Viaggiare nel mondo dell'innovazione
Vi raccontiamo un'esperienza che ci ha portato a parlare di intelligenza artificiale e del suo rapporto con il futuro dell'umanità molto lontano da qui, dove abbiamo incontrato delle grandi realtà
Artículo traducido al español
Ero in aereo quando ho scritto questo articolo; stavo tornando da uno di quei posti che, nella normalità delle vite comuni, è un luogo di villeggiatura. In realtà, sarebbe stato bello (forse potrei anche immaginare che una vacanza sarebbe anche meritata), ma sono in ogni caso felice sebbene il tempo breve del viaggio (24 ore di permanenza in totale dall'arrivo in aereoporto alla partenza dell'aereo di ritorno) non abbia nulla a che fare con la villeggiatura. Sono stato alle Canarie, più precisamente a Tenerife, per parlare a Techcon Canarias, un convegno dedicato all'AI organizzato da Proexca - Gobierno de Canarias, Proyectos Estratégicos Gobcan, Canarias Excelencia Tecnológica e IMPULSA 2.0, progetto finanziato dalla Agencia Canaria de Investigación, Innovación y Sociedad de la Información (ACIISI), con la partecipazione di illustri personaggi, ospitato presso la sede del Governo delle Canarie, dove il Presidente ha aperto i lavori con un intervento istituzionale.
Il Presidente delle Canarie, Fernando Clavijo Batlle, ha aperto i lavori dell’evento TechCon Canarias OctoberTech
Le riflessioni che posso condividere su questa esperienza sono molte, il mio intervento ha affrontato un tema a me e a noi molto caro, e che indica, mostra, consiglia quali debbano essere i ruoli che gli "umani" dovrebbero vestire nell'era dell'intelligenza artificiale, ovvero di pensare meno alle potenziali "perdite" di lavoro che - nella visione distopica dei pessimisti - ci vedono sostituiti dalle macchine, ma di concentrarsi su quello che effettivamente avrà un valore nel futuro sociale ed economico, sorridendo anche di fronte al fatto che ci libereremo di molte delle attività che più odiamo fare, e potremo invece delegare ad altro sotto il nostro controllo e fare di più, di meglio, di più utile. Magari ci sarà occasione di approfondire il tema dell'intervento, che riflette comunque una visione più globale e completa che è quella che traina Aiway Magazine, i corsi che stiamo facendo in giro per l'Italia (se siete delle associazioni, delle aziende, delle realtà interessate, fateci un fischio...) e nelle sedi accademiche all'interno delle quali svolgiamo le nostre attività di docenti.
Le particolarità di QUESTO evento sono però specifiche:
1) Ho fatto questo intervento in spagnolo, e io non parlo spagnolo. È ancora peggio dell'inglese, che chi scrive parla male... lo spagnolo è per me ancora più ostico, perché parlando sia l'italiano che il portoghese (una vita passata in Brasile), nel tentativo di parlare spagnolo attivo il cervello sul portoghese e quindi tento di parlare in spagnolo e faccio uscire una via di mezzo di tre lingue che diventa totalmente incomprensibile. L'ho risolto in modo abbastanza fantasioso, usando svariate forme - alcune molto innovative e nuovissime - di AI. La sintesi è che si possono abbattere molte delle barriere che finora ci hanno impedito di guardare oltre ai nostri confini, anche se poi ho concluso in modo molto umano, molto tradizionale, ma anche empatico: dialogando con Monica Santana, che è stata una delle più brillanti studentesse del mio percorso formativo e che, nata alle Canarie e vissuta molti anni in Italia, ha aggiunto la magia di un'interazione che è andata ben oltre la "semplice traduzione".
2) Ho visto che ci sono realtà che guardiamo dall'Italia da lontano, forse anche con una certa presunzione di essere troppo "al centro del mondo" e che ci fanno sprofondare in una periferia da terzo mondo. Non parlo in assoluto - so che in Italia ci sono bellissime realtà - ma noi in Italia non abbiamo visto ancora un evento sull'AI così illuminato, non solo per i temi, ma per l'approccio: incontri tra professionisti ed aziende che "si parlano e si raccontano" con la voglia di trovare spazi di collaborazione e comprensione comune, un evento con grande presenza di giovani, concentrati e desiderosi di sapere, una varietà di interpretazione del futuro che spaziava dalla formazione, alle soluzioni informatiche, all'interpretazione dei sogni con l'AI, alla preoccupazione sul futuro dei fotografi (e, strano rispetto al consueto, non ero io a parlarne), all'organizzazione di bootcamp per velocizzazione nella creazione di skills e competenze in campo di programmazione (mesi, non anni).
3) Il tutto possibile perché è stata creata una logica di cluster, unendo e non sparpagliando intuizioni, creando dialogo, confronto, sinergia. E io, incapace di trovare le parole giuste in termini di idioma, ho trovato uno spazio dove mi sono sentito ascoltato, e dove potevo ascoltare, venivo capito e capivo anche senza essere parte dello stesso tessuto professionale. Cluster…. (il termine cluster si riferisce a un gruppo di elementi o individui che condividono caratteristiche comuni e interagiscono tra loro in modo significativo. Questo concetto è applicabile in vari ambiti, tra cui aggiornamento professonale e tecnico, marketing e analisi di mercato) : è forse questa la “risposta per trovare forza nel futuro, ed è una strada che abbiamo creato con il nostro AiwayLAB e che intendiamo far crescere, sempre di più, allargando anche ad aziende, agenzie, realtà che vogliono diventare più grandi e più forti (volete farne parte? Siete i benvenuti).
Abbiamo avuto conferma che abbiamo tanto da imparare, guardando fuori, superando le barriere e gli arroccamenti, le caste, le categorie alle quali siamo troppo abituati, l'era dell'AI ci porta a cambiare mentalità perché è un momento in cui tutti siamo bambini, ma proprio per questo è il momento per sfruttare le velocizzazioni per crescere prima di altri, a prescindere dal luogo in cui siamo, viviamo, operiamo. L'occasione è quella di diventare più grandi e trovare spazi più grandi. Questo l'ho compreso in un posto così spesso meta degli italiani, che però forse si portano a casa molto più mare e abbronzatura, invece che innovazione e visione.
Ci tornerò volentieri, per capire meglio come disegnare il futuro; magari la prossima volta con più tempo perché sì, anche un po' di mare aiuterebbe a vedere meglio (e con più rilassatezza) il futuro.
Ci vediamo (leggiamo) domenica prossima, grazie per continuare a seguirci con tanto entusiasmo. E, se avete trovato utile questo post, condividetelo sui vostri canali.