

Scopra di più da Sunday Jumper
Possiamo ormai credere a tutto, meno che ad una fotografia?
Cosa ne sarà della nostra storia (e quella delle persone) se la realtà documentata dalla fotografia sarà creata con una manipolazione? È una domanda che ci si sta ponendo, ma non è l'unica...
Uno spazio reale, uno virtuale (falso?): sempre più le separazioni sono difficili da identificare, da scoprire, da accettare (Immagine creata con Midjourney - AiwayMagazine)
La scorsa settimana abbiamo parlato di nuove soluzioni per rendere certificabili i contenuti "reali" di un'immagine o di un video. Alla fine di quell’articolo, abbiamo aggiunto anche che però non è detto che questa esigenza sia quella che il pubblico desidera, anzi: spesso quello che viene chiesto da un'immagine è di raccontare una bugia, o una realtà alternativa più piacevole di quella "reale".
Su questo fronte abbiamo segnalato, sempre la scorsa settimana, che la tecnologia AI ormai viene integrata sempre di più nei processori che gestiscono la creazione delle immagini con gli smartphone, e quindi la manipolazione della realtà è sempre più alla portata di tutti, con un click, senza post-produzione. In questi giorni, in tutto il mondo, è inevitabilmente esplosa la discussione, sono nate domande, sono stati discussi scenari, sono stati enfatizzati dubbi, e per tutti vale questo interrogativo:
Ma siamo già oggi di fronte all'impossibilità di poter credere in quello che vediamo?
Vi proponiamo, qui sotto, il video di presentazione dei nuovi smartphone Pixel 8 e 8 Pro, gli unici progettati e sviluppati da Google che pur responsabile del sistema operativo più popolare e usato nel mondo del mobile (Android) non progetta e non produce alcun device ad esclusione della linea Pixel:
Se volete qualche approfondimento più tecnico, potete andare a questo link del blog di Google che spiega meglio la tecnologia AI applicata direttamente in ripresa.
A seguito di questa importante presentazione, sono apparsi quindi molti articoli, pubblicati per esempio dalla BBC, da CNET e da altri, che mettono in evidenza l’esigenza/necessità di porre dei limiti a questa manipolazione ben oltre a quello che, finora, abbiamo vissuto con Photoshop e simili, e pur tiepidamente e superficialmente (perché questi grandi media non sono specializzati nelle tematiche in questione e non parlano ad un pubblico di professionisti del settore) mettono in evidenza quello che definiscono l'offuscascamento (la sfocatura) della linea tra realtà e fantasia per le persone, per tutti. E non considerano, giustamente, solo le tematiche legate alle pur pericolose fake news, ma esplorano qualcosa di molto molto più profondo dal punto di vista sociale: il rischio di una naturale cancellazione o distorsione dei ricordi degli individui, il creare un approccio che porta alla cancellazione della propria storia, l’eliminazione del ruolo di documentazione del nostro “rullino” nello smartphone, che molti, specialmente i giovani, considerano la timeline della vita, e addirittura la “prova” della realtà (così come le spunte blu su Whatsapp, se ci sono vuol dire che hai ricevuto e letto); si mette in dubbio persino lo stesso ruolo dei social media che in questi anni hanno rappresentato uno spazio di comunicazione, ma anche di testimonianza delle situazioni vissute nella vita, ma che ora non possono più essere considerate delle realtà effettive.
Al momento, queste tecnologie sono ancora allo stadio di sperimentazione, i loro risultati ancora imprecisi e funzionano quasi sempre e solo quando gli esempi sono studiati a tavolino da esperti, ma quanto tempo ci vorrà per trasformare tutto questo in qualcosa che l'utente medio non potrà più distinguere? Nell’AI, tre mesi valgono 10 anni… E poi: quanta influenza avrà l'abitudine crescente delle persone di guardare con superficialità le immagini, scrollandole in una frazione di secondo in uno stream o nelle storie di Instagram? Vedo-Credo-So è un trittico di evoluzioni del cervello che non hanno più frizione: si vede, si crede a quello che si vede, si trasforma quel vedere e credere in sapere, che poi viene ridistribuito e condiviso, con una reazione sui social, con un commento durante una birra con gli amici, durante una riunione di lavoro, e diventa una realtà, quella realtà che non è mai stata ma che diventa tale. Oppure, si finirà con non credere più a nulla, e non avendo strumenti per poter distinguere realtà da finzione, si finirà con il non credere a nulla, generando un’apatia che ci allontanerà dal nostro essere persone, umani, ci toglierà l'abitudine alla sensibilità, allo stupore. Diventeremo macchine, anche noi.
Ci sono tante, tantissime domande, alle quali non si può rispondere in poche righe, in poche parole. Abbiamo quindi pensato di dedicare una serata, martedi 7 novembre, al dare risposte che tratteranno e porteranno un po’ di luce anche su questo tema; stiamo raccogliendo queste domande, che probabilmente avete, vi stanno venendo in questo momento, vi stanno creando interrogativi anche sul vostro futuro. È un incontro che avverrà online, è gratuito per tutti gli abbonati ad Aiway MAGAZINE + LAB, ed è un appuntamento che si aggiunge (senza alcun costo aggiuntivo) alla LIVE mensile che già fa parte dell'abbonamento. Chi avesse domande può sottoporcele, e partecipare iscrivendosi al LAB, in diretta, oppure se non avete tempo e modo, di ricevere il video della serata che riunirà le risponde alle vostre domande e a quelle di tutti gli altri.
Se volete risposte sul vostro futuro, in un mondo che corre velocemente, martedi 7 novembre avrete un sacco di risposte ;-) Vi aspettiamo!