Quando la qualità corre a due velocità
Facciamo insieme un balzo all'indietro, affrontando un parallelo sulle evoluzioni della qualità dell'immagine degli ultimi 20 anni, per poi affrontare le rivoluzioni che abbiamo di fronte a noi.
Su DpReview, lo storico blog sulla fotografia che anni fa è diventato di proprietà di Amazon per poi essere ceduto nel 2023, abbiamo letto un post parte dei festeggiamenti dei 25 anni della loro storia, scritto da Jeff Keller, fondatore di DCResource.com - Digital Camera resource Page, progetto migrato all’interno del progetto DpReview, nel 2013 (così, per fare un po’ di storia). Questo articolo fa un elenco delle fotocamere digitali usate da Jeff in questo quarto di secolo: nulla di speciale, a parte il sorridere nel ricordare modelli che in una certa epoca rappresentavano l'innovazione tecnologica più eccitante. Parliamo per esempio della Casio QV-10A, con sensore da 0,25 megapixel in grado di scattare foto e video a 320 x 240 px e una capacità di archiviazione di ben 2MB, poi "balzi in avanti" come la Canon Pro70 con sensore da 1.5MP, obiettivo interno equivalente ad un 28-70mm. E poi altri... ma questa storia non è tanto interessante, quello che ha catturato la nostra attenzione è stata una foto pubblicata (la potete vedere direttamente sul post, non ci sembra giusto "rubarla" per mostrarla qui) e realizzata nel 1997 con l'Olympus D-600L, dotata di obiettivo zoom 3X interno e un sensore CCD da 1,3 megapixel, Una foto di tre case costruite in legno, davvero nulla di speciale come fotografia, non è particolarmente accattivante; invece, mi ha catturato la didascalia:
This is a photo from the Olympus D-600L, slightly cropped. The image quality is cringy, but it was very good in 1997. Shooting data is not available.
(la parte interessante è che definisce "Cringy" la qualità, ovvero da rabbrividire, ammettendo che però nel 1997 era davvero molto buona).
L'ho guardata e pur comprendendo quello che voleva intendere l'autore, e pur ovviamente percependo la qualità davvero molto bassa rispetto a quello che si può ottenere oggi con uno smartphone anche non "di ultima generazione", ci siamo detti... però, se pensiamo che sono passati 27 anni, forse dobbiamo fare una considerazione: che la qualità di decine di anni fa era comunque molto buona, e che la qualità pur cresciuta in termini esponenziali, non appare così stratosfericamente inferiore.
Evoluzione: prima velocità
Abbiamo fatto una ricerca tra le nostre immagini scattate e non siamo riusciti a recuperare (avremmo bisogno di più tempo, di guardare nei vecchi hard disk ma sarebbe una ricerca complessa e lunga) le immagini scattate con il nostro primo smartphone in grado di scattare fotografie, un Nokia 6630, ma forse sono sufficienti le riproduzioni delle pagine di un articolo di una (bellissima, lo diciamo con affetto) rivista che abbiamo realizzato nel 2004, quindi esattamente 20 anni fa. Ovviamente, in questo articolo abbiamo usato la fotocamera per fare effetti creativi, la qualità non era quella di condizioni ideali e per “fotografie normali”… ma ci fa piacere partire da questo punto per il confronto che ci attende nella seconda parte di queste considerazioni.
Per non confondere qualità con “interpretazione creativa” (questo qui sopra voleva essere una proposta “artistica” dell’uso di uno strumento), vi pubblichiamo un paio di immagini che abbiamo trovato in rete su Wikimedia Commons e quindi libere da diritti (qui la selezione di foto scattate con uno smartphone Nokia 6650 - uscito nel 2002, quindi un paio di anni prima di quello da noi usato per l’articolo sulla “cellulART” - che mostrano si una qualità cringy, ma come detto si parla di uno smartphone di oltre 22 anni fa):
È stato più facile - e anche più utile per questa analisi - recuperare un paio di immagini scattate con un iPhone 4s nel 2011. Erano dei test fatti per capire il livello maggiore possibile in una ripresa controllata, in studio, con luce calibrata e i risultati mostrano che sì... sono passati 13 anni, ma il viaggio evolutivo della fotografia consumer (chissà quale è il limite ormai tra strumenti consumer e professionali... ma non è questo il momento di affrontare questo argomento) fa capire che tutti questi anni hanno migliorato ma non stravolto la resa.
Evoluzione, seconda velocità
Dove vogliamo arrivare? Al fare un confronto tra la crescita qualitativa della fotografia digitale negli ultimi 20 anni e quella che ha avuto l'AI in due anni, qui sotto trovate una timeline che abbiamo pubblicato su AiwayMagazine, dove ovviamente si parte da una qualità bassissima nel 2022, davvero inaccettabile, fino ad arrivare alla qualità del 2024.
Alcuni ancora parlano di una qualità "non ancora sufficiente" dell'AI, e forse non si considerano un paio di cose:
Che quello "che si vede in giro" raramente rappresenta la vera qualità dell'AI usata al meglio (e i professionisti dell'immagine dovrebbero confrontarsi e lavorare al top con gli strumenti a disposizione);
Che siamo alle porte dell'arrivo di una nuova generazione di modello di generazione di immagini AI, prevista per fine dicembre/inizio gennaio 2025, quindi quello che vediamo oggi verrà migliorato, probabilmente in modo significativo, in poche settimane;
Che gli investimenti nell'ambito dell'AI sono poderosi, quindi la crescita sarà molto evidente e velocissima;
Che la qualità non è solo da considerarsi nei termini della risoluzione o del fotorealismo, ma ci sono infinite varianti creative accessibili con le tecnologie AI che stanno condizionando il gusto, lo stile, le abitudini della comunicazione visiva: una delle cose che stiamo percependo ed evidenziando nei nostri corsi e nel nostro lavoro editoriale sul tema AI è che oggi vediamo una resa molto "AI" anche quando si lavora in tradizionale... perché evidentemente questo è il gusto che ha preso piede oggi.
Insomma, vogliamo farvi riflettere sullo scenario che abbiamo tutti di fronte a noi: nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Saranno anni interessanti, rivoluzionari, stimolanti, qualsiasi strada decidiate di seguire ;-) Siamo in un vortice che non può essere interpretato con i ritmi e gli approcci del passato, ma con una costante verifica della realtà e dell’evoluzione. Per questo ne parliamo così con frequenza ed intensità.
Buona domenica, come sempre vi auguriamo una splendida settimana. Per chi è abbonato ad AiwayLab, ricordiamo che domani, lunedi 25 novembre alle ore 18.00, ci sarà la nuova Aiway Live, si parlerà proprio di quelle previsioni e prospettive per il 2025 nel campo dell’AI, un momento importante per fare il punto su quello che ci arriverà come uno tsunami (come abbiamo evidenziato in questo articolo) ed è quindi utile capire e comprendere quali saranno i cambiamenti e le opportunità in arrivo (incredibili). Per chi non è abbonato, segnaliamo che è sempre possibile acquistare il pass a questo link. Il pass consente l’accesso live e anche di ricevere il video della serata e la documentazione che presenteremo.