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Parlare ai giovani o con i giovani e altre storie
Quando si confonde il mezzo con il messaggio (povero McLuhan) tutto si complica: in questi giorni ne abbiamo prove evidenti che dagli schermi passeranno ai libri della storia della comunicazione
Foto: Nick Fancher | Deathtothestockphoto
(Spoiler: in fondo a questo SundayJumper trovate un audio/podcast interessante, non perdetelo!)
Settembre, primo mese dell’anno “vero” (al contrario di quello che dice il calendario, l’anno inizia a settembre e finisce ad agosto, gennaio è solo un ritorno dalla pausa del Natale), è iniziato da pochi giorni, ma già cerca di richiamare l’attenzione di tutti: dal punto di vista dell’innovazione, delle vendite e quindi degli aspetti commerciali, degli accordi e delle “sinergie”, e quest’anno abbiamo anche la novità delle prime elezioni autunnali.
Dal punto di vista della comunicazione - mondo che unisce tutte le persone che, con passione e pazienza ci seguono - questa campagna politica è partita quando il Paese era fermo, come sempre capita ad agosto e questo ha accelerato definitivamente la fine di un’era, quella che faceva uso dei media tradizionali: la televisione “tradizionale”, perché non erano disponibili programmi talk per invitare i politici a parlare, discutere e litigare, ma non erano nemmeno pronti gli spazi per la cartellonistica nelle strade e quindi anche le fotografie dei vari candidati non sono pervenute (anche perché pagare per cartelloni nelle città vuote non avrebbe avuto senso). Di sicuro, nei prossimi giorni, si vedranno alcuni cartelloni apparire, ma è chiaro che la partita della comunicazione si sta consumando altrove, e difficilmente si sposterà dal centro ormai naturale del dialogo: i social network.
Abbiamo visto, proprio in questi giorni, apparire specialmente su TikTok, tutti i leader dei partiti, dimostrando tutta la loro lontananza non solo da questi “nuovi” media, ma anche dal pubblico, dalle persone, quelle che andranno a votare. In particolare, si è notata la nevrosi e la fretta del cercare di apparire “credibili” al pubblico più giovane, che appunto si “informa” proprio su questi canali, ed in particolare, appunto, su TikTok. Il risultato è, al momento, catastrofico, al di là dei risultati dei numeri delle views, perché la mancanza di cultura del come ci si pone in questo ambito crea l’effetto barzelletta del signore che si presenta per errore vestito da coniglio rosa ad una festa dove tutti sono in smoking; il risultato è, certo, quello di grande impatto (e qualcuno confonde impatto con risultato, specialmente elettorale), senza capire che la forte condivisione che alcuni politici hanno avuto in questi giorni non è bene considerarla un “successo”, visto che, al contrario, un numero impressionante di persone hanno giudicato inopportune e addirittura comiche queste “performance” e quindi le hanno condivise, per deriderle, per creare della satira, per riderci su… non come apprezzamento. Chi ha riso, come si comporterà poi alle urne? Forse avrà voglia di ridere meno…
Perché vi diciamo questo? Perché vogliamo evitare il rischio del contagio: visto che le piattaforme “giovani” ormai diventano il luogo di condivisione e di incontro per tutti, addirittura appunto per gli ultra ottantenni che vogliono spiegare ai giovani cosa è TikTok, o quelli “con la pancia”, o quelli che “sono stati sindaci della città più bella del mondo” (come si diceva, gli ultimi politici arrivati si sono presentati così), allora ci aspettiamo presto di vedere orde di persone che nel tentativo di “parlare con i giovani” cadranno nel grande errore di credere che i giovani siano stupidi e che non capiscano, in pochi secondi, che in realtà nessuno vuole “parlare con loro”, ma avere la loro attenzione, vendergli qualcosa (un voto, un prodotto, un servizio).
Parlare ai giovani non significa occupare in modo goffo gli spazi dove loro passano gran parte del loro tempo, ma dimostrare di avere voglia di ascoltarli, e semmai di raccontare loro qualcosa che li può interessare, nel modo (e non solo nel “luogo”) che loro apprezzano: veloce, con un tono non paternalistico e ancor meno “da esperti”, andando al sodo, e specialmente dimostrando trasparenza e nessun sotterfugio. Il tiktokwashing, dopo il disastro del greenwashing, del pinkwashing, del rainbow washing (rispettivamente la finta dichiarazione di supporto e vicinanza alle tematiche dell’ecologia, del femminismo e della comunità LGBTQ+), sarà distruttivo, e se ne dovranno contare i fallimenti.
Una delle maggiori sfide è quella di trovare quindi un linguaggio di comunicazione, prima di tutto: i giovani vi/ci interessano, come utenti, come clienti, come votanti? Allora cercate (cerchiamo) di non scimmiottarli, ma di trovare il modo di farvi (farci) ascoltare, vi possiamo assicurare che non si interessano solo di “balletti”, come vengono accusati (anche se a volte si interessano di cose terribili, non c’è dubbio, ma chi siamo noi per giudicare?) e domandiamoci: cosa abbiamo da dire, cosa abbiamo di interessante per loro?
Ci sono tanti temi, esperienze, conoscenze che potremmo trasmettere e poi c’è qualcosa che forse non è stato ancora compreso: i social media stanno diventando (sono diventati) un “luogo” dove intrattenersi, non per “incontrarsi”, gli algoritmi stanno sempre più portando a fruire i contenuti più pertinenti ai gusti delle persone, senza che queste necessariamente lo dichiarino o lo palesino con un like o seguendo “i canali” delle persone: basta che dimostrino con i fatti di essere interessati, guardando dei contenuti e tralasciandone altri. Cosa vuol dire? che se parliamo di “fotografia” per esempio (e non “del quanto bravo sono come fotografo”, o “perché non compri le mie fotografie” o, peggio ancor, “nessuno capisce l’arte della fotografia, che mondo senza cultura”), ma per esempio creando contenuti per parlare, per spiegare, per avvicinare in modo pratico, concreto, semplice ma non semplicistico, piacevole al mondo e ai mondi che conosciamo bene, allora scopriremo che avremo successo, e sapete tra chi? Tra coloro che hanno dimostrato di gradire quei contenuti e quegli argomenti.
Smettiamola di pensare che sui social, specialmente su quelli “giovani”, ci sia spazio solo per la superficialità: comunicare in modo semplice è molto più difficile, pensate che c’è spazio anche per le tematiche verticali, specialistiche, per “pochi”, perché in un mondo dove ci sono miliardi di persone, trovare qualche migliaia di persone (spesso più che sufficienti) interessate ai nostri argomenti non solo non è difficile, ma è proprio semplice (anche grazie, appunto, agli algoritmi, che tendiamo a considerare solo negativi, ma che invece possono servire anche per avvicinare “solo” le persone che davvero possiamo coinvolgere ed avvicinare perché sono davvero interessate a noi e agli argomenti che per noi sono importanti). Quello che conta, ancora una volta, è quello che abbiamo da dire, e come lo diciamo.
WeeklyJumper
(le notizie della settimana, scelte dalla redazione di Jumper)
Matterport Pro3: si evolve la fotocamera che “riprende in 3D”
Matterport è un sistema ben conosciuto e di successo, che permette di creare quelli che vengono definiti “Digital twin”, ovvero i “gemelli digitali” di scene ed ambienti: ci sono diverse soluzioni offerte da questa azienda, persino un’app per iOS e Android che permette di trasformare una scena “reale” in un ambiente 3D navigabile. Ovviamente, per ottenere risultati di alto e altissimo livello ci sono apparecchi dedicati, ed oggi viene presentato il modello Pro 3, che grazie alle migliorie del sensore LiDAR ultraveloce e un’altissima precisione, può funzionare per ore, è molto compatta ed esegue milioni di misurazioni in qualsiasi condizione. Date un’occhiata, davvero ci sono degli esempi incredibili che possono farvi venire delle intuizioni e idee interessanti [LINK]
Lenovo presenta gli occhiali AR (e no… non sembrano davvero una gran cosa!)
Tutti stanno aspettando la rivoluzione degli occhiali per la realtà aumentata da parte di Apple, anche se non sarà sicuramente quello del prossimo mercoledì, 7 settembre (dove saranno sul palco i nuovi iPhone) il momento della presentazione di questa nuova “rivoluzione”. Nel frattempo, ci prova Lenovo, con una soluzione che davvero almeno in termini di estetica e funzionalità sembra molto distante da un prodotto usabile e comodo, ma ancora più buffo è vedere il video (guardatelo!) che riportiamo qui sotto, che propone delle persone che “fingono” di essere davvero “cool” con questi occhiali giganteschi, seduti davanti ad una scrivania e davanti ad un computer. Sono cose da conservare, tra qualche anno potremmo riderci ancora di più vedendo quanto distanti erano questi tentativi rispetto all’evoluzione della vera innovazione [LINK]
Copertine delle riviste: manifesti politici dei nostri tempi
Un bell’articolo che giustamente segnala che, dopo quasi 30 anni dal mitico libro The End of Print di David Carson, le copertine delle riviste cartacee (e le riviste cartacee stesse) sono ancora onnipresenti e mantengono e addirittura incrementano il loro ruolo, con messaggi importanti sui quali riflettere. Un [LINK] da cliccare subito!
La libreria più bella del mondo?
Rimaniamo sull’editoria: vi piacciono i libri? Beh, anche a noi, e amiamo andare per librerie che hanno ancora (e lo avranno sempre) un fascino incredibile. Ma quella di cui parla RivistaStudio è davvero speciale, ricorda i disegni e le opere di Escher ed è diventato un nuovo sogno di “luogo da visitare” per noi. Si trova in Cina, e guardate quanto è incredibile cliccando questo [LINK]
Creativity Economy: il report
Adobe ha condotto uno studio per capire come sta cambiando la creatività nel mondo, parlando direttamente con chi è online in prima linea nell'economia dei creators. Vi consigliamo vivamente di scaricarlo per approfondire il tema con attenzione, si scarica il PDF da questo [LINK]
Un’immagine generata dal computer vince un premio… gli artisti si ribellano
La guerra è sempre più accesa: da una parte i “creativi”, dall’altra le tecnologie di generazione di immagini che usano l’intelligenza artificiale. Ora arriva un’altra occasione per discutere e con violenza: cosa succede se una di queste immagini “fatte dal computer” vince un premio artistico? Succede un finimondo… Leggete qui: [LINK]
Cosa fa Batman mentre attende il Bat segnale? (progetto fotografico)
La creatività è sempre la chiave del successo: creare appeal, attenzione e visibilità non è una questione di “scienza”, non è un “caso”, non è solo grazie o a causa degli “algoritmi”, che al massimo possono amplificare qualcosa che, alla base, ha delle idee e un’eccellente realizzazione. È il caso del fotografo svizzero Sebastian Magnani che ha fatto una serie meravigliosa partendo da un’idea semplice e geniale, domandandosi: ma Batman, quando attende il Bat Segnale, cosa fa? Guardatela, è davvero spiritosa, ma comunque molto ben realizzata, ne hanno scritto in tanti, ma noi preferiamo linkarvi il suo sito ufficiale, segnalandovi però che l’indirizzo porta, per tutte le pagine, alla home page, quindi cliccate e poi di lato a sinistra trovate la voce BatDaily (comunque godetevi tutto il sito, è un grande professionista che merita approfondimento in generale). [LINK]
Youtube Shorts in arrivo sulle TV (e anche TikTok…)
Come abbiamo scritto nella parte iniziale, nel nostro “editoriale” di questa settimana, il lato intrattenimento dei video brevi e in formato verticale sta sempre più diventando il centro dell’intrattenimento, per i giovani ma non solo. Una delle conferme arriva dal prossimo atterraggio degli Shorts di Youtube sulla televisione (che fallisce nei suoi programmi tradizionali ma che invece è uno schermo ancora interessante dal punto di vista aggregativo nelle case), anche proponendo - si vedrà, per ora sono solo “rumors”, siamo curiosi di vederla - una funzione “Mosaic” che permette di visualizzare fino a 4 video sulla stessa schermata. Ma anche TikTok pensa di potenziare sulla TV i propri contenuti. C’è un articolo interessante sul tema, lo trovate a questo [LINK]
Il paradosso di Prada, il film di Emma Watson
Diretto ed interpretato da Emma Watson, l’indimenticabile Hermione dei film di Harry Potter, ma ora personaggio impegnato e di successo nel mondo, e non solo del cinema (le sue battaglie sociali sono diventate importanti), un film/spot molto bello per il profumo Paradoxe di Prada, ve lo proponiamo qui sotto nella sua versione (migliore) The director’s cut, mentre a questo [LINK] trovate se volete il making of.
EXTRA: l’audio del SundayJumper
In questo numero abbiamo una sorpresa: un contributo audio che potete ascoltare dove volete (mentre siete in auto, in metropolitana o sui mezzi pubblici, mentre fate colazione, mentre camminate. In questo primo numero abbiamo registrato una chiacchierata con Michela di Stefano, amica e grande esperta nella formazione dei software della grafica, dove ci confrontiamo sulle tematiche che proporremo il 23 settembre dal tema “Futur(e)scape”, dedicato al mondo del multiverso, degli NFT, della blockchain ma anche della modellazione 3D. Ascoltate e diteci se l’idea di avere dei contenuti audio sul SundayJumper vi fa piacere, una delle idee è di offrire anche la “lettura” di questa newsletter se avete poco tempo per leggere il testo e vi sarebbe comodo ascoltarla… Fateci sapere, qui sotto trovate un sondaggio!
Quattro chiacchiere sul mondo digitale (Ascolta!)
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