L'Italia merita una Venere migliore per attrarre i turisti (ci abbiamo provato noi...)
La campagna di comunicazione del Ministero del Turismo ha proposto come testimonial la Venere di Botticelli trasformata in Virtual Influencer. Il risultato lascia l'amaro in bocca e allora...
Si può giocare con l’arte, renderla scanzonata, alternativa, irriverente? Sì, senza dubbio, perché spesso un linguaggio diverso può avvicinare un pubblico diverso, ed è evidente quanto sia necessario avvicinare all’arte anche un “pubblico diverso”. Lo sa bene la Galleria degli Uffizi di Firenze, una delle realtà più prestigiose e riconosciute di tutto il mondo, che propone degli spassosissimi video su TikTok che potete guardare alla loro pagina [LINK]. Uno di questi, gustosissimo - e attualissimo - ve lo pubblichiamo proprio qui sotto, per creare una connessione tra il massimo della cultura pop di questo 2023 (la serie “Mercoledì” su Netflix) e le opere della Galleria.
CLICCATE il video qui sotto che parte per poterlo visualizzare, attivate audio e alzatelo: è divertente!
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Secondo voi, avranno colpito nel segno, anche se saranno stati criticati di sicuro con brutte parole ed espressioni malpensanti delle persone della “cultura”? Sì, di sicuro avranno avvicinato giovani e non giovani allo scoprire un mondo altrimenti distante. Quindi siamo del “team” che dice che l’arte non impone di essere trattata sempre e solo con i guanti, quello che conta è il motivo. Se è per avvicinare, vale tutto: vale la provocazione, vale TikTok, vale l’ironia.
Non siamo quindi rimasti “sconvolti” e ancor meno “offesi” dal coraggioso utilizzo della Venere del Botticelli per contestualizzarla all’interno della campagna pubblicitaria appena lanciata del Ministero del Turismo [LINK], creata dalla prestigiosa agenzia di pubblicità Armando Testa e presentata dalla ministra del Turismo Daniela Santanché con tanto orgoglio. Se per caso siete stati su Marte (o su Venere - LOL) in questi ultimi giorni, e siete pigri, quindi non avete cliccato il link della pagina di presentazione, qui sotto trovate il visual, che vede la celebre opera d’arte diventare - lo dicono loro, questo è un punto importante delle nostre considerazioni che seguono - LA Virtual Influencer per l’Italia. Un attimo di respiro, e guardiamo alcune delle immagini qui sotto:
Proviamo ad andare oltre ai commenti di fuoco, e cerchiamo anche di accettare che possa essere “un’idea”, addirittura possiamo anche accettare che possa offrire - nell’ottica di quanto scritto sopra - una visione moderna dell’arte, vicina alle persone, stimolante e non circoscritta solo agli ambiti degli appassionati… Il vero problema è che - al netto di questo - il risultato è sinceramente “esteticamente” terribile. Il mix, anche creato in modo complesso dal punto di vista tecnico, stride e porta ad una risata, ad un effetto goffo, che porta poi ad un allontanamento, non genera alcun tipo di empatia, al contrario distanzia chi ama “l’arte vera” e non è in nulla e per nulla “cool” per i giovani a cui - evidentemente - vuole rivolgersi.
Il viso di quella Venere “incollato” ovunque è di una freddezza, perde totalmente la magia dell’opera del Botticelli. Forse (e diciamo “forse” con pochissima convinzione, pressoché pari allo zero) per una unica e statica affissione potrebbe anche funzionare, ma allora perché si cerca di inserirla in un contesto da “virtual influencer”, la quale dovrebbe vivere all’interno dell’universo dei social, dimostrarsi “viva”, vicina alle persone che la dovrebbero seguire, perché è nella natura di questo tipo di “relazione” che le persone si devono sentire attrarre da qualcuno in cui si rispecchiano, si immedesimano, che diventa loro ispirazione. È il meccanismo che ha portato tanta fortuna per esempio a Chiara Ferragni agli esordi: bionda, bella, ma non irraggiungibile come per esempio una modella di una copertina di Vogue fotografata dal mitico Steven Maisel sotto la direzione di Franca Sozzani (un esempio qui sotto che vale per tutti):
Quale ragazza, passando da Instagram, potrebbe sperare di diventare… QUELLA Venere dallo sguardo privo di qualsiasi emozione, di qualsiasi empatia e - fuori dal contesto della perfezione del quadro vero - addirittura perdendo anche quel fascino che invece è magnetico (nel quadro)? E poi, questa influencer, cosa fa, per dare una visione moderna e stimolante per spingere a visitare l’Italia durante le prossime vacanze? Mangia la pizza?
L’impressione, molto forte, è quella di un progetto nato in un ambiente vecchio, che cerca di parlare di “cose da giovani” e “per i giovani”, che ricorda - toh, che strano, la stessa estrazione - le terribili figuracce che hanno fatto i politici presentandosi su TikTok poco prima delle ultime elezioni, rivolgendosi ai giovani come a degli idioti - ne abbiamo parlato qualche mese fa, proprio in questo spazio [LINK].
Non siamo dell’idea che “non si può non essere giovani per parlare con i giovani”, ma bisogna di sicuro “capire come comunicano i giovani”, se si vuole intercettarli. Perché il termine “virtual influencer” forse non dice nulla alle persone più grandi, ma è un concetto molto chiaro tra i giovani e che ha riferimenti, senza alcun dubbio, chiari nella loro mente. Per fare degli esempi:
Questi personaggi, realizzati in 3D, quindi gestibili nelle loro posizioni ed espressioni, diventano, nella mente delle persone, dei “personaggi veri”, e il loro stile moderno, fresco, diventa motivo di ispirazione. Il “virtuale” sparisce, in un mondo in cui tutto è virtuale. Le nuove generazioni non riescono (anzi, non vogliono) più distinguere la realtà di quello che sta “fuori” da quello che sta “dentro” uno schermo, ed è un approccio che chi fa comunicazione (o che pretende di voler avere un ruolo di orientamento e di guida, come dei politici) deve comprendere meglio. E il concetto di Virtuale, oggi, ha una sua connotazione molto più attuale che è “artificiale”. Un “artificiale” che è molto, molto, molto reale.
Da oltre un anno, come Jumper siamo impegnati, come agenzia di comunicazione, come professionisti dell’immagine e dell’informazione e della formazione, nel mondo delle immagini generate con l’intelligenza artificiale. Abbiamo già annunciato qualche settimana fa che usciremo presto con una rivista dedicata a questo mondo (davvero un progetto “speciale”), stiamo lavorando su progetti di comunicazione che fanno uso profondo di questa soluzione, abbiamo attivato laboratori di ricerca di fortissima innovazione che lavorano sulla creazione di nuovi metodi di lavoro, per i professionisti del futuro (e del presente). E appena abbiamo visto questa campagna, ci siamo chiesti: ma come è possibile che sia stata creata in modo così “tradizionale” e sia così “antiquata”, rispetto alle potenzialità che oggi si possono usare (magari facendo più ricerca al di fuori delle sale riunioni che hanno generato questo risultato)?
Ci siamo messi al lavoro, quindi, in pochissimo tempo (immaginiamo che il progetto esecutivo di questo progetto abbia richiesto più della mezza giornata che abbiamo potuto dedicare noi… avendo un po’ più di tempo ovviamente i risultati potrebbero essere molto superiori, anche integrando scenari, immagini multiple, eccetera… quello che abbiamo fatto qui è solo il primo step dello sviluppo della nostra idea).
Step 1 - il casting di Venere
Siamo partiti dall’idea di fare un “casting” di “vere Veneri”, che potessero ereditare i tratti, lo spirito, la poesia della Venere di Botticelli e quindi abbiamo iniziato questa esplorazione. Le prime nostre “Veneri” erano queste:
Ragazze carine, bionde, con i capelli che vagamente ricordavano quelli del quadro, ma troppo distanti dai nostri obiettivi: quello che serviva era dare un’aura di magia, di storia, di “quadro”, aggiungendo poi però la modernità, e anche l’empatia… tra l’altro il lato emozionale viene spesso definito uno dei limiti delle immagini di ritratti generate dall’intelligenza artificiale, ma considerando che la tecnologia migliora, con le esperienze di chi (come noi) ci lavora da tanto, permette oggi di ottenere risultati davvero notevoli.
Non va tralasciato il progetto di comunicazione iniziale, che parla espressamente di “Virtual influencer” (quindi “non reale”), e ancor di più il riferimento visivo proposto - quella dell’incollare il viso della Venere con un copia e incolla… per quanto evoluto possa essere stato fatto - ci permette di dire che anche in questo primo step la “nostra” empatia” arriva di più ;-)
Step 2 - Nuove Veneri moderne (ma vicine al mood dell’opera originale)
Ma siamo andati oltre, e via via abbiamo provato a creare delle Veneri giovani, moderne, di ispirazione, vicine alle persone che vogliono sognare che dietro un’immagine ci sia una storia magari di centinaia di anni, un valore prezioso, artistico. E allora vi proponiamo un po’ di versioni (e vi rimandiamo poi alla nostra pagina Instagram [LINK] per visualizzarle con maggiore impatto).
Inizialmente, abbiamo dato più valore al quadro e al suo “mondo”, con maggiore focalizzazione sul lato “storico”, con queste immagini:
Step 3 - Nuove Veneri più moderne - Evoluzione…
Poi abbiamo alleggerito il mood, portando la nostra Venere verso un approccio più moderno, più vicino ai giovani, più ispirazionale, senza togliere la connessione con il riferimento iniziale dell’opera d’arte:
Questi risultati, come detto, sono solo il punto di inizio del possibile step evolutivo della campagna, che magari potrebbe traghettare dopo il primo step uscito con “l’originale”, e andare davvero a colpire nel segno del messaggio che si sta proponendo (nel caso… siamo a disposizione a dare una mano, fateci un fischio!).
Step 4 - Veneri Virtual Influencer
Abbiamo fatto poi un altro step, dove al posto della fotografia generata dall’intelligenza artificiale, ci siamo spostati su quel termine “Virtual influencer”, e quindi abbiamo fatto un ulteriore salto nel buio e ci siamo domandati… ma se davvero si arrivasse a proporre anche una versione che è davvero virtuale? Come i personaggi che abbiamo visto essere di grande successo sui social. Ancora una volta prendono il DNA e il fascino della Venere del Botticelli e la spostano in un’altra dimensione, ancora più virtuale, e quindi ancora più “vicina” ai giovani. Qui di seguito abbiamo fatto una gif che mostra varie versioni di questa Venere Virtuale… preparatevi allo shock!
Sarà forse gusto, ma a noi queste giovani, colorate, moderne Veneri piacciono tanto (ci piacciono anche molto quelle fotografiche sopra, sono due interpretazioni diverse… chissà quale potrebbe essere migliore).
Step 5 - Veneri Virtual Influencer, manga version
Ma non è finita: una volta che abbiamo sdoganato questa soluzione più “easy”, ci siamo detti… possiamo osare di più? Ancora di più? Vabbè, visto che ormai il sasso lo abbiamo lanciato, andiamo fino a fondo… ed ecco quindi la versione più manga:
Per finire, abbiamo fatto un altro piccolo esperimento, pensando al fatto che sul schermi, e sui social ancor di più, quello che conta sono le immagini che “si muovono”, o ancor di più i video, abbiamo preso alcune versioni di queste immagini di questa serie e le abbiamo animate con un altro tool di intelligenza artificiale (sono davvero primi esperimenti sui quali bisognerebbe lavorarci per più tempo, ma volevamo comunque mostrarveli, li trovate sul nostro Instagram come post e storie).
Conclusioni…
In definitiva, pur entrando con delicatezza, senza stravolgere le idee del progetto che ha impegnato 9 milioni di Euro per la sua creazione e promozione (che, come detto, possono essere buone o meno buone… dipende dalle opinioni che sono personali), abbiamo pensato che questa potesse essere un’occasione per guardare oltre alla tradizione (e anche - scusate - ad un tono un po’ fuori dalla contemporaneità) usando un approccio più forte, più fluido e flessibile, perché la comunicazione non si fa più con “un solo cartellone/affissione”, si fa ogni giorno, più volte al giorno su molteplici canali. Le immagini devono essere fluide e flessibili, devono essere tante, devono creare ispirazioni multiple. Abbiamo lavorato con passione, per far capire il potenziale di un nuovo metodo di lavoro, di un nuovo approccio alla creatività e alla produzione. Che vogliamo proporre, al mondo della comunicazione, che vogliamo insegnare, che vogliamo divulgare parlando con i fatti, con le opportunità, e anche parlando dei limiti e delle criticità.
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