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Tempo per la creatività: dove trovarlo?
Non c'è dubbio che la creatività (come le occasioni di lavoro) deve essere alimentata. Il problema comune è quello del tempo, specialmente per chi è freelance o lavora in proprio. Come fare?
Photo by engin akyurt on Unsplash
Il maggiore nemico della nostra Era è la carenza di tempo, e al tempo stesso è il bene che dovremmo più ricercare e proteggere: in noi, nella nostra vita, ma anche nella vita delle persone alle quali ci rivolgiamo e con cui ci relazioniamo. Sappiamo bene che il nostro tempo è prezioso, ed è così per tutti, arriviamo alla fine della giornata con mille cose che non abbiamo fatto e subiamo momenti di sconforto per questo, e lo stesso vale per tutti gli altri. Per ogni scelta che facciamo e che ci occuperà del tempo, sappiamo che stiamo rinunciando a qualcosa, come succede anche a tutti.
Troppe opzioni, troppe possibilità, troppe informazioni, scelte difficili. In ogni momento, siamo ad un bivio, e dobbiamo mettere le nostre fiches sul numero che pensiamo sia quello che possa darci maggiore soddisfazione, piacere, ritorno. Il problema è quindi prendere il tempo e dominarlo: se impariamo a farlo per “noi”, impariamo anche a trasformare il nostro prodotto in qualcosa che merita il tempo degli altri.
Sono anni che cerco di trovare lo spazio per tanti progetti che si differenziano da quello che “si deve fare” per vivere, per dovere, per responsabilità e mi accorgo che i bioritmi lottano contro di noi: ad una certa età, non è facile trovare le energie per “tirare notte” (mi piaceva molto farlo, quando la frenesia della giornata scemava, i rumori si esaurivano ma anche il dover essere “presente” diventava non più un obbligo, era bello sedersi davanti al computer e scrivere, progettare, inventare). Ora, ad una certa ora, considerando che negli anni la mole di lavoro - non si sa bene perché - non si riduce, ma anzi cresce, arriva la stanchezza. Non è necessariamente sonno, è mancanza di energia per la mente, e quel tipo di spazio, preziosissimo e ambitissimo, di colpo è sparito. Ma dove si può ritrovarlo, riposizionarlo, se l’agenda è sempre piena?
Nella mia testa, mi sono convinto che la soluzione è svegliarsi prima: il bioritmo infatti è mutato: al mattino la testa funziona meglio, al contrario del passato, e quindi perché non svegliarsi alle 5 del mattino, e belli freschi dedicare quelle due o tre ore a fare quello che non si può incastrare nelle ore centrali della giornata, dove ci sono appuntamenti, incontri, scadenze, risposte da dare via email, via Whatsapp, via Telegram e così via? Durante il resto della giornata ci sono le call su Zoom, ci sono le telefonate, ci sono i report e le consegne, ci sono i corrieri che arrivano e che ti spezzano il ritmo.
Se cercate di sviluppare dei progetti, la soluzione di trovare momenti in cui il mondo sta ancora dormendo è una buona strategia, ovvio che non sempre funziona: magari mentre il mondo che sta “fuori” si ferma, il mondo interno (casa, famiglia) invece si accende e ci richiede impegno. E’ complesso, anche se forse qualche ritmo si può modificare ed ottimizzare. Per noi, ormai è una abitudine acquisita ascoltare il podcast Morning de Il Post, curato da Francesco Costa (non si trova più sui canali gratuiti, è parte integrante dell’offerta di abbonamento de ilPost e quindi serve un’app specifica e un abbonamento, non rinunciate però se vi siete incuriositi, perché la questione del pagare i contenuti di informazione è una delle strade che aiutano a selezionare, filtrare e cercare di ridurre l’eccesso di stimoli, facendo appunto delle scelte, il link è questo, magari provate per un mese, investite solo 8 euro e poi se vi piace proseguite). Ma perché ve ne parlo? Per vari motivi, il primo è che Francesco Costa racconta che si sveglia attorno alle 4.30 perché la puntata esce al massimo alle ore 8 e visto che si tratta di una rassegna stampa commentata, non si può certo registrare la sera prima.
Questa segnalazione serve a mettere in evidenza anche cose più utili in questo contesto: la soluzione di svegliarsi presto è appunto una buona idea per dedicare le prime ore “tranquille” per fare qualcosa che per noi è importante, pensate che ogni giorno potreste guadagnare due ore, che per 22 giorni lavorativi si traducono in 44 ore/mese e quasi 500 ore anno… si può scrivere un libro, creare un progetto completo, trasformare il proprio business avendo a disposizione 500 ore all’anno! Davvero un’opzione golosa.
Il secondo motivo riguarda la fruizione: so che ogni giorno, o meglio dal lunedì al venerdì, dedico 20/22 minuti ad ascoltare questo podcast e so che da quando lo faccio sono molto meglio informato di tutto quel mondo che non riguarda nello specifico il mio mondo professionale (al quale dedico, per aggiornarmi, un tempo infinito, ma fa parte del lavoro), ma di quelle “banalità” che stanno attorno a noi: l’economia, la politica, i fatti anche banalmente futili ma che aiutano a pensare. Non è facile investire 20 minuti al giorno, ma mi sono accorto che questa abitudine non solo mi fa bene, ma mi fa risparmiare un sacco di tempo per recuperare informazioni e situazioni che magari mi sono sfuggite e mi arrivano come dei macigni quando diventano urgenti, e quindi alla fine c’è meno affanno, meno “Fomo” (la malattia ormai certificata nel mondo digitale del sentirsi non informato costantemente di quello che sta succedendo attorno a noi e che quindi ci fa cadere in una paura di non poter controllare la nostra vita).
La terza chiave di lettura è che, come detto, sono ben contento di pagare una pur piccola cifra perché è una scelta che mi porta dritto a fruirla senza girare attorno a mille altre possibili scelte che mi farebbero perdere tempo e risorse. Questo non è solo un vantaggio per chi fruisce, ma è - se siamo creativi - un modo per capire che l’attenzione delle persone ce la dobbiamo guadagnare, e se lo facciamo verrà percepita come un valore, e come tale può diventare una risorsa che può supportare il tempo necessario per produrre il contenuto di questa “attenzione”. Pensiamoci: perché dovremmo volere ottenere l’attenzione di persone che a malapena vengono sfiorati da noi e da quello che vogliamo o possiamo offrire, per avere al massimo un like? La strada è quella delle strategie delle palestre che propongono una risposta ad una esigenza (non faccio moto, mangio troppo, sono stressato: ho bisogno di esercizio fisico) ad un abbonamento che poi porta a frequentare la palestra (dedicando tempo), se no allo stress dei problemi non risolti appena citati si aggiunge il fatto che si stanno spendendo soldi per qualcosa che non si sta fruendo.
Cercando quindi di rubare una sintesi utile da questi pensieri, possiamo dire che è interessante:
decidere di dedicare parte del nostro tempo a qualcosa che ci interessa scegliendolo tra le offerte a pagamento. Anche piccoli investimenti ci porteranno a “usare” questi servizi, evitandoci scelte, ricerche inutili in quel campo, e dandoci costanza.
Se impariamo a fare queste scelte, possiamo cominciare noi stessi a pensare a servizi e prodotti, strumenti di comunicazione o di interazione che possano seguire la stessa logica: cercare persone che hanno bisogno di questa offerta e proprio per fare scelte semplificate decidono di investire parte del loro tempo allo stesso modo: imponendosi di comprare qualcosa che poi si imporranno di usare.
Per fare progetti nuovi, impegnativi, di qualità, serve tempo: iniziate a trovare un equilibrio di vita che possa aprirvi degli spazi che finora non avevate ancora considerato. Forse, all’inizio, sarà dura, ma poi per fortuna il nostro equilibrio fisico trova la soluzione. 500 ore all’anno in più permettono anche di andare sulla Luna, figuriamoci a far qualcosa di buono sulla Terra! Non è detto che debba essere svegliarsi alle 5 di mattina, andare a dormire alle 3 di notte, ci sono tante opzioni… magari spegnere il televisore alla sera è già una buona strada, ma serve creare un metodo e una abitudine per usare quel tempo, sapendo che è dedicato ad un progetto o ad una attività specifica, altrimenti non serve.
Cercare di usare soluzioni che ci fanno investire tempo e attenzione in momenti in cui possiamo non necessariamente “perdere del tutto” questo tempo: nel caso del podcast è una ottima soluzione perché impegna le orecchie ma nel frattempo si può preparare la colazione, fare la doccia, camminare, prendere un mezzo pubblico, eccetera. Quando la scelta ci porta a dedicare completamente noi stessi, allora… questa scelta diventa più impegnativa.
Bisogna imparare a gestire i flussi per avere un buon controllo del tempo che dedichiamo e dobbiamo dedicare ad ogni attività, altrimenti alla fine della giornata, della settimana, dell’anno non riusciamo nemmeno a capire come possiamo avere perso così tanto tempo. Di recente mi ha affascinato questa soluzione che si chiama TimeFlip, e che rende molto “umano” il tracking del tempo che dedichiamo ad ogni attività: è un oggetto che comunica con un’app, ma la nostra “interfaccia” è umana, è un oggetto che appoggiamo sulla scrivania e semplicemente giriamo verso la faccia che mostra l’attività che stiamo iniziando a svolgere, e inizia a comunicare con l’app sul proprio telefono o con il proprio computer tramite webapp. Alla fine della settimana, del mese o di un certo periodo si può vedere come i flussi del nostro lavoro sono stati tracciati, e ci permette di scoprire cose molto interessanti, tra cui dove stiamo perdendo o dedicando troppo tempo, magari inutilmente e poter correggere (o prevedere, calcolare, se proprio non si può ridurre), in futuro.
Speriamo che questi pensieri, che frullano nella nostra mente, possano aiutarvi a trovare il vostro tempo e anche a trovare idee per fare in modo che tanti il tempo vorranno dedicarvelo. Nel frattempo, continuate a dedicare tempo, poco, ma ogni domenica, anche a noi ;-)