distanti e spesso contrastanti rispetto a “tutti gli altri”.
Le sue macchine erano più vicine all’estremizzazione che si vede nelle auto di Formula 1, o nelle navicelle spaziali, al contrario degli altri brand che hanno sempre spinto verso un’innovazione integrata in un contesto industriale ben chiaro e definito. Quelli della Red, insomma, partendo dal suo fondatore, erano quelli strani, dai quali ci si poteva aspettare di tutto, compresa la nascita di uno smartphone, chiamato Hydrogen One, in grado di realizzare riprese video stellari che addirittura voleva sconfinare verso la ripresa video 3D e usare uno schermo olografico. Se qualcuno vuole ricordarsi di questo prodotto, di fatto mai esploso sul mercato, può dare un’occhiata a questa recensione che, laconicamente, diceva “è tutto hype”.
Abbiamo letto in giro che la notizia avrebbe “stupito tutti”. In realtà, non ci ha stupito per nulla, a guardarla bene, si tratta di una notizia “ovvia”, se si guarda al mercato dei sistemi di ripresa foto e video, che in questi ultimi 10 anni ha subito un cambiamento impressionante, e purtroppo anche un crollo in termini di numeri che hanno fatto sparire, o ridurre in un angolo buio e freddo, alcuni dei brand più leggendari del mondo.
Dal punto di vista dei numeri (non della qualità, non del merito: solo dei numeri) i punti di riferimento sono rimasti i più grandi: Canon, Sony, Nikon. Gli altri brand si sono uniti, si sono fusi, hanno trovato partnership, o si sono chiusi in un bozzolo di protezione, accessibile solo ai pochi clienti o fan rimasti affezionati. Dicevamo: quelli che contano, in termini di numero e di peso, sono Canon, Sony e Nikon, e abbiamo spesso segnalato come, rispetto alle prime due, la terza, Nikon appunto, soffriva la sua visione, storia e specificità molto tradizionale; l’unica che, di fatto, è rimasta focalizzata totalmente sulla fotografia, o semmai sull’ottica di precisione (scientifica, medicale, microscopi, eccetera). Pur gigante, pur amata e capace di sviluppare prodotti e tecnologie all’avanguardia, Nikon non riusciva a emergere oltre il suo “giardino”, e il suo giardino diventava sempre più legato ad un universo di giardini eccezionalmente affascinanti, ma sempre più ridotti.
Se ci concentriamo sul mondo della produzione di immagini, quello che abbiamo visto negli anni è che Canon e Sony hanno spinto tantissimo nel campo delle videocamere/cineprese digitali di fascia alta, broadcast, non solo per visione di business, ma specialmente per loro DNA (hanno prodotto sistemi video da sempre). Nikon no, e per quanto abbia integrato innovative tecnologie video nelle sue fotocamere, a “forma di fotocamere”, non poteva competere con la concorrenza quando si parlava di “high end”, quando si proponeva all’interno di un mercato non di “fotografi che volevano produrre video”, ma di videomaker, registi, eccetera.
Dall’altra parte, RED era troppo piccola per competere, o forse semplicemente si è accorta che aveva bisogno di entrare in una nuova dimensione, potendo far rendere i suoi gioielli, come per esempio il suo incredibile formato Redcode raw, spesso argomento di cause legali, anche con la stessa Nikon. Non sappiamo i motivi precisi di RED (necessità, visione, strategia), sappiamo solo che questa fusione è probabilmente la migliore cosa che entrambe le aziende potevano fare: per proseguire un percorso ricco di potenzialità, ma ampliando il loro personale giardino senza cambiare totalmente la loro visione. Oggi serve ottimizzare gli assets societari, fondere le culture tecnologiche, correre più velocemente, perché la velocità nel campo della produzione video è diventata un’evidente necessità. Hollywood da un lato, Netflix dall’altro, YouTube dall’altro lato ancora sono in un fermento che sta smuovendo montagne, oceani e, specialmente, investimenti. Sul prossimo numero di Aiway, presto in uscita, dedicheremo uno spazio importante a questo argomento, perché davvero ci sono molti aspetti che ci fanno prevedere cambiamenti che ci riguarderanno tutti, sia come professionisti dell’immagine, sia come utenti.
Per ora, a noi, sembra un segnale molto positivo, e sinceramente vedremmo di buon occhio altre azioni che possano creare dei rafforzamenti di Nikon (non perché vogliamo o dobbiamo tifare per loro, tifiamo per un rafforzamento del mercato, in generale) in altri settori “high end” anche della fotografia. Per esempio con un’acquisizione di PhaseOne (che ne pensate?) per creare un’integrazione tra piccolo e medio formato di altissima qualità sia in termini di tecnologia che come gamma di prodotti all’interno di un brand che dovrebbe avere capito che il suo punto di forza è e deve essere l’alta fascia e non quella consumer, sulla quale è necessario competere non solo con i brand della telefonia (difficili da superare, sia in termini di dinamicità che di fatturato, e di conseguenza di potenzialità di investimenti), ma anche con tutta l’innovazione che non è propriamente ottica e hardware (dove Nikon certamente eccelle), ma computazionale.
Nasceranno nuovi prodotti NikonRED?
Ci auguriamo di sì, di sicuro ci sarà una fusione di tecnologie, una crescita più veloce, tra l’altro integrando anche due culture aziendali molto diverse e complementari, come quella giapponese e quella americana. Rispetto a possibili altre acquisizioni di fotografia (magari anche accordi, non necessariamente solo “acquisizioni”), non sarebbe bello immaginare una NikonPhaseOne? Per ottenere quello che, purtroppo, non è successo, in dieci anni, con l’acquisizione del 2013 da parte di Leica di Sinar (se siete un po’ giovani potreste non conoscere Sinar, ma è un pilastro della fotografia da sempre) o di altri brand che dall’unione non son riusciti a creare nulla di nuovo, se non cercare canali di vendita complementari (un po’ poco, in un mondo affamato di innovazione).
Per finire, quello che speriamo succeda, quello che oggettivamente stiamo facendo all’interno della nostra realtà professionale, aziendale e anche formativa, è di avere la capacità di mettere insieme i “punti”, creare connessioni, fare forza comune. Perché oggi, in questo campo, non c’è spazio per il “sufficiente”, serve l’eccellente, e questo si può raggiungere solo unendo grandi competenze, grandi qualità e specifiche esperienze che possono per osmosi diventare una forza unica.
Lo auguriamo (anzi, lo consigliamo) a tutti voi: non è il momento dell’individualismo, e non è questo il momento per tirare i remi in barca. Crediamo che l’investimento in RED di Nikon sia stato molto impegnativo, ma dimostra forza, visione, orientamento. E ci piace applaudirlo: farà bene a tutto il settore, abbiamo bisogno di azioni coraggiose, anche per avere più coraggio, nel nostro piccolo.
Ps: non abbiamo usato in alcuna riga la parola AI… come vedete si può parlare e parliamo ancora di “fotografia”, quella “vera” (secondo alcuni). Però, inevitabilmente, la presenza dell’AI in tutto questo è evidente, come in tutto ;-)