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Quando le "big stories" di una settimana sono troppe
L'innovazione che sta correndo e che è sempre più difficile da comprendere, gestire, monitorare. In un momento che tutti definiscono di "recessione", invece quello che succede è tutto il contrario...
Ogni settimana, sul Sunday Jumper, pubblichiamo una “big story”, e poi lasciamo - da diversi mesi - lo spazio a delle notizie veloci che segnaliamo ma che, in quantità molto più estesa, stiamo raccogliendo all’interno di un database per unire le notizie, gli eventi, i fatti che sono stati più rilevanti dell’anno, che ci sta portando, un po’ (tanto poco… ma siamo coscienti sia segno della nostra dimensione che della nostra forza in termini di passione) ad un motore di ricerca del nostro settore (ve ne parleremo presto).
Ogni settimana, quando alla domenica mattina ci sediamo per scrivere questa newsletter, andiamo a leggere le tante, tantissime notizie che abbiamo raccolto, e decidiamo cosa includere come segnalazione, e cosa scegliere come tema principale. Questa settimana abbiamo un problema: di argomenti ce ne sono così tanti che ci è difficile scegliere, e quindi la “big news” della settimana è legata al… quanto sta succedendo nel mondo, in questo periodo, in queste settimane, in questi mesi. E, alla base di tutto, ancor di più, c’è l’esigenza di aggiornarsi, di studiare, di capire come il mondo cambia, davanti ai nostri occhi.
Proviamo quindi questa settimana a darvi questa visione trasversale di “fatti e sensazioni” che a noi crea un po’ di tensione (positiva), ovvero: ma quanto c’è da dire, da fare, da sviluppare… ed è una sensazione che proprio in queste settimane dove tutto sembra essere in fase di contrazione, di recessione, di chiusura, di licenziamenti, forse è ancor più necessaria. C’è molto da fare, anche per aggiustare cose che non vanno bene, per eccessi che si sono consumati in questi ultimi due anni di caos, dove alcune realtà sono cresciute virtualmente fin troppo e che ora chiudono i portafogli, anche grazie alle leggerezze che si possono applicare negli USA (dove l’innovazione tecnologica è di casa), ovvero che si possono licenziare decine di migliaia di persone con una semplice lettera o un tweet. Siamo in un periodo di cambiamenti, di scrittura di pagine che saranno davvero molto forti nel nostro futuro prossimo, e quindi ci auguriamo che possa essere possibile trasmettere un entusiasmo - cauto, contestualizzato, accorto, ma pur sempre entusiasmo - di cui abbiamo davvero bisogno. Per noi, e come si diceva anche settimana scorsa, per i nostri giovani.
(quelle che seguono non sono necessariamente “notizie”, sono “sensazioni” e riguardano nello specifico tematiche vicine al nostro lavoro, di persone che lavorano con la comunicazione)
Siamo diventati, sulla Terra, 8 miliardi. È successo qualche giorno fa, attendevamo il countdown da tempo, ma ovviamente nel momento “X” ci siamo persi l’occasione del fare cin cin come a Capodanno. Comunque ora che abbiamo raggiunto questa incredibile cifra, come esseri umani dobbiamo pensare un po’ di più a come poter vivere insieme. Per esempio, andando sul sito della UNFPA (United Nations sexual and reproductive health agency) che annuncia ufficialmente questo traguardo [LINK], potreste osservare l’icona arancione in basso a sinistra, dove è raffigurata una figurina umana. Cliccandola si vede quello che dovremmo vedere in ogni sito e in ogni comunicazione: una infinità di ottimizzazioni per qualsiasi “essere umano” che in quanto tale non è tenuto a corrispondere a uno “standard” e quindi può avere bisogno, per poter fruire de contenuti, di particolari attenzioni nella visualizzazione: dimensione e tipi di caratteri, colori, contrasti, possibilità di ridurre o eliminare le animazioni, eccetera). Guardatelo, è davvero un punto di partenza importante per capire quanto ancora dobbiamo fare, per avere un mondo davvero “inclusivo”.
Volete conoscere i flussi dei soldi delle più grandi aziende al mondo? Questa newsletter [LINK] li spiega con delle semplici e ottime infografiche. A cosa ci servono? A capire dove il mondo e le innovazioni stanno andando: oggi, e nel futuro. Se qualcosa abbiamo capito, per “comprendere il futuro” (settore che ci è vicino da anni), è che al primo posto dobbiamo capire da dove arrivano e dove vanno i soldi; disegnare il futuro partendo da questa analisi non è freddo cinismo, ma è semplicemente una sfera di cristallo che da sempre ha permesso di guardare oltre (per andarci, non necessariamente per fare “soldi”… non siamo per nulla attaccati ai soldi, altrimenti faremmo altri mestieri di sicuro, ma capire e anticipare il futuro, questo sì, ci interessa).
Qualcomm ha sviluppato un nuovo processore che sarà “a bordo” degli smartphone di gamma top di nuova generazione in ambito Android (vi viene da dire… chissene…? LOL). Ve ne parliamo perché spesso abbiamo menzionato i nostri dubbi rispetto al futuro delle fotocamere, e proprio qui, due settimane fa, ci domandavamo quanto i processori tanto decantati delle fotocamere più evolute potessero essere confrontati con quelli degli smartphone in termini di potenza. Evidentemente, non siamo gli unici che se lo domandano, e abbiamo letto un interessante articolo che prende in considerazione la possibile adozione di questi sensori anche nelle fotocamere di nuova generazione, permettendone uno sviluppo più veloce, ma forse anche un invecchiamento più rapido… insomma: tema complesso, ma per chi si interessa di questi aspetti merita una lettura [LINK]
Evernote, un’app (ma ancor di più una filosofia e di organizzazione del pensiero e delle informazioni) che abbiamo amato tantissimo e che in questi due anni ci ha un po’ deluso per la sua mancanza di capacità di innovare e addirittura di comunicare quanto di buono propone (cosa che ci ha portati ad apprezzare ed amare molto di più Notion che l’ha sostanzialmente sostituita nella nostra routine quotidiana), è stata acquisita da una società italiana, Bending Spoons (famosa per essere la società che ha sviluppato l’app Immuni) e ci ha lasciati un po’ nello stupore. Da un lato, ci auguriamo che ci siano nuove idee per rilanciare questa soluzione, che davvero si è persa e non ritrovata da troppo tempo, dall’altro abbiamo tanta paura che questa operazione (ancora non chiara dal punto di vista delle interazioni) possa rendere tutto ancora più complicato; infine ci domandiamo se investimenti come questo dicano qualcosa di diverso, rispetto a quello che si sente in giro, ovvero parlino di un crollo sistemico del business della tecnologia. Qui l’annuncio [LINK].
Vi ricordate Niantic (quella dei Pokemon Go)? Bene, ha creato una partnership con Qualcomm per sviluppare progetti di Realtà Aumentata che faranno uso delle ultime tecnologie presentate di recente, tra cui degli occhiali AR di Qualcomm [LINK] e quelli di Niantec [LINK]. Qui sotto un video, buona visione (ed è solo l’inizio), ma prima vi riportiamo quello che si trova, come frase introduttiva, proprio sul sito di Niantic, secondo noi è interessante per valutare gli aspetti più profondi della AR:
E se la realtà aumentata potesse farci stare meglio?
Se ci spronasse ad alzarci dal divano per trascorrere un sabato al parco?
Se riuscisse ad attirarci nei luoghi pubblici?
E se facessimo amicizia con vicini che potremmo non avere mai incontrato?
Noi crediamo che sia possibile.
Lo ammettiamo, subiamo molto il fascino delle riprese realizzate con i droni, per questo vi proponiamo questo video, che propone una vista della sede di DJI (aka… droni), e che troviamo davvero spettacolare e di fortissima ispirazione, guardatelo! [LINK].
Sempre più interessante la soluzione RIVE per fare animazioni che possono essere facilmente inserite in siti web, app, o qualsiasi altra applicazione digitale, in parte segue la strada già ben tracciata e di successo di Lottie, ma con una marcia in più, secondo noi. Se vi interessa il campo della interazione e dell’animazione, approfonditela! [LINK]
Ma in realtà, la vera rivoluzione che questa settimana abbiamo vissuto è legata al tema dell’intelligenza artificiale, che avrebbe riempito moltissime di queste notizie, anzi: ne avremmo dovuto scrivere un libro, e solo con il contenuto di quello che abbiamo visto, sperimentato, approfondito, scoperto in questa unica settimana. Ma serve tempo, serve spazio, serve che se ne parli in un’altra dimensione che non sia solo quella di una breve newsletter. Vi lasciamo solo una immagine (quella pubblicata in apertura), che al momento non approfondiamo perché, appunto, serve parlarne a lungo. Ma sappiate che presto apriamo questo vaso e vi inviteremo a prendere una seria coscienza di quello che sta succedendo. Perché sta succedendo qualcosa che richiede l’attenzione di tutti.
Buona domenica, ci sentiamo settimana prossima ;-)