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Traslocare dai social? (+WeeklyJumper Links)
Oltre alla lista di link, oggi parliamo di piattaforme social e del perché è arrivato il momento di pensare ad alternative e a delle soluzioni che per il nostro bene di creativi ci conviene conoscere.
Foto di Agustìn Farias
Ciao a tutti, buona domenica!
Prima di proporvi la lista di notizie che abbiamo raccolto per voi questa settimana, vorremmo condividere con voi un pensiero su una delle situazioni che hanno scosso il mondo digitale in questa settimana. L’argomento riguarda Instagram, ma in generale riguarda tutti noi che da anni dobbiamo di sottostare ad una serie di regole (spesso molto poco positive) che ci vengono imposte dai grandi “padroni” della rete. Se vogliamo rimanerci, sui social… dobbiamo abbassare il capo, accettare qualsiasi cambiamento di strategia o di policy, perché l’alternativa è quella di andarcene e quindi sparire dal radar dei nostri contatti e delle opportunità di interazioni e di business, o di essere comunque oscurati perché se rimaniamo senza accettare le “regole” gli algoritmi non ci faranno apparire da nessuna parte.
Le opzioni sono “sissignore” oppure l’oblio. La storia in breve, di quello che è successo questa settimana, è che Instagram sta perdendo appeal, e rischia di essere sopraffatto da TikTok, per tanti motivi che abbiamo anche raccontato in questo spazio, ma che avremo magari occasione di riprendere in futuro. Cosa fa, quindi, per “recuperare”? Semplice, quello che Instagram ha già fatto in passato: cambia, e specialmente copia da chi sta proponendo qualcosa di davvero nuovo.
Di solito, la questione si chiude qui… le modifiche vengono decise e sviluppate ad unico vantaggio dell’azienda che le applica, e gli utenti - strano, per un business che si basa “sugli utenti” - devono stare zitti e appunto accettare, anche se queste modifiche possono non piacere o addirittura possono creare svantaggi alle persone che usano questo servizio; d’altra parte, che voce possono avere, se il servizio che usano è gratuito?
Beh, questa volta le modifiche proposte per “tiktokizzare Instagram”, hanno fatto arrabbiare persone che per i social contano tanto, perché hanno milioni, decine di milioni, centinaia di milioni di followers, che hanno sostanzialmente detto: Così Instagram fa schifo! E il grande capo di Instagram, Adam Mosseri, prima ha fatto un video dicendo… sì, ma per ora stiamo solo facendo dei test, comunque preparatevi che la strada è questa… poi ci ha ripensato e ha detto che probabilmente quella strada non era poi così “giusta” e faranno dei passi indietro.
Il fatto, però, è che noi, esseri umani “normali”, non siamo Kim Kardashian o Kylie Jenner che, solo loro, raggiungono i 660 milioni di follower, o “anche solo” Chiara Ferragni che ne ha 27 di milioni di followers, ma su questi social - tutti, anche se in modo diverso - ci abbiamo investito tempo, soldi, fatica, studio, abbiamo creato o stiamo cercando di creare delle relazioni, ma siamo dei numeri così piccoli che davvero non contiamo nulla.
Perché vi diciamo questo?
Perché vi diciamo questo? Per farvi capire che le cose devono cambiare, e per farlo serve avere il controllo di quello che è “nostro”. Su Instagram siamo ospiti accettati e benvoluti fino al momento in cui alziamo la voce per dire che “non ci va bene”. Molti dei nostri lettori sono fotografi, e quindi hanno investito molto su Instagram, per esserci e proporsi. Ora Instagram, sostanzialmente, dice che delle fotografia non sa cosa farsene, che tutto deve essere video, storie, ma specialmente reels, e per fare dei reels accattivanti e vincenti bisogna fare uno sforzo incredibile, e per di più non è detto che questi video corti siano poi lo strumento corretto per ciascuno di noi. La soluzione non è “andare via” (da dove? dal mercato? Che alternative ci sono all’usare i media digitali e i social, che sono la piazza principale di passaggio per tutti?), ma appunto è decidere che se abbiamo costruito una nostra casetta, un nostro piccolo spazio con tanta cura, con tanto amore, con tanta fatica, se il centro commerciale, se la città, se lo spazio che ci ha ospitato (ma che non ci considera degni neanche di dialogo, figuriamoci del poter influire nelle decisioni) cambia, allora dovremmo avere il diritto di prendere le cose cose e andarcene - insieme ai nostri utenti, non senza! - da un’altra parte. Questa è la base della decentralizzazione, che sta alla base di quello che è stato chiamato Web3 e proprio per questo è importante per tutti noi iniziare a conoscere, comprendere: per prepararci a riguadagnare un peso, un valore, perché se lo spazio che ci ospita non dovesse più essere giusto e bello per noi, non dovremo lasciare tutto e ripartire da zero. Nel mondo digitale vogliamo una casa nostra, che abbiamo comprato con sudore e impegno, oppure vogliamo averla in affitto e rischiare di perdere tutto?
Noi siamo convinti che nei prossimi anni ci saranno nuovi equilibri, più giusti, dove si tornerà ad avere un potere su quello che abbiamo, ed è questo uno dei motivi portanti che ci hanno convinti a lavorare sull’evento Futur(e)scape. Qualcuno di voi pensa che verranno trattati temi che sono lontani dal proprio lavoro e dai propri interessi, ma è esattamente il contrario: parleremo e spiegheremo (e vi avvicineremo) al mondo del Web3, che non è solo una stupida sigla, ma un ponte verso un futuro più giusto e dove al centro ci siamo (un po’ più) noi. Se vogliamo usare e non essere usati dai social e dai poteri economici forti, dobbiamo capire come funzionano le alternative, e come si configurerà il futuro dell’economia, delle relazioni lavorative, e anche quelle tra le persone. Lo sappiamo, facciamo sempre quelli che sembrano dei “romantici” che non hanno quindi una percezione di quella che è la cruda realtà. Vi lasciamo con una citazione:
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno provveduto che non lo sa e la inventa.
Albert Einstein
Noi vorremmo parlarvi di queste invenzioni, che sembrano impossibili, ma che partono da un approccio diverso nel vedere la realtà. Se pensate che la realtà che stiamo vivendo, alla fine, va benone… allora non ne avete bisogno, ma se pensate - noi lo pensiamo - che no, le cose non vanno affatto bene, che rischiamo di essere schiacciati sempre di più e di avere sempre meno diritti e forza per dire e portate avanti le nostre idee, allora… incontriamoci a Futur(e)scape, se potete in presenza, altrimenti comunque non fatevi scappare il video della giornata, è ancora in offerta ad un prezzo specialissimo, cliccate qui sotto il banner e iscrivetevi! (Grazie per credere in noi e in un futuro migliore per tutti).
Photoshop, direttamente direttamente dal web: ve ne siete accorti? È stato annunciato qualche tempo fa, ma la beta di Photoshop WEB era solo per alcuni utenti, ora è disponibile e se avete un account Adobe potete sperimentarlo, c’è ancora molto da fare, al tempo stesso ci sono delle evoluzioni dell’interfaccia che reputiamo molto interessanti. Fateci un giro! [LINK]
La luce dei tuoi occhi… Westcott, una azienda che spesso propone idee innovative per l’illuminazione, ha riprogettato Eyelighter, ora nella versione 3, il riflettore curvo, ideale per la fotografia di beauty (fotografi, content creator e videomaker… dateci un’occhiata), la soluzione è semplice, ma molto comoda ed efficace. Nella pagina che linkiamo troverete spiegazioni, video e possibilità di acquisto, anche se forse in Italia viene distribuita da ApromaStore, quindi magari provate a sentirli ;-) [LINK]
Le informazioni diventeranno sempre più immagini (e quindi cresce il lavoro per chi produce immagini) Il vicepresidente senior Prabhakar Raghavan, che gestisce l'organizzazione Knowledge & Information di Google, ha parlato di una ricerca interna dell'azienda che ha coinvolto un sondaggio tra gli utenti statunitensi, di età compresa tra 18 e 24 anni. In questo studio quasi il 40% dei giovani segnala che quando per esempio sta cercando un posto per mangiare, non va più su Google Maps o Search, ma invece va su TikTok o Instagram. Questo ovviamente da un lato preoccupa Google, dall’altro dovrebbe far capire quanto lavoro c’è per chi si propone come produttore di immagini, per proporre nuovi linguaggi, nuove forme di comunicazione, eccetera. Se volete approfondire, cliccate questo [LINK]
Ansia da algoritmo? Ecco un articolo che ne parla, interessante per guardare a questo fenomeno più in profondità. [LINK]
La situazione del Greenwashing in Italia: il malcostume della comunicazione, ovvero di “fingersi green”, è davvero sgradevole, ma anche un’arma molto pericolosa per le aziende che usano questi “mezzucci” per fingere un impegno che non esiste. Una delle attività per i creativi è quella di essere vicini alle aziende proponendo loro progetti veri di comunicazione sulla sostenibilità, sui rischi dei cambiamenti climatici, sull’ecologia, lavorare su questi progetti non solo offrirà occasioni di dialogo, di collaborazione e di interazione con molte aziende che sono “affamate” di progetti di valore in questi settori (e non solo: inclusività, gender gap, eccetera), ma potrà anche aiutare a cercare nuovi stimoli per i creativi, che spesso si trovano a dover lavorare su progetti poveri di quella carica emotiva che forse è stata anche quella che li ha portati a scegliere la loro professione inizialmente. Il link che vi proponiamo mostra la situazione del fenomeno del greenwashing in Italia, è un buon punto di partenza secondo noi per trovare la strada giusta. [LINK]
Tool della settimana
Una piattaforma online per creare contenuti interattivi, che possono generare maggiore attenzione, partecipazione e che si ricoderanno più facilmente. Genially permette di creare immagini interattive, infografiche, piccoli games, presentazioni, materiali formativi e condividerle online. [LINK]
LINK ERRATO: La scorsa settimana abbiamo segnalato questa notizia, ma abbiamo sbagliato il link, grazie a coloro che ce l’hanno segnalato, guardatelo perché lo troviamo davvero interessante… e scusateci per l’errore. [qui la notizia ripetuta per completezza] La Monna Lisa in motion e altre storie: dopo il “viaggio in treno in 3D” che vi abbiamo proposto qui sopra, guardate come l’intelligenza artificiale può creare un match tra un’immagine fissa (un quadro, per esempio la Gioconda) e un viso che si muove, per creare… qualcosa di davvero impressionante per il futuro, ma anche per il presente, dell’immagine, della comunicazione e… dell’informazione “credibile”. [LINK]