Una tavolata per parlare di reale (e di fotografia)
Dopo mesi che ci proviamo, alziamo il tono di voce, e parliamo ufficialmente a tutti coloro che hanno voglia di dare un contributo ad una causa importante: come gestire la realtà nell'Era dell'AI?
Torniamo su un tema per noi molto importante (spoiler: dovrebbe esserlo anche per voi, specialmente se siete dei fotografi professionisti, ma in generale se siete esseri umani che vogliono affrontare il tema del futuro non con frasi fatte ma concretamente). Parliamo del come connettere con una realtà oggettiva quello che "raccontiamo" (o, ancor di più, "documentiamo") con la fotografia, ma anche con qualsiasi altro strumento che voglia trasmettere "realtà": la parola, uno scritto, un video, una promessa.
Gli strumenti che abbiamo come esseri umani, come la percezione visiva, l'intuito, l'esperienza, il confronto con quello che conosciamo, diventano sempre più fragili, abbiamo bisogno di trovare altri parametri, acquisire maggiore sensibilità, e capire quando davvero possiamo garantire che quello che noi stessi trasmettiamo è credibile, reale. La discussione, in ambito immagine, è vecchio quanto la fotografia, dopo la sua nascita (quasi 200 anni fa, come festeggiavamo qualche settimana fa), perché proprio la dichiarazione di ruolo della fotografia in antitesi con pittura e illustrazione la posiziona come una tecnica/arte in grado di riprodurre la realtà. Nessuno ha mai messo in dubbio la veridicità di un quadro, per sua natura esso rappresenta un’interpretazione, magari anche di una realtà, ma che in nessun modo la vuole riprodurre con certezza e fedeltà. La fotografia, invece, vuole e deve disegnare con la luce, quindi prendere la realtà che la luce/verità riflette e consegnarla al futuro nella sua forma originale. Ma quando questo è una concretezza assoluta? Mai, proprio mai, e per fortuna questo è stato confermato dal lecito ingresso della fotografia nelle arti e anche nella tutela del diritto d'autore: uno scanner che riproduce un documento o un oggetto non gode di tali privilegi, anche se di fatto "disegna con luce".
Non ci è quindi facile sopportare senza commentare coloro che dichiarano guerra all'AI generativa di immagini dicendo che non vogliono "sporcarsi le mani" con qualcosa di falso, che la falsità rovinerà l'umanità. Perché se in teoria non solo siamo preoccupati del futuro umano almeno quanto questi critici, siamo anche osservatori che provano a far notare quanta incongruenza ci sia tra queste dichiarazioni e l'effettiva ricerca, come persone, come professionisti, come creativi, per impedire, bloccare o limitare questo potenziale danno. Il maggior pericolo non si trova tra chi volontariamente e coscientemente racconta cose (immagini) false, ma in chi pensa di essere portatore/portatrice di verità e nemmeno si accorge della menzogna che trasmette, definendola una verità priva di dubbio.
Non è un caso che questo dibattito si stia propagando e molti stiano cercando, anche in termini di policy aziendale, di ricerca innovativa, di visione da trasmettere e tutelare, di provare a definire cosa sia una fotografia. Interessante, pericoloso, triste vedere che questo tema venga trattato anche in profondità da aziende che oggi - di fatto - detengono il mercato della fotografia (Samsung, Apple, Qualcomm) e invece ci sia un silenzio profondo e triste da parte delle aziende del settore fotografico (Canon, Nikon, Leica, Sony, eccetera), se non per parlare di tool che stanno integrando anche con poca enfasi in alcuni modelli (come per esempio il sistema C2PA, di cui abbiamo parlato spesso, qui, oltre un anno fa).
Abbiamo contattato molti mesi fa queste aziende cercando di aprire un dialogo su questo tema... non abbiamo avuto risposte, probabilmente non sono queste le priorità per il settore, ma siamo qui - pieni di disponibilità - per sederci attorno ad un tavolo e discutere del futuro di un mestiere, di un mercato, per trovare un lessico comune per dare un orientamento e una visione su quello che, da dentro, la fotografia dovrebbe discutere.
L'alternativa? Che questo tema verrà sempre più discusso dalle aziende che si occupano di smartphone e che in questo momento sembrano essere le uniche che si stanno interrogando, non solo riguardo la questione della semplice vendita di apparecchi, ma anche del come implementare certe tecnologie, bloccarne altre, controllare insomma l'onda dello tsunami che è già arrivato. Sì, questo è un invito, noi organizziamo la tavolata: aziende, distributori, associazioni, professionisti, siete invitati a rispondere e a trovare una modalità per iniziare questo dialogo in modo concreto e profondo.
Nel frattempo, riportiamo quello che, per esempio, nelle scorse settimane hanno dichiarato alcuni personaggi del mondo della tecnologia:
Patrick Chomet, Head of Customer Experienc di Samsung, a gennaio ha dichiarato:
In realtà, non esiste una cosa come una vera fotografia. Non appena si hanno dei sensori per catturare qualcosa, si riproduce [ciò che si vede], e non significa nulla. Non esiste una vera fotografia. Puoi provare a definire una vera fotografia dicendo 'Ho scattato quella foto', ma se hai usato l'AI per ottimizzare lo zoom, l'autofocus, la scena - è reale? O sono tutti filtri? Non esiste una vera fotografia, punto e basta.
Isaac Reynolds di Google, il product manager del gruppo Pixel Camera, ha spiegato a Wired ad agosto che il team Pixel si concentra sui "ricordi", non sulle "foto" (interessante come concetto, vero?):
"Si tratta di ciò che stai ricordando", dice. "Quando definisci un ricordo come tale c'è una fallibilità: potresti avere una rappresentazione vera e perfetta di un momento che sembrava completamente falso e completamente sbagliato. Ciò che fanno alcune di queste modifiche è aiutarti a creare il momento nel modo in cui lo ricordi, che è autentico per il tuo ricordo e per il contesto più ampio, ma che forse non è autentico per un particolare millisecondo."
E invece dal lato di Apple, che con il suo iPhone è, di fatto, la fotocamera più usata al mondo, Jon McCormack, Vice President of camera software engineering di Apple, ha detto la settimana scorsa che Apple intende costruire sulla tradizione fotografica:
Ecco la nostra visione di cosa sia una fotografia. Il modo in cui ci piace pensarla è che sia una celebrazione personale di qualcosa che è realmente, effettivamente accaduto.
Che si tratti di una cosa semplice come una tazza di caffè elegante con un design interessante, fino ai primi passi di mio figlio o all'ultimo respiro dei miei genitori, è qualcosa che è realmente accaduto. È qualcosa che segna un momento della mia vita ed è qualcosa che merita di essere celebrato.
Altro commento arriva da Craig Federighi, Senior Vice President
Software Engineering di Apple ed una delle persone più influenti e famose del management dell'azienda (è sempre la figura centrale dei Keynote di presentazione dei nuovi sistemi operativi), che in una lunga intervista di pochi giorni fa al Wall Street Journal ha detto:
"Le persone vedono i contenuti fotografici come qualcosa su cui possono fare affidamento come indicativo della realtà", ha detto Federighi. "Per noi è importante aiutare a diffondere informazioni accurate, non fantasie."
L'articolo commenta queste frasi dicendo: questo è rassicurante. Apple potrebbe essere in ritardo rispetto ai rivali nell'AI, ma la maggior parte di queste aziende non ha dimostrato di dare priorità alla privacy o al lancio ponderato di questi potenti strumenti. Pochi nuovi concorrenti emergenti hanno più da perdere di Apple, che fa leva sulla fiducia di oltre un miliardo di persone. Chi vuole un'esperienza iPhone dove Siri divaga sul significato della vita, ma dimentica di impostare le nostre sveglie?
Infine, Federighi aggiunge:
"Questa è una tecnologia che si svilupperà nel corso di molti anni, onestamente anche decenni. E quindi lo faremo in modo responsabile."
Se siete interessati, dimostrateci che per voi (lettori, studenti, professionisti, aziende, associazioni: vi stiamo chiamando) è importante definire il corretto comportamento, la giusta cultura, la scelta di usare quali attenzioni nei confronti di una maggiore tutela da una parte della realtà e dall'altra dell'immaginazione (perché in questo dialogo non si dice che forse l'immaginazione spesso porta a messaggi più profondi e utili della realtà cruda, ne abbiamo parlato molto sul numero 4 di Aiway Magazine, per esempio in questo editoriale, accessibile a tutti gratuitamente): fatelo scrivendoci, condividendo questo contenuto sui vostri canali social o di comunicazione, ditelo a colleghi, amici, provate a pensare nell'ottica di un’evoluzione comune e non solo personale.
Un invito alla nostra LIVE del 29 ottobre 2024
E, infine, valutate anche che l'immagine (fotografica, ma non solo) non si ferma con la sua creazione, ma quindi il tema arriva anche dopo, in fase di trattamento ed elaborazione successiva, come abbiamo imparato - come si diceva - in secoli di esperienza velocizzata negli ultimi 40 anni di manipolazione digitale, e ora da due anni di AI.
A questo proposito, vi segnaliamo che martedì, alle ore 21.00, faremo una live per i nostri abbonati presentando la rivoluzione appena presentata da Midjourney (la più raffinata ed evoluta, creativa e qualitativa piattaforma di generazione di immagini AI) che è un editor che permette di inventare mondi nuovi partendo anche da immagini "reali" (quindi fotografie, per esempio). Per capire pregi, limiti, caratteristiche, aspetti qualitativi (se state pensando: lo fa anche Firefly di Adobe dentro e fuori Photoshop, vuol dire che non avete colto il vantaggio che questo trattamento venga svolto da Midjourney e non da Photoshop, e quindi forse è a questo punto ancora più utile che voi partecipiate). Se siete abbonati ad AiwayLAB sapete già che avete sia il diritto di accesso all'incontro, sia a ricevere il video della live. Se non siete abbonati, potete acquistare il PASS andando a questo link (offerta scontata valida fino alle ore 18 del 29 ottobre):
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Se siete abbonati ad AIWAY MAGAZINE ma non al LAB
Se volete entrare in questo mondo, capire quando usarlo, come usarlo, come non usarlo... non perdete questa occasione: è un momento importante per fare delle valutazioni profonde. Se non potete partecipare, riceverete comunque il video.