Tanti ballerini in pista, voi ci volete essere?
Mentre il mondo attorno a noi cambia e ci abbraccia per offrirci nuove strade, ma anche strumenti per difendere e potenziare il nostro passato e le nostre tradizioni, troppe persone fanno spallucce...
In questi due anni di frenesia legata alle rivoluzioni in atto a causa (grazie?) all'intelligenza artificiale, abbiamo spesso percepito un approccio scettico, e al tempo stesso distaccato: come se quello che sta succedendo non stia minimamente influendo anche sulla vita e sul mestiere di coloro che pensano di non esserne coinvolti, che continuano a pensare che non saranno rivoluzioni che li riguarderanno per il solo fatto che credono di liberarsene facendo spallucce.
Questa reazione - e lo diciamo con preoccupazione - è ancora più evidente tra i giovani, tra le nuove leve di questo settore, che vediamo e con i quali interagiamo ogni giorno, e sono centinaia. Lo scenario che vediamo, sostanzialmente, si divide in quattro categorie/scenari, che ritroviamo poi in tutti (giovani, meno giovani, professionisti, aspiranti tali):
Chi, appunto, semplicemente dell'AI non si interessa, la snobba, ha deciso che "tanto non serve a nulla";
Chi ha paura, è preoccupata/o e quindi come reazione si allontana, tipo le tre scimmiette che non ascoltano 🙉, non vedono 🙈, non parlano 🙊;
Chi vede in questa innovazione un "bel trucco per fare poca fatica", senza capire che tutti faranno poca fatica per fare le stesse cose e che quindi - AI o non AI - servirà fare ancora più fatica per avere un ritorno soddisfacente dal proprio mestiere (chiamatelo fatturato, se volete);
Chi ha capito, si impegna, esplora, capisce che questa è una curva ascendente che richiede molto impegno e concentrazione.
Abbiamo letto di recente una breve intervista con Satya Nadella - CEO di Microsoft - che già nel 2019 aveva iniziato ad investire 1 miliardo di dollari in OpenAI e quindi prima di molti altri ha compreso l'importanza dell'AI nel futuro dell'umanità. Ha usato la metafora della "pista da ballo" dove diversi approcci all'AI possono prosperare. Ha detto:
Ci sono molte belle canzoni e bravi ballerini sulla pista
E ovviamente si stava riferendo a quei ballerini che stanno competendo sulla stessa loro pista, quella dell’immensa Microsoft (fondata nel 1975). In parte sono aziende conosciute come Google (1998) o Meta (Facebook - 2004), ma in altri casi si parla di aziende totalmente nuove come per esempio Anthropic (fondata nel 2021), Perplexity (2022) ed altre. Cosa sta dicendo, tra le righe? Che l'AI sta sconvolgendo le sicurezze di chi ha un passato e un presente solidissimo. Figuriamoci allora se parliamo di aziende o professionisti "umani", come possiamo essere noi tutti!
I pensieri di Nadella trattano tutti i temi: dalla formazione, al lavoro, alla democrazia.
Per quello che riguarda la formazione, dice che l'AI sta trasformando il modo in cui impariamo e lavoriamo, con implicazioni per ogni settore. Immagina un mondo in cui i tutor AI siano accessibili a tutti, consentendo un'esperienza di apprendimento più profonda e personalizzata. "La grande novità è che ogni studente può ora avere accesso a un tutor AI personalizzato per tutta la vita." Questo accesso senza precedenti alla conoscenza, combinato con la flessibilità degli strumenti AI (lui ovviamente parla dei suoi, come GitHub Copilot), apre le porte a studenti, professionisti e apprendisti per tutta la vita. Cosa possiamo portarci a casa? Che non si smette mai di essere studenti, e che il metodo di formazione è in fase di rivoluzione, cambierà gli approcci che ci preparano alle sfide del futuro: le nostre, quelle dei nostri figli.
Sul futuro del lavoro, Nadella sottolinea che lo scopo dell'AI non è eliminare posti di lavoro, ma migliorare la qualità del lavoro. Automatizzando compiti tediosi, l'AI permette ai professionisti di concentrarsi su attività di maggior valore. Ma allora perché continuiamo a vedere persone spaventate e arrabbiate per l'AI che vedono come "nemico"? Noi sappiamo che ogni giorno possiamo fare già oggi cose molto migliori rispetto al passato, grazie all'integrazione dell'intelligenza artificiale, e stiamo lottando per eliminare buona parte di quelle che sono noiose, ripetitive, che richiedono sforzo e ormai non offrono una competitività o un valore monetizzabili.
"Il nostro obiettivo - dichiara Nadella - non è ridurre i posti di lavoro, ma migliorarne la qualità", evidenziando esempi come avvocati che utilizzano l'AI per semplificare la revisione dei documenti, guadagnando tempo per concentrarsi su intuizioni strategiche.
Nadella crede che questo cambiamento porterà a ruoli più gratificanti in tutti i settori.
Sul tema della democrazia, siamo appena usciti da una settimana che pensiamo abbia mostrato in modo evidente quanto digitale e AI abbiano condizionato le ultime elezioni per la presidenza degli USA. L'opinione di Nadella in merito all'impatto dell'AI nella democrazia è questa:
L'AI può essere una forza per mantenere l'integrità delle informazioni. Monitorando gli spazi digitali, l'AI può aiutare a identificare e contrastare la disinformazione, contribuendo a un ecosistema informativo più affidabile. Immagina l'AI come una salvaguardia nell'era digitale, progettata per proteggere l'integrità dei processi democratici piuttosto che minarli.
Il problema è che l'AI non è democratica, al momento, nel suo controllo: pochi la possiedono, tutti gli altri sono e siamo "utenti" e non decisori; questo porta ad una regolamentazione molto forte, seria, trasparente, non influenzata da interessi che non siano quelli dell'umanità tutta. E, ancora una volta, un po' di nuvole nere nell'elezione americana si stagliano all'orizzonte: è chiaro che il 5 novembre ci sono stati vincitori (Trump, Musk), vinti (Harris, OpenAI e Google) e realtà che stanno cercando di cavalcare il risultato accettando compromessi a parole e con fatti per salire sul carro dei vincitori e non rischiare, in questo delicato momento di evoluzione e di spinta, di non perdere competitività (Facebook, Amazon ed altri). Sarebbe lungo approfondire in questa sede, ma è successo proprio così.
Ma nel nostro specifico settore, quello dell'immagine e della creatività fotografica, tutto questo come cade e come si evolve? Già, perché torniamo alle spallucce alzate. Chi vive un mondo che sembra "a parte", diverso da quello del "lavoro aziendale, del business, di quelle realtà che proprio Microsoft rappresenta", forse non nota che le stesse cose succedono anche "nel nostro mondo", e non è un caso che abbiamo parlato di Microsoft e del suo (illuminato, non possiamo dire altrimenti) CEO, Satya Nadella. Le stesse tensioni ci sono nel nostro mondo e si manifestano con esempi, numeri, azioni, investimenti che forse non sono chiari da collegare, specialmente per chi pensa che - appunto - non siano interessanti. Vi sintetizziamo alcune cose che sono successe in questi giorni, e proviamo ad aiutarvi a connettere qualche puntino:
Apple ha comprato un software molto famoso (e perfettamente integrato nell'ecosistema Apple), ovvero Pixelmator. Si tratterebbe di un ritorno della Casa al software per il trattamento della fotografia, dopo avere abbandonato 8 anni fa Aperture (qualcuno se lo ricorderà). Cosa significa, secondo noi e non solo secondo noi? Che questo ritorno sul campo della competizione arriva proprio nel momento in cui il dominio di Adobe può essere intaccato (i numeri non dicono questo, il "sentiment" e le opportunità invece puntano ad un indebolimento di Adobe in questo campo), dove l'integrazione e lo sviluppo di soluzioni per il trattamento dell'immagine molto evolute e ben integrate all'ecosistema anche dei processori di Apple, aggiornati di recente per essere totalmente compatibili e in grado di gestire l'AI, creano un quadro chiaro.
Il mercato delle fotocamere sta avendo un periodo positivo, guadagnando valore dopo decenni di crollo: lo confermano Fujifilm, Nikon, Sony Canon. Questo ci porta a pensare che come reazione all’esplosione dell'immagine AI ci sia un ritorno verso la fotografia "vera", che però non va confusa con una nuova moda che può sopravvivere solo sul suo essere alternativa. Va costruito un percorso di "fotografia vera" che non sia solo di opposizione, ma anche di costruzione, e motivata nel suo risultato, nel suo messaggio, nel suo valore, nel suo posizionamento sul mercato. In pratica, ci aspettiamo che in tutti i campi dell'immagine il dominio dell'AI sarà sempre superiore, e allora bisognerà capire come rispondere al mercato con quello che il mercato chiede (in termini di potenzialità, di originalità, di ottimizzazione dei costi, di evoluzione del linguaggio visivo: tutte cose che portano e porteranno a preferire le soluzioni AI al posto di quelle tradizionali) e invece proporre alternative di tipo tradizionale, ma che dovranno essere motivate in modo concreto, e nei risultati.
È stata lanciata a livello internazionale una nuova rivista per la fotografia naturalistica, per ora con ottime intenzioni, si chiama WildEYE ed è online e in formato PDF. Notiamo (e tra poco lo spieghiamo) una debolezza in questo progetto (non poco coraggio, probabilmente al momento poche risorse), ovvero di non avere puntato da subito sulla carta, e su una altissima qualità di stampa... perché questa è una arma alternativa per contrastare il digitale che può sfornare miliardi di immagini facilmente e a costo molto contenuto. Molto più coraggiosa e concreta Copy, arrivata al numero 2, che si propone come un universo per l'immagine della fotografia (AI) di moda, stampata e solida nel suo progetto e che apre portoni enormi nel futuro dell'immagine di questo settore. Dimostrando che tutto quello che viene detto, da chi alza le spallucce, è totalmente distaccato dalla realtà: l'AI è creativa, originale, stimolante, di impatto, esclusiva (ma anche inclusiva), capace di inventare nuovi approcci e nuove soluzioni che sono già oggi comprese benissimo dalle aziende e dai professionisti.
La strada non è quella del fare spallucce: la rivoluzione è arrivata, ha abbracciato (e abbracciare è un approccio positivo, non conflittuale) tutti i settori e anche qui, nel vostro/nostro mondo, è arrivata per restare: per dare spazio e potenzialità a tutti, ad esclusione di chi non si ferma per pensare che solo conoscere, solo la cultura e la comprensione di dove sta andando il mondo permette di trovare un proprio spazio, anche ricco di soddisfazioni. Se volete, la strada è aperta: per apprendere, per capire, per imparare a fare concretamente, per condividere, per parlare e per ascoltare.
Se volete il vostro spazio, l'invito è quello di abbonarvi al nostro AIWAY LAB: per fare, per sapere, per scegliere.