Un'Era inizia, e forse possiamo provare a dire che non fa per noi
Domani arriva Trump, per la seconda volta, in un panorama economico, politico, sociale molto teso e complesso che richiederebbe grande attenzione e sensibilità, perché in gioco ci siamo noi tutti...

Domani, 20 gennaio, sarà una data importante nell'evoluzione del "mondo occidentale moderno”. Non si tratta solo di un cambio di "persone" nella casa più importante del mondo. Visto da qui, a migliaia di chilometri, sembra quasi una questione distante, di cui può essere utile sapere solo quanto basta per poterne parlare con gli amici a cena, o durante la colazione al bar.
Invece, l'inizio della seconda era di Trump alla Casa Bianca rischia di instradare con violenza le macro rivoluzioni ed alimenterà una serie di sub rivoluzioni che sembravano assopite. Cerchiamo di non essere eccessivamente "di parte" sebbene sia evidente che non ci sentiamo rappresentati "dalla parte di questi vincitori", ma è chiaro - qualunque sia la vostra opinione, che se espressa in modo costruttivo sarà molto apprezzata - che non avremo di fronte a noi degli anni privi di scossoni, e dobbiamo prepararci non solo a subire eventuali contraccolpi, ma se possibile (se ce la sentiamo di non essere passivi) di essere attivisti, di provare ad andare verso la "nostra strada" e non solo verso quella della forza.
Un futuro fotografato nitidamente…
Visto che siamo letti principalmente da persone che lavorano nel campo della fotografia, sarebbe utile iniziare a parlare dell'immagine ufficiale di Trump, che lo vede con lo sguardo feroce, autoritario, determinato, la cosa più simile che ci viene in mente è la scena di Rocky 2, con Ivan Drago che diceva "Io ti spiezzo in due".
E non è certo una immagine che vorremmo rappresentasse il capo dello Stato più potente al mondo, il viso di un semplice uomo (omino, cosa sarebbe stato senza i soldi e i “giochi finanziari” del papi?) che ha la possibilità di premere pulsanti che possono distruggere il pianeta, o senza essere così drammatici, poter decidere la morte o la sofferenza di milioni di persone. Non pubblichiamo l'immagine, non la vogliamo certo ospitare qui dentro, ma vi rimandiamo all'articolo come sempre lucido e posato pubblicato su IlPost che ne parla, la mostra e giustamente evidenzia come questa fotografia ufficiale sia ispirata alla fotografia segnaletica fatta quando Trump è stato messo in stato di fermo in Georgia. Siamo di fronte ad una spettacolarizzazione della violenza, del dimostrarsi "forti" quando la forza è nella ragione, e non certo nel pugno duro. Per chi si occupa di fotografia, quell'immagine non è "semplicemente una fotografia" (perché non è mai "solo una fotografia”, chi la fa seriamente, la fotografia, lo sa bene), e fa riflettere, tra gli anni '30 e '40 anche da noi c'erano personaggi che amavano farsi ritrarre con questo tipo di atteggiamento, e non è finita bene...
Un futuro criptato
Passiamo alle questioni economiche: proprio ieri, a qualche giorno dall'insediamento, Trump ha lanciato la sua criptovaluta, che in poche ore ha capitalizzato valori pazzeschi. Ovviamente, in qualità di imprenditore e di cittadino, Trump può fare quello che vuole, ma la dice lunga il fatto che invece che pensare al "bene del Paese" a tre giorni dell'insediamento si sia preoccupato di "mettersi in tasca qualche miliardo" a proprio vantaggio e per di più affrontando una questione di economia globale che pone molti interrogativi. Questa operazione farà forse fare tanti soldi a Trump e a qualche persona che ci investirà (se non crolleranno, gli esperti parlano di "forte rischio di investimento”), ma poi se non si dice alle persone che questi approcci speculativi poi possono fare tanto male a molte persone, allora forse qualche dubbio sulla visione da statista di Trump viene... (anche più di qualche). E ovviamente sono già online un sacco di "simili" criptovalute di Trump, che sono solo scam e molti ci cascheranno magari bruciando i risparmi di una vita, perché sono ignoranti e stupidi, ok… ma uno statista come lo intendiamo noi, e non solo noi, dovrebbe pensare anche e soprattutto a loro. Questo è un periodo in cui le criptovalute stanno guadagnando le attenzioni e la fiducia anche di realtà di solito molto caute, anche in Italia, come nel caso di Intesa SanPaolo, aprendo un orizzonte che deve essere compreso non certo leggendo le notizie su Facebook o ascoltando i fuffa-guru di economia su TikTok, ma studiando realmente questo fenomeno, che ha portato la quotazione del bitcoin a cifre record, ma che è anche estremamente volatile (qui sotto l’andamento degli ultimi sei mesi). L'amministrazione Trump ha dichiarato di essere molto positiva nei confronti delle criptovalute, ma l'obiettivo è quello di incassare personalmente miliardi, oppure creare valore per i suoi cittadini? La mossa degli ultimi giorni non sta mostrando qualcosa di estremamente positivo.
Un futuro di “informazione libera” (da responsabilità)
Il terzo punto sul quale discutere è quello relativo alla "libertà di informazione". Accompagnato da Elon Musk, Trump sta portando avanti un approccio molto poco interessato al cercare di controllare fake news e uso dei canali di informazione "per consentire a tutti di dire quello che vogliono". Musk ha cancellato praticamente tutta la moderazione su X (ex Twitter) e il risultato è che ormai questa piattaforma è popolata da estremisti che dicono (perchè "ne hanno diritto") cose che davvero ledono il rispetto per la ragione e per il senso, il rispetto civico, morale e legale.
Prendendo spunto da Musk, ma ancor più per trovare il gradimento di Trump (tutti sono andati ad inginocchiarsi, proprio tutto quel mondo della California tecnologica che voleva disegnare un futuro più etico, più positivo, più "figli dei fiori"), Meta nella voce del suo CEO, Mark Zuckerberg, ha fatto lo stesso, tutti liberi, tutti possono sparare a zero e insultare, offendere, minacciare... si fa contento Trump, si fanno contenti gli azionisti che di colpo vedono ridursi tutti i costi dell'esercito di moderatori, ed esce dalla responsabilità per le proprie piattaforme che sono più potenti ed importanti degli Stati, per dimensioni e per influenza. Sono previste le presenze domani di Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, i ceo di Tik Tok Shou Zi Chew, di OpenAI Sam Altman, di Apple Tim Cook, di Google Sundar Pichai e Xavier Niel di Iliad. Ad applaudire, senza critiche, nella speranza di ricevere un osso da mordere. Tutte persone che, in passato, hanno criticato, accusato, allontanato, giudicato Trump come il peggiore esempio di politico mondiale, ma era un altro momento, era conveniente fare così prima, non è conveniente ora.
Esemplare in questo senso è il caso della vignettista Ann Telnaes che ha lasciato il suo lavoro al Washington Post dopo aver visto censurata la vignetta che vedete qua sopra e che, casualmente, ritrae proprio quelli che ora in giro vengono chiamati “broligarchs” - i “tech bros” sono i protagonisti della Silicon Valley, ricchissimi e maschi - da un articolo di Carole Cadwalladr (già autrice dell’exposé su Cambridge Analytica).
I bros nella vignetta sono Zuckerberg (Meta), Bezos (Amazon), Altman (OpenAI), Musk (X, SpaceX) e Topolino. Sempre casualmente, Bezos non solo è alla guida di Amazon, ma possiede anche il Washington Post e si dice che abbia personalmente insistito per ritirare l’endorsement del giornale per Kamala Harris alla vigilia delle elezioni americane qualche mese fa.
Moltissimi i vignettisti che si sono uniti alla critica di Ann Telnaes e hanno realizzato varianti o rivisitazioni della sua vignetta. Le trovate raccolte qui.
Al banchetto di Trump, imperatore di un impero che non sembra muoversi verso il benessere delle persone, ma solo di chi ha potere e vuole mantenerlo senza pensare ai più deboli, alle persone che vanno aiutate, fatte crescere e rese più coscienti, un impero disegnato da miliardari che possiedono non solo soldi, ma potere, media, influenza, ci si domanda se esiste un’alternativa, siamo sicuri che molti lo stanno pensando, noi lo stiamo pensando. Per questo vi segnaliamo questa iniziativa, che dichiara (ve lo abbiamo tradotto in italiano):
Con Zuckerberg che è diventato Musk la scorsa settimana, non possiamo più lasciare che i miliardari controllino la nostra piazza pubblica digitale. Bluesky è un'opportunità per scuotere lo status quo. Hanno costruito un'impalcatura per un nuovo tipo di rete sociale. Un mondo in cui tutti abbiamo più voce in capitolo, scelta e controllo. Ma ci vorranno finanziamenti e governance indipendenti per trasformare la tecnologia sottostante di Bluesky, il protocollo AT, in qualcosa di più potente di una singola app. Vogliamo creare un intero ecosistema di app interconnesse e aziende diverse che abbiano a cuore gli interessi delle persone. “Free Our Feeds” costruirà una nuova base indipendente per aiutare a far sì che ciò accada. Non si tratta solo di rafforzare una nuova piattaforma di social media. La nostra visione offre un percorso verso un ecosistema di social media aperto e sano che non può essere controllato da nessuna azienda o miliardario. Unisciti al movimento per liberare i social media. Vuoi fare una donazione?
Non sappiamo se la risposta sia o possa essere "un altro social" (l'iniziativa parte da Bluesky, che è una alternativa a Twitter/X, nata dall'ispirazione del suo fondatore, Jack Dorsey). Per chi non lo sa, Bluesky è stato concepito inizialmente nel 2019 come un progetto di ricerca all'interno di Twitter, quando Jack Dorsey era ancora CEO della piattaforma. L'obiettivo originale era quello di esplorare la possibilità di "decentralizzare" Twitter, creando uno standard aperto per i social media. Cosa vuol dire? Che se si desidera uscire dalla piattaforma si "possono portare via" utenti, dati, storia... cosa impossibile con altri social dove "siamo ospiti", ma non abbiamo alcun diritto.
Nel 2021, Bluesky si è separato da Twitter diventando un'azienda indipendente. Questo passaggio è avvenuto poco prima dell'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Jack Dorsey ha continuato a sostenere e finanziare il progetto anche dopo la separazione da Twitter ed è stato lanciato in versione beta a inizio 2023. È open source, offre agli utenti maggior controllo sui propri dati e sull'esperienza di utilizzo. Nonostante Jack Dorsey abbia lasciato il consiglio di amministrazione di Bluesky nel maggio 2024, la piattaforma continua a crescere. A novembre 2024, contava circa 14,5 milioni di utenti, attirando molti ex utenti di Twitter/X insoddisfatti dei cambiamenti apportati da Elon Musk.
Come detto, non sappiamo se la strada e la soluzione sia un altro social, ma di sicuro ci sentiamo di essere dalla parte di chi prova a cambiare, e sappiamo che da soli non possiamo far cambiare le cose. Quindi, se qualcuno vorrà, potrà dare un segnale di volere un cambiamento con una piccola donazione, noi l'abbiamo fatta, e ci siamo sentiti un pochino meglio. È solo un gesto che dice: no, non ci stiamo ad accettare, vorremmo un mondo migliore, vorremmo una forza alternativa.
Valutate voi, cosa è giusto per voi. A tutti, qualsiasi sia la vostra opinione, una buona settimana e buon lavoro.