Lo facciamo per passione, per legame storico, per curiosità: dedichiamo parecchio tempo a guardare le novità del settore della fotografia, intesa come hardware (fotocamere, obiettivi, eccetera). Ogni volta che esce qualcosa di davvero desiderabile (nella teoria) visto che ne percepiamo il valore assoluto, dal punto di vista tecnologico, innovativo, qualitativo, estetico ci viene voglia di dire... ma quanto sarebbe bello usare, possedere, toccare con mano, anche solo noleggiare queste meraviglie, e realizzare con loro delle memorabili fotografie. Poi vediamo le recensioni sui social, dove influencer che probabilmente non hanno mai fatto una foto davvero di qualità ne parlano proponendosi come esperti, e capiamo anche da quello che dicono che oltre a palpeggiare questi strumenti non saprebbero cosa dire e ancor meno cosa farci.
Gli apparecchi fotografici sono però diventati non più strumenti per realizzare immagini, ma oggetti di passione, status symbol per dimostrare “di capirci”; poco interessa se poi non vengono usati per produrre nulla di più di quello che si potrebbe realizzare con lo smartphone. Ci si esalta per quello che incide maggiormente sul discorso: sono oggetti costosi, sono esclusivi, non sono accessibili a tutti. E sono belli. Non è un caso che l’estetica, tipicamente vintage, è l’elemento di maggiore impatto e di percezione.
La tecnologia fotografica pura si evolve, non c’è dubbio, ma molto lentamente. Per vedere qualche (piccola) innovazione nell’ottica, nei sensori, nei processori si devono aspettare diversi anni. E ogni livello di crescita si propone ad un mercato sempre più ristretto, quindi ricerca, sviluppo e marketing si spostano verso cifre sempre più elevate. Dal punto di vista del marketing, anche per rafforzare l’hype: se una meraviglia tecnologica costasse poche centinaia di euro, che hype sarebbe? È diventato un luogo solo per ricchi, la fotografia. Composto da appassionati degli oggetti, non della fotografia. E allora, forse, ha senso confermare a chi di fotografia vive, che con la fotografia si deve mantenere, deve pagare la scuola per i figli, le bollette e il mutuo che questi prodotti non nascono per loro, perché l’economia dei fotografi non è più (eccezioni escluse) quella che si può permettere investimenti dal ROI (ritorno dell’investimento) incerto, a meno che non si riesca a vendere hype, e per esperienza diciamo che sono proprio pochi i fotografi che riescono (ancora) a farlo.
Abbiamo deciso di parlare di questo tema perché è stata annunciata (pensate, era attesissima, c’è gente che non ci ha dormito la notte per attenderla) una nuova versione della Ricoh GR IV in versione Monochrome, in grado quindi di realizzare solo immagini in bianco e nero, solo per uso street photography, e ottica fissa (equivalente a un 28mm su pieno formato). Ovviamente, una macchina per “amatori”, e va benissimo, anzi: è una scelta giusta per Ricoh, ma assomiglia per gli utenti alla scelta di comprare l’auto decappottabile, che ha senso solo se si ha un’altra auto per quando - 10 mesi all’anno - non c’è il clima ideale per questa scelta sbarazzina. Ovviamente, si tratta della versione “per amatori meno ricchi“, perché quegli altri, semmai, puntano sulla Leica M11 Monochrome, che costa a spanne (ottica analoga compresa) circa 10 volte di più, ma è pur sempre una scelta da ricchi visto che la cifra si aggira intorno ai 2000 euro che probabilmente sarà il prezzo della piccola compattina Ricoh quando arriverà (si dice a metà 2026) anche dalle nostre parti.
Perché comprare una fotocamera di questo tipo? Perché è bella, perché è esclusiva, perché ha attorno a sé molto hype. Perché le persone ricche, così come si appassionano nel comprare vestiti, gioielli o automobili prestigiose e costose, comprano fotocamere belle, e ve lo assicuriamo: non abbiamo alcun moto di critica nei loro confronti, e ancor meno invidia, figuriamoci.
Quello che è difficile da accettare, invece, sono le scuse dichiarate dai falsi esperti, da quelli che usano numeri e prestazioni per giustificare questa scelta che è solo ed esclusivamente di hype. L’eliminazione del filtro Bayer (quello che scompone i colori e che, di fatto, riduce in parte la nitidezza dell’immagine catturata) che offre una resa “superba” è certamente un fatto, ma siamo sicuri che quello è il motivo per investire quella cifra per una macchina che fa “solo” una piccola porzione del lavoro di un fotografo? E dove verrebbe percepita questa qualità? Pubblicando l’immagine su Instagram? Stampando una cartolina? Forse realizzando delle stampe fine art, e allora vuol dire che per poter essere gustate abbiamo bisogno di un museo, di luci perfette, di stampe su carte raffinate, di finiture preziose. Sì, bello, davvero apprezzabile dal punto di vista culturale, ma difficilmente è fotografia che serve per pagare le bollette, il mutuo... eccetera.

Serve la qualità assoluta ai professionisti?
Sì, serve, per proporre prodotti più appetibili a un pubblico di clienti veri: magari nella fotografia di matrimonio, che ancora viene stampata, oppure per la crescente (anche se di nicchia) ritrattistica che poi propone come risultato finale delle stampe grande formato di qualità. Ma siamo sicuri che abbiamo bisogno di tecnologie ottiche e di “hardware” esclusivi, che costano - per caratteristiche di mercato e per hype - una cifra davvero molto elevata, difficile da ammortizzare a meno che non si hanno clienti ricchi o commissioni di altissimo livello (che, non neghiamo, esistono ovviamente)?

Allora, visto che abbiamo tanti anni di esperienza in questo settore, vi confermiamo che il mondo degli algoritmi, del machine learning e dell’AI corre più veloce, offre soluzioni concrete sempre migliori, e costi molto limitati. Costi che sì, hanno un ritorno dell’investimento reale. Invece che stare fermi, perché - lo sappiamo - molti professionisti veri non stanno investendo in attrezzature, perché non riescono a giustificarle all’interno del proprio business, se non quando ovviamente c’è un’esigenza impellente, tipo la fotocamera che si rompe. Conosciamo eccellenti professionisti che scattano ogni giorno con apparecchi di 5/10/15 anni fa e oggettivamente sono ancora eccellenti, ma si sa che sarebbero inferiori a quelli che esistono oggi, addirittura spesso anche agli smartphone che sono nelle tasche dei loro clienti (per fortuna, la qualità di un servizio fotografico non si limita alle attrezzature).
Malgrado le opinioni di alcuni, l’AI è invece una tecnologia molto democratica: consente a tutti di elevare la propria qualità. A costo quasi zero, o bassissimo. Quello che impone è di non fermarsi, ma di studiare, cercare, comprendere. Portare l’innovazione dalla nostra parte e non combatterla. Un esempio è proprio legato allo stimolo della (sicuramente bellissima) Ricoh GR IV Monochrome. La comprereste per avere una qualità superiore a quella della vostra attuale attrezzatura? Forse, probabilmente, ma magari potreste dedicare la vostra attenzione a dei sistemi che, grazie alla tecnologia AI, possono aumentare la qualità, il dettaglio, la resa, delle vostre immagini, quelle che scattate ogni giorno. Sono sistemi che ingrandiscono le immagini e le ricostruiscono. E la cosa bella è che quando arriva un’innovazione in questo settore (come è successo in questi giorni) in modo democratico questa innovazione è disponibile con un semplice aggiornamento software e non richiede un acquisto di nuove attrezzature; in più, possono essere usati (e pagati) solo e quando servono, investendo pochi euro per una singola produzione o solo nel periodo che ci serve. Così si gestisce oggi un investimento misurabile in funzione della scala di produzione che ci serve oggi e che domani potrebbe salire o scendere.
Innovazione democratica, accessibile a tutti (purché si investa in conoscenza)
Tutto questo per dire che l’AI permette ormai di:
- creare immagini da zero, molto utile per molte situazioni ma forse questa opzione potrebbe essere ancora fuori dalla zona di comfort di molti fotografi (ovviamente ci sono buoni motivi per pensarla così) 
- lavorare in ripresa scattando “la realtà” (anche se chissà cosa vuol dire “realtà” in termini assoluti), potreste però sfruttare l’AI per unire elementi “reali” ed elementi “AI”; 
- usare l’AI per migliorare, potenziare, ottimizzare le vostre (passate, presenti e future) immagini “reali”. 
Nel video (cliccate per vederlo) un confronto tra immagine dalla risoluzione 1024x1024 pixel a 4096x4096 pixel
Quello che conta davvero è decidere di intraprendere (ora, se non lo avete fatto ancora) un approccio davvero professionale nei confronti dei tool AI in fotografia, ma seriamente e non solo rimanendone fuori e osservando con occhi scettici. Perché molti professionisti che pur competenti, attenti e sensibili alla resa delle ottiche, dell’esposizione, dei dettagli delle ombre con una cura quasi maniacale, che hanno investito e investono in attrezzature fotografiche eccezionali, poi sono gli stessi che quando provano soluzioni AI non analizzano differenze, che trasformano in “test assoluto” il primo timido test del primo tool gratuito provato per gioco. Oggi esistono due livelli di AI: quella per giocare, e quella professionale che tra l’altro è un processo composto da tanti step, strumenti, sfumature: che sono da conoscere, non certo scrivendo un prompt incerto e non certo traendo conclusioni affrettate. La prima fotografia che avete scattato con una compattina che vi hanno regalato a Natale è uguale alla resa del vostro lavoro? Cosa c’è in mezzo? Un universo di competenze acquisite.
Sul come ingrandire, migliorare la nitidezza, potenziare le immagini fotografiche parleremo nella nostra Aiway Live martedì 28 ottobre alle ore 21.00. Sarà anche l’occasione di scambio di opinioni e di approcci da parte dei nostri abbonati ad Aiway Magazine che usano l’AI, e che vorranno condividere con i colleghi questi dettagli e questa esperienza. Se pensate che sia per voi importante oggi investire in cultura, conoscenza, scoperta di come l’AI vi può essere utile anche “solo” per migliorare le VOSTRE immagini, allora se non siete ancora abbonati al nostro LAB potete farlo ora (vi consigliamo di far parte di questo spazio che va ben oltre all’informazione, è formazione e dialogo), oppure se volete solo partecipare all’evento della serata, potete comprare il PASS (QUI) che vi permette di partecipare o anche solo avere il video della serata che vi permetterà quindi di approfondire queste tematiche quando vi farà comodo.
Buona settimana a tutti, ci troviamo Martedì in LIVE per chi vuole ;-)














