Vedere non significa più credere
Una ricerca recente mette in evidenza che ormai è sempre più difficile distinguere e riconoscere una persona "reale" da una generata dall'intelligenza artificiale. Cosa significa per i fotografi?
Ci troviamo di fronte a delle novità che mettono in discussione la nostra abilità, e specialmente quella delle persone, nel senso più ampio del termine, nel distinguere non solo ciò che è vero da ciò che è reale, ma anche nel poter determinare se l'immagine che stiamo osservando ritrae una persona reale o una generata dall'intelligenza artificiale.
Una ricerca recente ha evidenziato una forte preoccupazione riguardo alla capacità delle persone di differenziare tra fotografie di individui reali e quelle create artificialmente dall'IA. Abbiamo acquistato il documento dell’intera ricerca, perché abbiamo considerato importante studiarla, visto che non siamo tra quelli che si accontentano di scrivere articoli in base alla banale e superficiale analisi dei comunicati stampa che presentano studi e ricerche durate mesi e che hanno impegnato molte persone. Insomma, una ricerca va vista nel suo insieme ed in profondità.
Abbiamo quindi scoperto che è stato realizzato un sondaggio che ha coinvolto 260 partecipanti e hanno domandato se queste persone fossero in grado di distinguere correttamente le immagini reali da quelle generate da intelligenze artificiali come Stable Diffusion e DALL-E 2. Il risultato principale è che questo studio ha rivelato che la precisione media nel classificare le immagini, sia reali che artificiali, è stata solamente del 61%. Nello specifico, l'accuratezza nell'identificare le immagini fake è stata del 52.6%, mentre per le immagini reali si è attestata al 68.5%.
Se voi che ci leggete non siete però esperti di strumenti per la generazione di immagini AI, forse non avrete valutato un dettaglio importante: questa indagine, seria e realizzata con approccio scientifico, ha affrontato il tema su tecnologie ormai sorpassate: StableDiffusion 2.1 e Dall-E 2. Entrambe queste piattaforme sono state aggiornate in questi ultimi mesi, e specialmente non è stato preso in considerazione Midjourney che è la piattaforma di generazione di immagini di maggiore qualità e fotorealismo. Quale sarebbe stato il risultato se fossero state mostrate immagini realizzate con Midjourney V6, per non parlare della versione V7 che dovrebbe essere rilasciata la prossima estate? Siamo pronti a scommettere che se venisse rifatto questo sondaggio oggi, le percentuali sarebbero ancor più evidenti nell’evidenziare l’incapacità delle persone di distinguere reale da generato dall’AI. E ogni giorno che passa, sarà sempre più difficile, fino a diventare, magari da qui a sei mesi o un anno, quasi impossibile.
Malgrado il test risulti vecchio sebbene sia datato solo 4 mesi, i suoi dati indicano che una percentuale rilevante di partecipanti ha comunque riscontrato quindi difficoltà nel riconoscere le immagini generate dall'IA, suggerendo una crescente sfida per la società nell'individuare i media non veritieri. Questa complessità solleva importanti preoccupazioni riguardo alla diffusione di informazioni ingannevoli e alla fiducia nei media e nell’informazione in generale.
I partecipanti hanno segnalato che gli occhi e i denti sono stati spesso gli elementi che hanno influito maggiormente sulla loro valutazione nel determinare se le immagini fossero reali o fake. Questo dettaglio evidenzia come alcuni aspetti specifici delle immagini siano più difficili da replicare in modo convincente per le IA, ma anche come questi stessi elementi possano essere utilizzati per ingannare l'occhio umano. E, torniamo a dire: con le versioni più attuali, molti di questi problemi sono stati ridotti, se non sono del tutto spariti. Inoltre, pensiamo che queste persone sono state invitate ad osservare… le persone, in generale, sono molto meno attente, e giudicano, valutano, pensano di avere compreso quello che vedono in una sola frazione di secondo.
Tutto questo lo scriviamo perché crediamo fermamente che al centro del mestiere di chi si occupa di fotografia a livello professionale ci debba essere una coscienza di quello che la generazione AI sta sviluppando all’interno non solo del mercato (all’interno del quale opera e vive), mettendo da parte eventuali posizioni semplicistiche e che vengono confinate in una visione esterna, o ancor peggio superficiale. Capire come distinguere un’immagine reale da una “generata” diventerà sempre più difficile, e quindi sempre più necessario, specialmente da parte degli esperti; saper creare immagini con l’intelligenza artificiale ad altissima qualità permetterà anche di sapere come usare una fotocamera e fare fotografie senza questa tecnologia, quelle che molti amano definire reali e che invece spesso sono fotografie in posa, studiate per funzionare e non per descrivere la realtà, post-prodotte per avvicinare finzione e realtà, nonché per accarezzare approcci che sono influenzati da quegli stereotipi di cui si accusa l’intelligenza artificiale.
Sul numero 3 di Aiway, che uscirà tra pochi giorni, abbiamo affrontato tanti temi che potranno far riflettere, comprendere meglio, studiare, e anche capire come contrastare l’ondata dell’immagine AI: dal cosa notare per distinguere l’uso delle tecnologie generative, alle conseguenze che sono state già analizzate dalla prima legge sull’AI creata proprio nella nostra vecchia Europa, al come si evolve la creatività, la tecnica, l’etica, le opportunità che si stanno aprendo nella produzione video. Con contenuti di altissima qualità: articoli approfonditi, immagini meravigliose, interviste, approcci e visioni per farvi partecipare al dialogo in qualità di esperti.
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